giovedì 12 novembre 2020

Zagor Darkwood Novels 6: Fiore della notte

 

Zagor Darkwood Novels 6: Fiore della notte

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla! 

Due articoli dedicati a Zagor questa settimana, lo Spirito Con La Scure sempre nel mio cuore!

E così siamo alla conclusione di quest'altra miniserie, Zagor Darkwood Novels, con il numero sei, Fiore della notte. Nell'albo viene spiegato il mistero relativo alla identità del narratore, ma dopo il volume precedente l'avevamo ormai capito tutti, qualcuno anche da prima. Comunque sia, questa volta viene narrata una storia molto personale che riguarda proprio il narratore in questione (da notare che il narratore stesso dichiara di aver frequentato le scuole come voluto dal padre, mentre il principale indizio dato nel primo numero della miniserie diceva esattamente il contrario! Questo non è depistaggio, è proprio una svista colossale, e oltretutto era il primo indizio su cui ci siamo basati tutti nei primi tentativi di indovinare l'identità del personaggio!).

Sembra quasi che qualcuno abbia studiato, e abbia trovato il giusto equilibrio per storie di questa lunghezza. Funzionano le storie lunghe sul mensile, funzionano le storie brevi nei Maxi ad esse dedicate, ma in queste storie un po' più lunghe delle brevi dei Maxi si notava sempre una certa fatica, o con allungamenti di brodo o con eventi che si susseguono troppo in fretta, a volte addirittura con dialoghi surreali atti a spiegare quello che sta succedendo ai lettori che non ci arrivano. Non riesco ancora a capire se Burattini sottovaluti i suoi lettori o se invece li conosca meglio di quanto credo di conoscerli io. Probabilmente la seconda. 

Questa storia, invece, sembra reggersi perfettamente in piedi come fanno già le storie brevi dei Maxi... Ma attenzione, c'è il trucco: l'apertura e la chiusura con il narratore hanno qualche pagina in più del solito (o almeno così mi è sembrato, non mi sono messo a contarle) e altre pagine sono dedicate a un flashback che riassume la vicenda raccontata in uno di quegli stessi Maxi, nella quale compariva per la prima volta brezza di luna. Così alla fine lo spazio per la storia vera propria è minore, e infatti funziona meglio, senza necessità di allungamenti. 

La trama di per sé non è niente di particolarmente memorabile, ma si legge con piacere. E' sempre bello vedere Zagor dare il fatto suo a qualche razzista puzzolente.

Cerchiamo ora di trarre qualche conclusione riguardo alla miniserie. Lo scopo iniziale, sbandierato ovunque dalla casa editrice, di "mostrare il lato umano dell'eroe", non solo è stato cannato completamente, era proprio sbagliato dall'inizio. Lasciamo perdere Nolitta, che il lato umano di Zagor ce lo mostrava in continuazione. Negli anni più recenti, direi dalla gestione Boselli in avanti, Zagor sembra effettivamente essere un po' più infallibile, granitico, moralmente ineccepibile. Negli albi scritti da Boselli a volte sembrava davvero una macchina da guerra, una specie di eroe mitologico.
Magari delle storie in cui si mostrasse qualche sua debolezza ci sarebbero state pure bene, quindi, ma qualcuno ha visto Zagor cedere a qualche debolezza in queste storie? Mostrarlo, una volta sola in sei numeri, fare sesso con una donna, non è secondo me da considerarsi come un modo di mostrare il suo lato umano, a meno che di norma non lo si consideri una specie di frate benedettino che ha fatto il voto di castità e che quindi solo quella volta abbia ceduto alla tentazione. Per ulteriori considerazioni sull'argomento, si vedano i precedenti articoli.

O forse per il lato umano si intende qualcos'altro? Forse si intende mostrarne la vita al di fuori dell' avventura , dell'azione? la sua vita quotidiana quando non va in giro a raddrizzare i torti? Se è così siamo ancora più lontani... 

Il secondo intento avrebbe dovuto essere mostrarci storie dal tono più adulto del solito. In questo senso il raggiungimento dell'obiettivo mi sembra piuttosto altalenante. Mostrare un paio di tette e suggerire una scena di sesso (in un solo numero su sei) non è rendere il tono più adulto. Diverse di queste storie, ma non tutte, cercano di veicolare dei messaggi o di fare leva sui sentimenti, che è forse un poco più "adulto" di una "semplice" avventura zagoriana come quelle che si vedono sul mensile.

Volendo tirare le somme, la miniserie non mi è dispiaciuta, ma nemmeno l'ho adorata. Troppa è la sensazione di un Maxi allungato e di un progetto poco omogeneo la cui pubblicazione è probabilmente iniziata prima di avere tutte le idee chiare e che ha subito correzioni in corsa (per quest'ultimo numero addirittura altri due disegnatori hanno dovuto intervenire ad aiutare Lola Airaghi, che si era detto dall'inizio che avrebbe disegnato l'ultimo volume, e non solo per qualche vignetta). Non ho apprezzato il ritorno alla gabbia fissa dopo la parentesi di Le Origini, e rispetto alla stessa il prezzo dei singoli albi sembra un po' altino, visto che alla riduzione del numero di pagine non corrisponde l'aggiunta del colore.

Come avevo già ipotizzato, dalla chiusura di questa miniserie si evince come ne sia già prevista un'altra, nella quale finalmente indagheremo sulla scomparsa di Zagor.
Burattini ha però dichiarato di non sapere se ci sarà un'altra miniserie né se nel caso se ne occuperà lui.
O Burattini racconta balle, quindi, magari in attesa dei dati di vendita, oppure la chiusura (attenzione SPOILER) con la rivelazione che Zagor si trova in Texas non serve a introdurre la prossima miniserie ma l'annunciato incontro tra Tex e Zagor. O forse entrambe le cose, chissà.
Poi c'è anche la possibilità di un'altra miniserie con il giornalista che va a intervistare qualcun altro, ma di quella a meno che non migliori qualcosa potrei anche farne a meno.

Il Moro

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4 commenti:

  1. Mi sento di condividere tutta la tua analisi, poi essendo uno zagoriano incallito, mi piacerebbe seguire ancora il giornalista in un'altra indagine su Zagor. Il punto più dolente è proprio il lato più intimista di Zagor che si è perso quasi del tutto dopo Boselli (Che infatti secondo me scrive meglio TEX, non a caso). E che di sicuro non si è recuperato con la miniserie.

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    1. boselli ha scritto storie di Zagor assolutamente fantastiche (quella dove incontra per la prima volta Andrew Cain è tra le mie preferite dell'intera saga zagoriana), ma nelle quali Zagor risulta, appunto, più un eroe mitologico che una persona reale. Questo per Tex va bene: Tex E' un eroe mitologico!

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  2. Ti ho letto con gran piacere perché così mi tengo aggiornato su un personaggio che non seguo ma di cui sono sempre curioso ;-)
    Lo "spoiler" che ipotizzi un po' me l'auguro, foss'anche solo per divertita curiosità.
    A proposito di eroi mitologici, nell'ultima storia che ho letto Tex commette un errore così stupido e così "non da lui", sempre perfettino, che è stato imbarazzante. Probabilmente l'autore voleva rendere fallibile il personaggio ma non ha trovato l'idea giusta: nelle pagine precedenti Tex ha fatto cose che nessun essere umano saprebbe eguagliare, poi toppa come un beota? Non si riesce ad avere una via di mezzo tra supereroe e superidiota? :-D

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    1. Non so a quale storia ti riferisci, ma presumo che sia uno di quei casi in cui l'aderenza alle caratteristiche del personaggio si deve piegare alle esigenze di copione... 😁

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