martedì 26 marzo 2024

Chaos Rings III, tra il giochino per cellulari e il tripla A

Chaos Rings III recensione


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Chaos Rings III non è stato realizzato dalla solita Square Enix, regina (più o meno) indiscussa dei JRPG, che l'ha solo pubblicato. Le menti dietro il gioco sono invece della Media.Vision, già autori di Wild Arms.

Il gioco, uscito nel 2014, nonostante il 3 nel nome è il quarto episodio della saga Chaos Rings, saga sviluppata interamente per il mercato mobile. Ma tanto sono come i Final Fantasy, la trama non c'entra nulla con i predecessori con i quali ha probabilmente in comune solo alcuni aspetti del gameplay. 

Il fatto che sia uscita una versione di questo gioco anche per PSVita ci fa intuire la natura della produzione: nonostante si tratti di un gioco per smartphone e tablet, è tutt'altro che un "giochino per cellulari" come le migliaia che infestano il Play Store.
Si tratta piuttosto di un gioco fatto e finito, senza stupide microtransazioni (e ci mancherebbe pure, visto il prezzo notevole) che appunto non sfigura per nulla rispetto a un gioco per console, sia per quanto riguarda l'aspetto tecnico che quello narrativo.
La natura di gioco per dispositivi mobili si vede praticamente solo nell'implementazione dei comandi a touch screen, in particolare nei menu, in una certa tendenza a spingere per partite brevi con salvataggi frequentissimi, e premi giornalieri per ogni volta che si apre il gioco. E' possibile giocarci seduti sul cesso, insomma, anche se la lunghezza totale del gioco è paragonabile a quella di altri JRPG (io sono arrivato a una novantina di ore, completandolo al 90% o giù di lì), quindi vi serviranno MOLTE sessioni sulla tazza o una settimana di influenza intestinale.

Chaos Rings III recensione


L'ambientazione è interessante, perché sembra derivare da spunti più familiari agli appassionati occidentali di fantascienza rispetto al solito mondo alieno tecno-fantasy visto in moltissimi JRPG.
Stavolta è proprio la nostra Terra, ma la Terra del futuro, e la vediamo sospesa sopra le nostre teste: gli ultimi umani vivono infatti su un'enorme stazione spaziale che orbita intorno al pianeta, reso inabitabile da non meglio precisati eventi catastrofici avvenuti un migliaio di anni prima. Ora è di nuovo possibile visitare la Terra, ma meglio farlo solo per brevi periodi e nelle zone più sicure: i cambiamenti climatici si sono in gran parte riassorbiti, anche se è rimasto un oceano di magma nella zona artica, ma il mondo è ancora infestato da mostri.
Solo gli appartenenti alla gilda degli Esploratori possono visitare il pianeta per cercare tesori e segreti delle antiche ere. 
Ulteriori sviluppi nella storia portano a scoprire altri spunti da fantascienza "classica", ma anche giapponesate di livello kaiju.
Per quanto, quindi, ci siano le giapponesate surreali a cui ci hanno abituato i JRPG, apprezzo comunque questa fantascienza un po' meno "fantasy" del solito.

Chaos Rings III recensione
Uno scorcio dell'hub di gioco, la principale cittadella della stazione spaziale, dalla quale si vede la Terra nel cielo.


Nei panni di un gruppo di questi esploratori (ognuno con le sue storie personali, ovviamente) eccoci quindi ad accettare svariate missioni sulla Terra disabitata, alla ricerca di oggetti o mostri da sconfiggere. Il tutto mentre, come da copione, qualcuno trama nell'ombra per scoprire la verità che si nasconde dietro all'antica catastrofe e aprire la via per un potere senza pari.

Chaos Rings III recensione
Una schermata di battaglia.

La particolarità degli Esploratori rispetto agli altri umani è la capacità che hanno di connettersi con i "geni", in pratica ricordi (non  proprio esatti) di grandi eroi e personaggi importanti del lontano passato, che permettono loro di fare magie. Ad esempio un gene può essere Odino, un altro Leonardo, eccetera. Se ne può usare uno solo per volta, ce ne sono in tutto 139, e ognuno ha tre o quattro magie o mosse speciali a disposizione.

Chaos Rings III recensione
Questo è un Gene, in battaglia viene usato come se i personaggi tirassero fuori di tasca una carta da gioco, a cui segue la magia o il colpo speciale selezionato.


C'è una questione in cui Chaos Rings III sembra ricordarsi di essere un gioco per mobile. Non starò qui a spiegare il sistema per salire di livello, che risulta abbastanza originale rispetto a quello a cui siamo abituati ma anche un po' complesso. Semplificando di molto la questione, diciamo che il progredire del livello degli avversari è molto più rapido del progredire dei nostri, tanto che sembra quasi che ci dovesse essere dietro un qualche sistema di microtransazioni per salire di livello pagando, che poi è sparito dal gioco finale. Così com'è, Chaos Rings III obbliga a un level grinding pazzesco, al punto da costringere il giocatore a usare dei "trucchetti" per accumulare EXP più in fretta. Roba tipo farsi uccidere prima della fine delle missioni durante le quali si può accumulare più esperienza in modo da poterle rifare dall'inizio più volte, o cambiare la data del tablet per prendere più volte al giorno il regalo giornaliero. Se non si usano questi trucchetti, col cavolo che si va avanti (e anche così ci ho perso un fottio di ore, pensa se non li avessi usati). 

Chaos Rings III recensione
Non so quante centinaia di questi tizi ho ammazzato, perché sono quelli che danno più EXP. Parecchie.

L'altro grande difetto è la limitatezza dell'area da esplorare. Il gioco funziona con un hub centrale, la stazione spaziale, da cui ci si può teletrasportare nei vari dungeon disseminati per il mondo. Però di questi dungeon non ce ne sono molti, e sono abbastanza piccoli, e se a ciò uniamo il level grinding di cui sopra ecco che ci si ritrova a girovagare sempre negli stessi posti per combattere sempre gli stessi nemici (quelli che danno più esperienza, appunto).
Poco prima di Chaos Rings III ho giocato a Xenoblade Chronichles, e la cosa mi ha fatto un po' ridere perché quello metteva a disposizione un'area esplorabile enorme nonostante fosse ambientato interamente sul corpo di un gigante, mentre in quest'altro gioco in cui si avrebbe in teoria a disposizione l'intero pianeta Terra ci ritroviamo a girare sempre negli stessi ambienti. 

Due difetti un po' troppo grandi, che rischiano di far passare in secondo piano la trama notevole (trama che, purtroppo, alla fine lascia alcune linee narrative incompiute, come se si pensasse a un seguito o se le cose avessero dovuto essere approfondite in spin-off o quant'altro). 
Alla fine della fiera, nonostante non mi sia pentito di aver perso tutto questo tempo giocando a Chaos Rings III, non mi sento di consigliarlo.
Sarebbe bello trovare qualche altro JRPG (o gioco con questo stile, che adoro, non necessariamente giapponese) con un'ambientazione fantascientifica più classica del solito guazzabuglio tecno-fantasy in cui, verso la fine, c'è SEMPRE qualcuno che galleggia in campo bianco. Temo di dovermi rivolgere agli indie moderni, tra i quali però è difficile cercare... Sentitevi liberi di consigliarmi qualcosa del genere.

Se volete, potete verificare qui quale posizione gli abbia dato nella mia classifica dei JRPG.

Il Moro


Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.



5 commenti:

  1. Minchia che palle! 90 ore su cellulare sono un'eternità! 😱
    Per finirlo ci avrai impiegato tra le 180 e le 360 cacate (a seconda dei tuoi tempi sul trono di ceramica) 😂
    Purtroppo non ti so consigliare, non è proprio il mio genere anche se la trama futuristica in generale non è male, anche se si è già vista.

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    1. Infatti ci sono volute numerose sessioni.
      Ma devo dire di avere trovato ancora più pesanti le 60 ore su Nintendo DS di Shin Megami Tensei: Strange Journey.
      Purtroppo mi piace questo genere, se fossi una persona intelligente non dovrei nemmeno toccare giochi che mi sequestrano per tutto questo tempo. 😅

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    2. Comunque basta che le sessioni non siano così lunghe da farti addormentare le gambe, se no non ti alzi più dal WC.

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    3. Figurati, io non sopporto i giochi lunghi eppure mi ritrovo a giocare a open world da 100-200 ore solo perché sono del genere che amo.
      Comunque mi è venuto in mente l'ultimo JRPG che ho giocato (e mai finito): Ni No Kuni, mi stava anche piacendo, nonostante oggi (in realtà era il 2013) non riesca più a stare dietro a combattimenti a turni e infiniti dialoghi testuali.

      @liri Vit: esatto ma il segreto sta nel non appoggiare i gomiti sulle gambe 😝

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    4. Come con tutte le cose belle, anche col water bisogna stare attenti a non esagerare. 🤣

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