Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di quattro romanzi che hanno una caratteristica in comune, sono troppo dannatamente lunghi rispetto alla storia che devono raccontare.
Terra, di David Brin
E' un po' complicato parlare di questo Terra di David Brin,
perché complicato è il libro stesso.
Partiamo con il plot principale: in
un esperimento per la ricerca di nuove forme di energia viene creato un
mini-buco nero, ma un incendio fa sì che questo sfugga alla sua gabbia di
contenimento e si inabissi verso il centro della Terra. Bisogna quindi
iniziare a scavare per andare a cercarlo e verificare che non possa ingoiarsi
il pianeta.
Questo però è solo lo spunto principale, e si corre quasi il rischio di perderlo di vista nel diluvio di informazioni che ci butta addosso questo imponente volume. Vengono fatte decine di digressioni che ci raccontano i vari aspetti di questo mondo del 2036, quasi racconti a sé stanti. Spesso quando inizia l'ennesima digressione il lettore la accoglie con un po' di fastidio, perché tutti questi raccontini ci mettono del tempo a ingranare, ma quasi sempre portano poi ad appassionarsi verso la fine.