martedì 7 dicembre 2021

Gantz, un manga dove si spara un sacco e si piange ancora di più!

Gantz, recensione
Salve a tutti, È il moro che vi parla! 

Delle persone a Tokyo vengono salvate nel momento della morte (o forse resuscitate un millisecondo dopo, non è chiaro), per essere teletrasportate in un appartamento dove una misteriosa sfera nera fornisce loro armi fantascientifiche e una tuta potenziata, per poi dare loro un'ora di tempo per uccidere degli alieni che si nascondono tra gli umani. 
Quelli che riescono a sopravvivere, dato che gli alieni sono tutti dei mostri assassini uno più spaventoso dell'altro, continuano ad essere periodicamente richiamati nell'appartamento, fino a che non raggiungeranno i 100 punti. 

Questa è la base di Gantz, manga di successo planetario, tra i più letti di sempre in Giappone, tanto da generare tre serie spin-off, due film live action e uno in CGI, due light novel, un videogioco per PS2 e due per cellulare, oltre ovviamente alla serie anime tratta dalla prima parte del fumetto.

Si tratta di un manga "seinen", cioè destinato a un pubblico adulto o quantomeno con più di 16 anni. Non che la trama sia particolarmente complessa da seguire, anzi sarebbe una storia abbastanza adolescenziale, se non fossero presenti (poche) scene di sesso e (molto) splatter.

Il manga è diviso in due "fasi". Cominciamo a parlare della prima.

Gantz, recensione

L'inizio fa pensare di trovarsi di fronte a un manga basato su una serie di combattimenti di gruppo contro mostri sempre più potenti, e in buona parte è così, ma tra una visita e l'altra alla stanza della sfera la trama ha tempo di evolversi in direzioni anche inaspettate.

Per quanto riguarda le "missioni", si tratta di lunghe, a volte lunghissime, fasi action il cui punto di forza è che questi tizi sono stati pescati a caso dalla strada e tirati in mezzo senza alcuna preparazione. Hanno tute potenziate che permettono loro di compiere grandi balzi e spaccare i muri a pugni, oltre a pistole in grado di far esplodere i bersagli, ma non hanno alcuna esperienza o addestramento al combattimento. Cercano di cavarsela come possono, e infatti muoiono a frotte.

Gantz, recensione


Due sono i principali punti di forza di questa prima parte.
Il primo è il mistero che gira intorno alla sfera nera chiamata Gantz. Cos'è? Da dove viene? Perché prende gente a caso e la manda a farsi ammazzare da dei mostri? E i mostri chi sono? Da dove vengono? Cosa vogliono?
Vengono date pochissime informazioni, ogni tanto si riesce ad aggiungere qualche briciola al quadro generale ma è sempre molto di più il non detto. E, si sa, nelle storie dove c'è un mistero è cosa buona e giusta mantenerlo fino all'ultimo. Qui ci si riesce benissimo.

Il secondo è l'aver scelto come protagonista uno che non ha nessuna caratteristica dell'eroe. E' vigliacco e approfittatore, ma non in modo macchiettistico, piuttosto in modo realistico. Ti fa pensare che quella situazione probabilmente faresti così anche tu. È un ragazzo di al massimo 16 o 17 anni, che sembra capace di pensare solo alla f*** e a sopravvivere alla scuola tenendo un profilo basso e facendosi i cavoli suoi. Questo non gli impedisce di essere preso di mira dai bulli, di cui le scuole giapponesi sembrano essere piene da fino a scoppiare. In effetti nella parte iniziale mi ha colpito quasi di più questa cosa dei bulli che sbatacchiano chiunque nella scuola per farsi dare dei soldi che la storia vera e propria, nonostante sia un tema assolutamente secondario a cui viene dedicato un numero esiguo di pagine. Decisamente meno credibile di quello del protagonista è il comportamento della sua fidanzata, la quale, dopo essere stata coinvolta più volte in spaventosi fatti di sangue e tenuta sempre all'oscuro, continua ad andare avanti come se niente fosse e a non farsi mai nessuna domanda...
Ovviamente il protagonista evolve durante la narrazione, diventando sempre meno "stronzo" e, bisogna dire, anche un po' meno interessante, sebbene non arrivi mai ai livelli del suo comprimario Kuro, lui sì un eroe a tutto tondo.

Gantz, recensione

Per parlare della seconda parte devo, purtroppo, fare qualche spoiler, cercando comunque di tenermi sul vago.

A un certo punto il "gioco" di Gantz sembra avere termine, senza spiegazioni, per essere seguito da una spaventosa invasione aliena su larga scala!

Niente più caccia, qui si parla di sopravvivenza. Gli alieni atterrano uccidendo senza pietà migliaia di persone con le loro enormi macchine da guerra, e nemmeno i superstiti di Gantz con le loro armi e le tute sembrano essere in grado di opporsi al loro spaventoso potere. Gli eserciti vengono annichiliti in poco tempo, e la disperazione più nera si spande per la Terra.

Gli alieni giganti mi hanno subito ricordato Macross, che è saldamente tra le mie serie animate giapponesi preferite sin da quando l'ho vista da ragazzino, ma l'atmosfera di disperazione, la perdita di ogni speranza, rimandano piuttosto al capolavoro L'eternauta. Non voglio sollevare scomodi paragoni con un mostro sacro di tale livello, ma è certo che, se devi copiare da qualcuno, è meglio farlo dai migliori.

Gantz, recensione

L'action è sempre potente, il dramma è sempre pesante. Gantz non molla ed è appassionante fino all'ultimo, e anche quando il protagonista assume di più le caratteristiche dell'eroe classico ci sono altri punti di interesse che non rivelerò, compresi molti interrogativi etici e filosofici che il lettore è spinto a porsi. Peccato per alcune sottotrame rimaste in sospeso (chi diavolo era il tedesco che ha contattato il giornalista, per esempio) e qualche spunto sprecato (il fratello di Kei Kurono ha una parte talmente minimale che sembra quasi che all'inizio ci fossero per lui altri piani, poi cambiati in corsa).

Quello che fa un po' ridere è quanto diavolo piangono! Nei momenti più drammatici i volti vengono ricoperti da fiumi di lacrime, spesso anche dal naso, con tanto di urla come se fossero tutti dei poppanti.

Gantz, recensione
Questa è la media quando attaccano a piangere.

Bisogna parlare anche della modalità con cui il manga è disegnato.
Gli sfondi sono stati realizzati partendo da delle fotografie, che vengono rielaborate al computer. Vengono estratte le linee di contorno e aggiunte ombre e particolari a mano. Il risultato sono dei fondali estremamente realistici ma senza l'effetto "fotoromanzo" e perfettamente integrati con i personaggi. Certo, manca un po' di quel "calore" trasmesso da un disegno fatto completamente a mano, e questo è stato dichiarato anche dall'autore stesso, ma la velocità di lavorazione compensa il difetto.
Più avanti nel manga vengono utilizzati anche elementi realizzati in computer grafica, quali mostri o veicoli. Si amalgamano ancora bene, ma non più "così" bene. In particolare, durante gran parte dell'arco narrativo finale, molti disegni sono così scuri e così carichi di particolari che pagine e pagine passano una dietro l'altra senza riuscire ad avere una chiara idea di cosa sta succedendo.

Gantz, recensione
Questa tavola è stata colorata, splendidamente oserei dire, dall'artista BrkHeaven che trovate su Deviantart Ha fatto lo stesso con molte tavole di manga.

Insomma un gran bel fumetto, che pur non essendo esente da difetti fa appassionare il lettore abbastanza da spingerlo a voler sempre andare avanti. La parte finale è inferiore rispetto a quella iniziale, ma non toglie che sia stato un bel viaggio.

Nel prossimo articolo parliamo dei film tratti da Gantz, non mancate!

Il Moro

altri manga di cui abbiamo parlato in questo blog:

6 commenti:

  1. Mi aggancio alla conclusione del post, io ho visto appunto uno dei film (lo davano su amazon prime) però non è scattata la scintilla...

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  2. Un manga davvero ganzo, che non avevo mai sentito, peccato per i film.

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    1. I film non è che siano male, ma non sono all'altezza. Ma ne parliamo la prossima volta.

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  3. Il primo film è molto valido, IMHO.
    Il secondo, provando a dare una "spiega" al tutto, risulto meno interessante.
    Vedo di recuperare il manga, dopo questa recensione!

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