venerdì 7 agosto 2020

Zagor Darkwood Novels 3: La banda dei Métis

Zagor Darkwood Novels 3: La banda dei Métis

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Siamo al terzo numero di queste Darkwood Novels. Un po' presto perché la serie inizi a mostrare segni di cedimento, no?
Forse dovremmo cercare di capire qual è il "tema" di queste storie, il loro "scopo" diciamo (dal punto di vista narrativo, ovviamente, non stiamo parlando di vendite).
Lo scopo è, come strombazzato dall'editore, raccontare "l'uomo dietro l'eroe"? Se è così, non solo lo stai facendo nel modo sbagliato, ma hai completamente cannato il tuo scopo, come dicevamo già la volta scorsa. Questa è una fregnaccia e basta.
Vogliamo forse presentare storie con contenuti e tematiche più "maturi" rispetto a quelli della serie regolare? Allora magari sarebbe ora di cominciare a farlo, visto che fino adesso tutto quello che di "adulto" e "maturo" sì è visto sono un paio di tette nel primo numero è un po' più sangue della media sparso qua e là. Uao.
Vogliamo raccontare solide storie di Zagor, sperimentando un nuovo formato per la lunghezza delle stesse? Ecco, magari ci stiamo avvicinando. Storie in due albi, tre albi, quattro albi, le facciamo da sempre, E ultimamente abbiamo cominciato anche con le storie brevi contenute in alcuni Maxi Zagor. Queste sono più lunghe di quelle dei Maxi, ma meno di un albo normale. Come se la cava Zagor in questi spazi?


Ecco, se invece della banalità promozionale de "l'uomo dietro l'eroe" si fosse presentata da subito la collana in questo modo forse il lettore non avrebbe avuto di che lamentarsi rispetto ai contenuti.

Questa storia di Zagor è classica che di più non si può: Zagor insegue un gruppo di banditi particolarmente "cattivi", li raggiunge e li mena di brutto. Non c'è altro da dire, e se quello finale voleva essere un colpo di scena avrebbe dovuto non essere telefonato già dalle prime dieci pagine.
Però cosa c'è di male? È la base, è l'essenza del personaggio spoglia di ogni orpello. È uno Zagor dinamico, che esprime tutta la sua eccezionale abilità e fisicità facendo a pezzettini gli avversari, che niente possono contro questa specie di uragano, ben disegnato da Bertolini (anche lui proveniente dall'universo fantascientifico di Nathan Never e Hangar 66) che realizza uno Zagor furibondo e muscolare (pure troppo, ha due braccia che Yuri Chechi si sogna).
Volendo trovare un difetto potrebbe essere addirittura che non c'è abbastanza azione. Si parla poco, ma è già quasi troppo. È una storia breve, non è che possiamo tirare fuori trame complesse, personaggi approfonditi o cattivi carismatici. Piuttosto, non mi dispiace divertirmi un po' guardando il mio eroe che malmena un po' di cattivacci.
Storia promossa, quindi, se non guardiamo le intenzioni, che a quanto dichiarato avrebbero dovuto essere ben diverse.

Zagor Darkwood Novels 3: La banda dei Métis

Il gioco degli indizi sul narratore sembra aver già stancato non solo me ma anche l'autore, visto che non ci tiene svelato praticamente niente di nuovo, a meno che i cimeli alle pareti non siamo qualcosa che avrei dovuto riconoscere. L'unica cosa è la sagoma del narratore, che sembra sempre più femminile, e l'appunto finale del giornalista che esclude i personaggi del circo degli amici di Wandering Fitzy, a cui comunque nessuno aveva pensato.

Il livello medio di questa miniserie mi sembra decisamente inferiore alla precedente Origini. Speriamo che riesca a risollevarsi.

Il Moro

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Il Moro.

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