Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Arriviamo a casa, salutiamo nostra moglie e ci prepariamo per la cena. Alla
porta però suona un tizio che dice di essere un poliziotto, accusa nostra
moglie di omicidio e lega lei e noi, iniziando poi a farle domande su un
orologio.
Ah, e siamo bloccati in un loop temporale.
Se il tipo ci malmena o ci ammazza, ricominciamo dall'inizio. Se usciamo di casa, ricominciamo dall'inizio. Se riusciamo a resistere per dodici minuti senza farci picchiare o uccidere, ricominciamo dall'inizio.
Sta a noi a questo punto capire come uscire da questa situazione, passando prima dal capire cosa sta succedendo: chi è questo tizio che accusa nostra moglie di omicidio? Lei avrà davvero ucciso qualcuno? E cos'è questo orologio?
12 minutes, a volte scritto Twelve Minutes, è stato pubblicato nel 2021 da Annapurna Interactive e sviluppato da Louis Antonio, prima impiegato in Rockstar Games e Ubisoft e che poi si è messo per conto suo a sviluppare giochi indipendenti. Non è comunque uno di quei giochi realizzati interamente da una persona sola, c'è dietro un team nemmeno così ridotto, ma il budget se n'è probabilmente andato quasi tutto per pagare i doppiatori dei personaggi: James McAvoy interpreta il protagonista, Daisy Ridley la moglie e Willem Dafoe il poliziotto. Non che facciano miracoli, se ci fossero altri doppiatori meno famosi sarebbe lo stesso. Willem Dafoe è l'unico che sembra metterci davvero un minimo d'impegno, ma gli altri due si limitano al minimo sindacale.
La storia è molto interessante. Certo, il frustrante è dietro l'angolo: per
corti che siano i loop, può capitare di ripetere le stesse azioni molte volte
se non si riesce a capire cosa cambiare per far andare la storia in modo
diverso. C'è stato un momento che non sapevo più cosa fare, visto che ogni
cosa che provavo a fare portava a piccole modifiche nello svolgersi degli
eventi ma comunque sempre allo stesso finale. Se è vero che sta all'abilità
del giocatore riuscire a non rimanere bloccato nel loop e andare avanti, è
anche vero che ci sono alcune cose che vanno fatte nell'ordine corretto o non
sortiranno effetto, e per azzeccare l'ordine corretto bisogna andare praticamente a
caso.
Mi spiego meglio con un esempio: io a un certo punto avevo tutti
gli indizi che mi servivano per andare avanti, ma continuavo a rimanere fermo.
Questo perché, ho scoperto poi, mi mancava un'opzione di dialogo che mi dava
indizi che comunque altre opzioni di dialogo mi avevano già dato, ma se non
facevo quella specifica non mi faceva avanzare.
E anche se si riuscisse a
fare tutto giusto al primo colpo, alcune azioni sono comunque da ripetere
molte volte a prescindere.
Per quanto sia interessante svelare i misteri un po' per volta, quindi, il gioco non può che risultare ripetititivo, perché è come fare dieci passi, poi rifarli e farne uno in più, rifarli di nuovo e stavolta arrivare a 12, e così via: i primi sono sempre uguali! Si devono ripetere un sacco di volte le stesse azioni all'interno sempre degli stessi ambienti: se fila tutto abbastanza liscio lo si può finire in tempo relativamente breve e il problema risulta minore, ma se ci si blocca per un po' diventa pesante.
Intrigante come tutto avvenga in un totale di due stanze, più un bagno e uno sgabuzzino, con pochissime cose con cui interagire e i comandi limitati al click sinistro del mouse. Riuscire a costruire una storia con così pochi elementi è un esercizio di stile non indifferente.
Dal punto di vista della trama però ci sono delle cose che non tornano, in particolare nel finale, ma le mettiamo sotto spoiler.
Quindi, se accettiamo la ripetività e la limitatezza come parte fondamentale del gioco stesso, il gioco è bello. Se le accettiamo. Anche una volta che le accettiamo, però, quel finale, francamente...
Il Moro
Messo in lista
RispondiEliminaBravo!
EliminaPerò se dici "nostra moglie" mi fai pensare a una donna poligama. Quanti mariti ha? 🤣
RispondiEliminaL'idea è bella, mi piace il thriller psicologico, ma andare di continuo per tentativi fino a trovare la strada giusta, anche no!
Bellissima la visuale dall'alto e mi piace quando con un paio di ambienti si riesca a creare così tanto (uno dei miei film preferiti è The Big Kahuna, tutto in una stanza d'albergo).
Ho letto a caso alcune parti dello spoiler, in caso mai mi dovesse capitare gratis e confermano le mie impressioni inziali di questa tua recensione. Come dicevo, solo se me lo danno gratis (col mio abbonamento) su PS4.
E' il plurale maiestatis, si sa che le mogli sono le regine della casa! 😁
EliminaSì, gratis o compreso in qualche abbonamento ne vale sicuramente la pena, pagarlo a prezzo pieno anche no.