martedì 13 settembre 2022

Opinioni in pillole, Zagor: Acque Rosse, La Fratellanza Infernale, Una Ragazza in Pericolo

 Salve a tutti, È il moro che vi parla! 

Come ho già fatto altre volte, raccolgo in questo articolo le opinioni che ho scritto sul forum Zagortenay riguardo alle ultime storie uscite, modificandole un po' per renderle fruibili anche per chi non è un abituale frequentatore del forum in questione e quindi magari non ha già letto i volumi di cui si parla o non conosce a menadito la storia di Zagor.


Color Zagor 15, Acque Rosse recensione

Color Zagor 15, Acque Rosse

Attenzione SPOILER!

Una storia discreta "poliziesca", con una buona idea di fondo ma un intreccio che poteva probabilmente essere reso meglio: la "pistola di Cechov" mostrata in quel punto permette di risolvere da soli metà del mistero, magari si poteva distribuire meglio gli indizi, anche se al momento non mi viene in mente come. Interessante il personaggio (che porta il volto di Boselli) così accecato dall'oro che non solo non capisce che potrebbe stare inseguendo solo un miraggio, ma non si rende nemmeno conto che la tuta da sommozzatore che ha inventato potrebbe fargli guadagnare molto di più. 


Color Zagor 15, Acque Rosse recensione

Belli i disegni e molto belli i colori, d'altronde è una storia in cui il concetto del colore è importante, anzi, diciamo che questo è il modo migliore di giustificare il colore (e il conseguente aumento di prezzo): renderlo importante per la storia. Peccato per alcune vignette, quelle prive di sfondo, che quando sono in bianco e nero ci si fa poco caso, qui si opta per un colore uniforme che da l'idea di poracciata, come se non ci fosse stato tempo e voglia di completare lo sfondo.

Cico praticamente assente e pure Rochas non è che faccia un granché, ma la gag della rissa mi ha fatto molto ridere. 

Il problema più grosso, comunque, è che parlano troppo, una quantità di parole allucinante, almeno se devi leggerlo ad alta voce a tuo figlio sotto l'ombrellone come ho fatto io! 


Zagor + n. 6, La Fratellanza Infernale recensione

Zagor + n. 6, La Fratellanza Infernale

Questo volume comincia MALISSIMO, con il bandito che spiattella tutto il piano a Zagor nonostante avesse già recuperato la pistola! Ma ci voleva tanto a farlo parlare con l'intenzione di distrarre Zagor mentre la recuperava? Illeggibile, già presagivo una lettura pregna di grasse risate, ma per motivi sbagliati.
Per fortuna andando avanti si risolleva, ho apprezzato soprattutto i cattivi non monodimensionali e non stupidi. E finalmente un finale che non sembra strizzato in un quarto delle pagine di cui avrebbe avuto bisogno.
Peccato per i difetti tipici di molte storie di Zagor degli ultimi tempi, quali l'eccessiva verbosità di alcuni momenti, spesso infarciti di spiegoni inutili (Alla Bonelli forse pensano che chi legge Zagor sia scemo, che bisogna spiegargli tutto due volte?), alternati con pagine di Zagor che fa acrobazie tra gli alberi, che sembrano inserite giusto perché non gli si possa dire che non c'è abbastanza azione. Sforbiciare qualcosa di questi due aspetti e farci stare una gag di Cico sarebbe stata cosa buona e giusta.
Si notano anche un paio di personaggi che sembrano importanti e poi spariscono nel nulla. Agganci per storie future, forse, in particolare il bandito immortale pentito? Non so, sarà colpa dei film della Marvel, ormai vedo la minaccia dei sequel dappertutto.

Zagor + n. 6, La Fratellanza Infernale recensione

Gli Isithfuntela si uniscono quindi alla schiera di zombi che Zagor ha affrontato. Ne parlai in questo post sul mio blog e soprattutto nell'articolo che ho scritto per Zagorianità n. 17.

Ovviamente sono andato a informarmi, e riporto qui quanto ho scoperto.

Il Voodoo, o Vuvu che dir si voglia, è tipico di Haiti, ma deriva dalle religioni che gli schiavi africani hanno importato dalle loro terre. In particolare, leggende africane nate principalmente in Guinea dicono che gli stregoni possono far risorgere i morti e usarli come schiavi, in modo molto simile agli zombi haitiani. Ciononostante, in rete nelle varie "enciclopedie dei mostri" vengono solitamente citati tra i vampiri per via delle loro caratteristiche.
Ovviamente, le fonti che parlano di queste creature sono molto vaghe, e senza avere sottomano un vero esperto di tradizioni africane possiamo solo cercare di distinguere la versione "tradizionale" degli Isithfuntela dalle varie modifiche effettuate da scrittori successivi. Si sa che la narrativa modifica la mitologia, vedi ad esempio i vampiri europei, che solo dal racconto Il vampiro di John Polidori hanno iniziato a comparire come creature d'aspetto nobole e affascinante, aspetto completamente assente nel folclore.
Secondo alcune fonti, solo i suicidi possono essere resuscitati come Isithfuntela. Questi cadaveri rianimati sarebbero dotati di coscienza e libero arbitrio, infatti il rituale prevederebbe anche di tagliare la lingua al cadavere e di piantargli un chiodo nel cervello, una grezza lobotomia per renderli docili. Alcuni dicono che abbiano limitati poteri di mutare forma, ma il potere principale che viene loro attribuito è quello di ipnotizzare le loro vittime per farle cadere in una sorta di trance, per poter succhiare il loro sangue con comodo, come vampiri. L'ipnosi è necessaria, perché non sono abbastanza forti da sopraffarre un uomo in un combattimento leale. Pare che il loro modo preferito di uccidere le vittime sia piantargli un chiodo in testa, come è successo a loro. Sempre come vampiri possono essere uccisi con un paletto nel cuore o tagliando loro la testa.
Avrebbero, inoltre, il potere di risvegliare altri morti dalle tombe, che è quello che abbiamo visto ripreso in questa storia di Zagor, ma come schiavi-zombi che si dissolveranno in polvere al primo sorgere del sole (non sono riuscito a capire se possono farsi più notti se si tengono al riparo dal sole, o se durano comunque solo una notte).
Hanno un pessimo rapporto con i lupi, che li detestano e li attaccano a vista.

Ho anche trovato un disegno che ne rappresenta uno, realizzato da Robson Michel. A questo invece di tagliare la lingua hanno cucito le labbra.


Isithfuntela




Zagor n. 685/686 Una ragazza in pericolo

Zagor n. 685/686 Una ragazza in pericolo

Il finale di questa storia mi è stato orribilmente spoilerato (non rivelerò il colpevole, ma LUI LO SA), quindi non l'ho letta con lo stesso stato d'animo che avrei avuto se non avessi saputo come finiva. Ciò detto, sappiate dunque che da qui in avanti spoilererò anch'io come se non esistesse un domani, quindi chi non l'ha ancora letta si tenga alla larga.

Storia strombazzatissima, le cui basi vengono disseminate in quattro o cinque storie precedenti, nelle quali diventa evidente il "debole" di Jenny per Zagor. Peccato che si riveli una "storiella", che non occupa neanche due albi, basata interamente sul "colpo di scena finale" perché, diciamocelo, tutto quello che lo precede è la solita solfa, generici mercanti d'armi che vogliono fare i furbi dove vigila Zagor. Questi tizi non imparano mai.
Ma è voluto, dopo ci torno.

Burattini sembra aver perso la capacità di scrivere dei dialoghi vivaci. Anche quando lo scriveva Nolitta Zagor parlava come un libro stampato, ma allora perché adesso quando lo fa mi sembra un manichino e all'epoca no? Forse è una diversa capacità degli autori di gestire la prosa, forse sono i disegnatori attuali che non hanno la stessa capacità di mostrare sul viso dei personaggi le loro emozioni, forse all'epoca ero piccolo, sarà quel sarà ma anche quando i due amoreggiano all'inizio mi sembra di leggere un dialogo tra robot. Meglio la parte finale, che probabilmente è davvero toccante, ma magari grazie anche alla spoilerata anche lì nessuna emozione è riuscita a toccare il mio cuore di pietra. Sarà che Jenny mi è sempre sembrata la meno interessante tra le "fiamme" di Zagor.

Zagor n. 685/686 Una ragazza in pericolo recensione

Il fatto che a uccidere Jenny siano stati "dei balordi qualsiasi", come nota anche Zagor, da un lato è un'ottima intuizione, dall'altro sembra quasi una giustificazione per la banalità della vicenda.
La lunga preparazione della storia, con Jenny che compare sempre più spesso nella collana e poi viene stroncata così, brutalmente, è una scelta azzardata che mi lascia un po' indeciso. Da un lato l'idea mi piace, è spiazzante, dall'altro abbiamo un finale privo di pathos, almeno fino alle pagine finali. Non riesco a decidere se far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra, quindi lo lascio a metà.

Questa storia sembra essere anche una specie di dichiarazione d'intenti da parte di Burattini, esplicitata nell'ultima battuta: "Ecco perché, finché vestirò i panni dello spirito con la scure, non potrò mai avere una compagna". Come dire, è inutile che stiate a pensarci su, Zagor è fatto per essere immutabile. A differenza di serie come Nathan Never o i comics americani che hanno una loro continuity che si evolve nel tempo, a fine storia Zagor deve tornare allo stato in cui la storia è iniziata, perché un lettore occasionale possa leggerle in qualsiasi ordine (come facevo io quando ho iniziato a collezionarli nei mercatini dell'usato, d'altronde). Le concessioni alla continuty sono poche e limitate ai "seguiti" di qualche vecchia avventura. E a me sta bene così, sia chiaro.
Sarà quindi interessante adesso vedere se questa storia lascerà degli strascichi nelle prossime, tipo uno Zagor sempre più cupo e che evita tutti per non rischiare di metterli in pericolo con la sua amicizia e Cico che interviene per fargli ritrovare la serenità, sarebbe secondo me uno sviluppo intrigante e che permetterebbe un utilizzo di Cico diverso dal solito. Ma se va come penso non se ne parlerà più o quasi.

Non sono grande fan dei disegni della Lazzarini, li trovo troppo "puliti" e un po' legnosi nel rendere i  movimenti. Ho addirittura la sensazione che la storia dovesse andare in un Color e quindi non abbia esagerato con le chine pensando che i disegni sarebbero stati poi colorati. Belli comunque alcuni paesaggi e scorci di foresta. 

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5 commenti:

  1. L'ultimo l'ho saltato che devo ancora leggerlo (aspetto la conclusione della storia, sono troppo vecchio per le narrazioni a puntate :-P ) ma per i primi due concordo con te, soprattutto sul secondo: l'impressione è che la storia fosse decisamente più corta rispetto al formato in cui volevano infilarla e quindi via, allungature di brodo del tipo "doppi spiegoni" e acrobazie a raffica.
    Conosco pochissimo la serie regolare di Zagor, ma le poche storie "storiche" che ho letto non mi sembra avessero tutta questa attenzione agli infiniti spiegoni verbosi, che ormai mi ritrovo pure in Tex. (Infatti ho smesso di leggere la serie regolare, dove ogni albo ha più parole di "Guerra e Pace!")
    "Aque rosse" mi è decisamente piaciuto, per l'atmosfera alla Scooby-Doo: non lo dico per svilire, intendo quello stile da storia del mistero con un fenomeni inspiegabili e indagini che sfiorano il paranormale, anche se non ci finiscono dentro.

    Ah, curioso che entrambe le storie diano molto poco spazio a Cico: mi spiace... ma ho molto gradito ^_^
    Che sia l'inizio di una nuova èra zagoriana dove il mio odiato Cico finalmente si farà da parte??? :-P

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    1. Bravo, a me l'hanno spoilerato e non è stato carino! 😁
      Ai tempi di Nolitta Zagor parlava un sacco e faceva dei discorsi che sembravano presi da un libro stampato, ma erano parte della narrazione, non spiegoni di cose che si capivano comunque!
      Sono di quelli secondo cui Cico DEVE esserci, ma visto come lo scrivono ultimamente meglio che non ci sia! 😆

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    2. Dimenticavo di aver lasciato in sospeso l'ultima recensione.
      Visto hai parlato apertamente eviterò di trattenermi, come ho fatto nella mia recensione. Non conoscevo il personaggio di Jenny quindi la parte emotiva sicuramente è stata ridotta, però per fortuna non ho avuto spoilerate quindi mi sono gustato "in diretta" il colpaccio finale. Come dici tu, colpisce forte perché arriva a ciel sereno. Andiamo, quante volte vediamo personaggi cadere, colpiti anche da più proiettili, e poi rialzarsi con giusto un graffio? Quindi a veder Jenny colpita non si alza neanche un ciglio, era quasi obbligatorio: vedere invece una ferita seria mi ha sorpreso, per questo il finale arriva a frustata.
      Però, come dicevo, non conoscendo il personaggio l'emozione è stata limitata solo alla trama dell'episodio, che definire sbrigativa mi pare davvero riduttivo.

      Proprio da poco anche Nathan Never ha calato giù carte pesanti, fingendo di fare un gradino in avanti nella sua continuity ma temo compiendo ben altro gesto: cioè raschiare il fondo, sperando che qualche scelta emotiva (scritta malissimo) potesse tirar fuori un guizzo di sentimento nei lettori, addormentati dalla deriva telenovelesca della testata. Temo che la Bonelli sia brava solo nell'immobilismo.

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    3. Non sono ancora arrivato alle ultime storie di Nathan Never, ma questa cosa di "cambiare tutto per non cambiare niente" l'hanno già fatta diverse volte...

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    4. Esatto, la sensazione è proprio quella! fare un po' di caciara, gridare al mondo che da questo albo cambia tutto, niente sarà più come prima, comincia una nuova epoca... ma tanto so' tutte chiacchiere! :-P

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