martedì 16 gennaio 2024

Zagor: La perla misteriosa, Presagi di guerra, le storie di Drunky Duck

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.
Anche oggi prendiamo in esame tre tra le ultime uscite Zagoriane, e stavolta anche un po' Texiane.


Color Zagor n. 18: La perla misteriosa recensione

Color Zagor n. 18: La perla misteriosa

Poco dopo il capitano Nemo, ecco che un altro personaggio dell'immaginario fa capolino nella saga Zagoriana. Stavolta tocca ai pirati di Salgari della saga di Sandokan, che si stia preparando un pastiche zagoriano alla maniera de La lega degli straordinari gentleman?
Ma non è su di essi che è incentrata la vicenda, che invece ruota intorno alla ricerca della perla del titolo da parte di svariati personaggi provenienti da quelle terre.

Vi espongo il mio ragionamento: se Rauch è l'autore che ci meritiamo, Marolla è l'autore di cui abbiamo bisogno. Rauch ci riporta alle storie della nostra infanzia, mentre Marolla, pur inserendosi perfettamente nel solco della tradizione, cerca di infondere in esse ventate di novità, fosse anche solo nel modo di raccontare. 
La trama in sé non è nulla di particolarmente complesso né originale, ma lo svolgimento risulta appassionante e i personaggi vivi e vitali. Splendida Virgina nella parte iniziale che rinfaccia a Zagor di non essersi più fatto sentire, splendido Zagor che fa l'offeso e poi si arrabbia con lo scagnozzo quando questo lo butta fuori bordo come farebbero gli avventurieri un po' buzzurri dei film con cui siamo cresciuti. Grande anche l'utilizzo di Cico, Marolla è uno dei pochi che lo sa ancora usare nel modo migliore. 
Peccato che Virginia vada un po' a perdersi nel seguito, dopo aver affermato di non aver bisogno di Zagor non riesce a combinare una mazza senza di lui. E, visto che c'eravamo, ci si poteva anche soffermare un po' di più sulla sensualità della ragazza, perché la fai cambiare con un abito che mette in mostra le sue forme per poi ritrarla sempre da lontano? Zagor stesso sembra a malapena accorgersi di lei.
Peccato anche per uno svoglimento troppo affrettato nel finale, dove l'azione è inframezzata da muri di testo eccessivi e con un cambio di rotta un po' troppo repentino per il personaggio in questione, sembra quasi che Marolla si sia trovato di colpo ad aver finito le pagine e dover chiudere alla veloce. Non è la prima volta, era successa la stessa cosa, in modo anche più evidente, in Zombi a Darkwood

Color Zagor n. 18: La perla misteriosa recensione

Insomma una buona storia funestata da alcuni difetti che si sarebbero potuti probabilmente evitare con qualche pagina in più.

Presumo che ci siano molte citazioni, ma di Sandokan ho letto poco quindi mi saranno sfuggite quasi tutte. Ho riconosciuto però il silat, arte marziale tipica dell'indonesia e zone limitrofe, utilizzata nell'incredibile film The Raid. Purtroppo Bisi non sembra essere molto a suo agio nel ritrarre scene di combattimento marziale, o forse non aveva abbastanza spazio a disposizione, e gli scontri tra Zagor e il maestro di Silat risultano un po' deludenti.

La parte che segue contiene spoiler.

Il primo romanzo di Sandokan è ambientato nel 1857, e in esso Yanez vi viene descritto come un 33-34enne  (da Wikipedia, l'ho detto che non me li ricordo granché i romanzi di Sandokan). In quel romanzo avviene l'incontro tra Yanez e Sandokan che in Zagor invece avviene un anno dopo la vicenda narrata. Se prendiamo per buona l'ipotesi che le avventure di Zagor siano ambientate più o meno negli anni '30 del 1800, allora anche Yanez come Nemo prima di lui è stato un po' "retrodatato". 


Speciale Tex Willer n.7: Presagi di guerra recensione

Speciale Tex Willer n.7: Presagi di guerra

Secondo incontro tra Zagor e Tex all'interno della serie dedicata alle avventure del giovane Tex Willer. Per l'occasione, stavolta andiamo un po' avanti nel tempo rispetto alla serie, nella quale Tex è ancora un fuorilegge, per mostrarne una versione in cui Tex è da poco un ranger (e in cui Zagor è ancora più vecchio, quindi: al prossimo incontro porterà la dentiera). Ad accompagnare i due i pard principali, Cico e Kit Carson, insieme ad alcuni personaggi già apparsi nell'incontro precedente e nella saga di Zagor.

E' una di quelle storie di guerra dove i personaggi chiacchierano un sacco per capire come fermare la guerra prima che inizi, mentre gli indiani si radunano per sferrare un grande attacco e i bianchi tuonano invocando l'intervento dell'esercito contro quegli straccioni. Una storia già vista sia in Tex che in Zagor, e in Zagor in particolare in tutte le storie ambientate nel sud degli Stati Uniti. Il che significa che tutta la prima parte è abbastanza noiosa, perché c'è un mucchio di parole che servono a preparare gli avvenimenti della seconda. 
Peccato che nella seconda non avvenga nulla di che, un po' di sparatorie contro un sedicente comandante di milizie raffazzonate decise a far precipitare gli eventi della guerra.

Speciale Tex Willer n.7: Presagi di guerra recensione

Storia in pieno stile boselliano, con molti personaggi, agganci a eventi storici pure intriganti, troppe parole.
Gli agganci agli eventi storici hanno come conseguenza che Zagor non può "vincere" stavolta, non c'è modo di evitare una guerra avvenuta realmente. Ecco che quindi abbiamo uno Zagor disilluso e cupo nel finale, privato anche del carattere solare dell'amico messicano, qui sposato e con prole.

Non sono molto convinto, non solo dalla storia in sé, non particolarmente memorabile, ma anche dal trattamento riservato a Zagor e Cico. Che Cico sia sposato è un "finale" a una storia che non dovrebbe avere un finale, ma rimanere sempre aperta a nuove possibilità. Avrebbe senso come "what if", ma questo volume pare inserirsi nella continuity ufficiale. E posso anche accettare che abbia aperto la sua locanda al sud, ma francamente l'avrei visto meglio dalle parti di Darkwood, magari dopo aver rilevato il trading post di Pleasant Point.
Con più spazio a disposizione, avrei anche apprezzato un maggior studio del personaggio di Zagor, che fisicamente è più in forma di qualsiasi ventenne nonostante debba averne, quanti, cinquanta? sessanta? Ma psicologicamente non deve essere tanto in quadro,  rimasto solo senza il messicano e alle prese con l'evidente fallimento del suo sogno di una convivenza pacifica tra bianchi e indiani.

Non dico storia deludente perché in realtà non mi aspettavo nulla di che già dall'inizio, ma comunque una storia poco incisiva che forse avrebbe potuto essere migliore se sviluppata in più pagine e con maggiore attenzione alla psicologia del personaggio di Zagor. Ma forse è chiedere troppo in uno speciale di Tex.



Le storie di Drunky Duck recensione

Le storie di Drunky Duck

Altro numero con storie brevi. La storia cornice, di Burattini e Voltolini, è un semplice pretesto per mettere Drunky Duck intorno a un fuoco con dei coloni bianchi da intrattenere raccontando loro storie su Zagor, con qualche gag che non riesce ad andare oltre il "carino ma già visto".

La follia di Zagor, di Burattini e Esposito Bros

La prima storia è un piccolo giallo di quelli che piace scrivere a burattini, piuttosto prevedibile nel suo svolgimento e che permette a burattini di inserire i suoi amati spiegoni, ma almeno questa volta hanno senso. Carina alla fine, anche grazie ai bei disegni e al gradito ritorno di Altrove. 

Le storie di Drunky Duck recensione

Il segreto di Verna, di Rigamonti e Barletta
Storiella western senza infamia e senza lode, se non fosse che il trucchetto delle due gemelle non ha nessun peso all'interno della storia, se fossero state due persone diverse la storia sarebbe stata esattamente la stessa. E allora che senso aveva?

La visione dell’aquila, di Russo e Bertolini
La storia più bella del volume, che mette in risalto gli aspetti più mistici dello spirito con la scure. Una sorta di salvatore magico per una bambina in difficoltà, un incubo notturno per chi vuole farle del male.

Il trapper francese, di Eccher e Vercelli
Storiella discreta con questo trapper ammazzasette, credo ispirato a qualche film, ma niente di più.

Nel complesso un numero che si lascia leggere, ma l'unica storia davvero degna di nota è quella di Russo e Bertolini, le altre me le dimenticherà molto in fretta. Dai numeri con storie brevi, però, mi aspetterei una maggiore "sperimentazione", sia a livello di tematiche che di disegni.


Il Moro

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2 commenti:

  1. Il primo me l'hai venduto, anche solo per vedere Zagor alle prese col silat ^_^
    Per gli altri due mi basta averti letto per rimanere informato :-P

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