Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
John Wyndham ha scritto uno dei miei romanzi preferiti di sempre, Il giorno dei trifidi. E' stato anche il primo suo romanzo che ho letto, quindi non dovrebbe sembrare strano se ho setacciato i banchi dei mercatini, quando ancora esistevano, in cerca di altre opere di questo autore.
Purtroppo, l'impressione è che Il giorno dei trifidi sia
un unicum, un evento eccezionale, un colpo di genio che non si è
più ripetuto. O forse è solo che quel romanzo ha toccato in me alcune corde
particolari e in realtà non è poi tanto meglio degli altri.
Fatto
sta che dopo ho letto un paio di altri romanzi di Wyndham, senza più ritrovare
la stessa magia. Non fa eccezione questo Il risveglio dell'abisso.
Si prega di notare la foto qui sopra, che è dell'edizione in mio possesso: 130 lire, 20 febbraio 1954. Niente, non è che valga nulla, l'ho pagato uno o due euro al mercatino, ma ormai abituato all'ebook reader come sono fa un po' specie tenere in mano un libro così vecchio, con le pagine scollate e ingiallite dal tempo.
Ora, come si chiamano quelle anticipazioni che stanno nelle quarte di
copertina dei libri, o nel risvolto nel caso di copertina rigida con
sovracopertina? Qualcuno le chiama sinossi, ma che io sappia le sinossi sono
quelle che gli autori scrivono quando spediscono i loro libri agli editori, in
cui riassumono tutta la storia, finale compreso. Ho sempre fatto una fatica
nera a scriverle...
Boh, magari si chiamano anticipazioni. Comunque
quella di questa edizione di Il risveglio dell'abisso è né
più e né meno che una sinossi come le intendo io, visto che spiattella senza
vergogna tutta la trama, finale compreso!
Niente da
dire, complimentoni all'editore, che è riuscito a rovinare un libro già di per
sé non eccezionale rendendolo incredibilmente noioso da leggere, visto che
sappiamo già tutto!
Che poi in questo caso si trova nella seconda pagina interna, visto
che la quarta di copertina è occupata da questa pubblicità che oserei definire abbastanza misteriosa per chiunque non sia un appassionato di orologi. La ditta Incabloc esiste ancora, comunque. |
Questa "quarta di copertina", insomma, rovina completamente il piacere della lettura. Provo a inventarne una che vi dia un'idea di cosa si parla senza ammazzarvi di spoiler:
Misteriosi oggetti scendono dal cielo in tutto il mondo, inabissandosi nei fondali più profondi dell'oceano. E' l'inizio di un'invasione "dal basso", durante la quale creature in grado di vivere solo alle spaventose pressioni degli abissi attaccano chiunque osi solcare i mari e abitare sulle coste... ma come difendersi da qualcuno che non è possibile raggiungere?
Sì, forse potevo fare di meglio, ma almeno non vi ho raccontato la trama per
intero.
Ma anche senza la "quarta" non sarebbe comunque stato un libro da
consigliare. I protagonisti sono giornalisti che si limitano a descrivere gli
eventi che si succedono nel mondo, il più delle volte da lontano. Il libro è
in pratica una serie di cronache di eventi dapprima misteriosi (cioè,
sarebbero misteriosi se la sinossi non ci avesse già spiegato tutto) che
diventano presto chiari, inframezzate da qualche intervista a scienziati e
scorci della vita privata e lavorativa dei due giornalisti protagonisti, che
sono marito e moglie. Gli eventi si susseguono in un crescendo che non riesce
a coinvolgere né a emozionare, con l'unica eccezione dell'attacco alla
spiaggia, guarda caso l'unico vissuto in prima persona dai protagonisti. Il
finale, poi, dopo un crescendo drammatico fino a una vera apocalisse, è un
enorme deus ex machina con cui si risolve tutto in un paio di pagine. Sembra
quasi che sia stato inserito a forza su richiesta dell'editore che preferiva
il lieto fine, o qualcosa del genere.
No, davvero, niente di che.
Mi ha comunque colpito il modo in cui è stata ritratta la donna, che in
effetti è la moglie del vero protagonista. Il focus è principalmente su di
lui, ma lei è un esempio di "donna forte" proveniente
da mooolto prima che il termine diventasse di moda (ed
enormemente abusato). E' lei a prendere la maggior parte delle decisioni e ad
avere tutte le idee migliori, è lei quella più previdente e più brava a
organizzarsi, insomma tra i due è decisamente quella più intelligente e con il
carattere più forte. Contando che stiamo parlando di un libro pubblicato nel
1953, la cosa non era così scontata.
Ciò va quindi aggiunto alle
riflessioni sullo stesso tema che ho scritto in questo articolo su una raccolta di racconti sempre di john Wyndham: anche lì ho notato qusta tematica "femminile", declinata in svariati modi,
ma presente. In alcuni racconti, soprattutto quelli più vecchi, Wyndham sembra
avere un pensiero progressista, in altri, soprattutto, quelli più "tardi"
della sua produzione, sembra essere diventato un mezzo misogino.
Purtroppo,
a parte quella citata all'inizio, le sue opere non mi piacciono abbastanza per
farmi venire voglia di leggerle tutte e indagare meglio. Ma se qualcuno l'ha
fatto, mi piacerebbe sentire la sua opinone.
Il Moro
Mondadori non l'ha per nulla ristampato questo libro... :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, anche adesso che non posso più leggere su carta, per via di un astigmatismo peggioratissimo, continuo a conservare fin troppi Urania, comprese queste vecchie edizioni splendidi e splendenti. Solo come oggetti belli, perché anche con gli occhiati da lettura a malapena saprei distinguere il titolo - quindi nel caso il libro lo leggerei in digitale - ma sono maledettamente belli.
La mia "fase Urania", quando cioè mi sono sfondato di decine e decine di libri, era relativa al formato "quaderno bianco", quando le trame dietro di solito (si badi, di soilto, non sempre) non ti spiattellavano tutto, mentre queste edizioni più antiche non le ho mai lette in cartaceo e non ho fatto caso alle trame. Però purtroppo è un vizio orribile che temo la Mondadori abbia perseguito a lungo e in vari luoghi.
Ricordo ancora un Oscar Mondadori, sarà stato degli anni Ottanta, che nella trama parlava di 'sto John (nome che mi invento ora) che si suicida. Inizio il romanzo e... il protagonista si chiama John e parla in prima persona. Ma... quindi l'infame che ha scritto la quarta di copertina mi ha appena fottuto il finale? Sì...
Di solito si riconosce subito il critico cinematografico dal cialtrone: il primo ti spiega tutto senza rivelarti nulla, il secondo ti dice subito chi è Keyser Söze perché non ha altro da dire. Temo valga anche nel campo editoriale. (Io per esempio sin da ragazzo non leggo mai le introduzioni, perché lo so che il curatore non resisterà a rovinarmi dei colpi di scena!)
Non ricordo se ho letto altri urania di queste edizioni vecchissime e se anche quelle spiattellavano tutto, ma mi è successo altre volte anche con altri editori. gli venisse una cacarella fulminante. Raramente, per fortuna, ma quando succede vorresti inseguire il pazzo che ha scritto la quarta di copertina con una roncola. Ma hai ragione, il pericolo maggiore sono le introduzioni, dove chi le scrive per farti vedere che loro il libro l'hanno letto e capito meglio di te ti spiegano tutto!
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