venerdì 3 ottobre 2014

The surrogates, recensione (film e fumetti)

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

The surrogates è un fumetto del 2005, con Robert Venditti ai testi e Brett Weldele ai disegni. Credo sia la loro opera più nota.
È una graphic novel di fantascienza, che narra di un futuro non troppo lontano in cui l'invenzione dei surrogati, androidi comandati a distanza, ha sconvolto le abitudini dell'umanità.
Mentre gli "operatori" possono starsene comodamente sdraiati in poltrona con dei ricettori per le onde cerebrali sulle tempie, i surrogati vanno in giro al posto loro. La connessione neurale permette un controllo assoluto sulla macchina, e i sensori dei surrogati trasmettono agli operatori tutte le sensazioni che provano. Si può quindi, ad esempio, provare il gusto di fumare o di usare droghe senza subirne le conseguenze negative, e lavori pesanti possono essere eseguiti anche da chi non ne avrebbe il fisico.
Molte malattie scompaiono dal mondo, visto che pochi escono ancora di casa, così come scompaiono le differenze tra persone sane e portatori di handicap.
Non solo, ma ognuno può scegliere di essere, in pubblico, chiunque voglia. Uomini con surrogati donne, bianchi con surrogati neri, soprattutto persone vecchie e/o brutte con surrogati giovani e belli. 

La trama segue la vicenda del detective Harvey Greer, che indaga sulla distruzione di alcuni surrogati a opera del misterioso "Steeplejack". Alle indagini su questa sorta di "serial killer" si mescola la vicenda umana di Greer, costretto a un certo punto a rinunciare al suo surrogato e entrando così in contrasto con la moglie che invece non ne ha nessuna intenzione (per tutta la storia non vedremo mai il vero aspetto della donna). Verremo anche a conoscenza di un movimento pseudoreligioso basato sul rifiuto e sull'odio per i surrogati e per lo sconvolgimento dell'opera di Dio che hanno portato, comandato da un leader carismatico (dall'aspetto molto "già visto").


Nello 2009 arriva nelle edicole anche il prequel del fumetto, dal titolo The Surrogates: Flash and Bones. Qui si approfondisce uno degli eventi che nel volume precedente erano rimasti sullo sfondo, l'aggressione ad un barbone da parte di tre ragazzini che avevano rubato i surrogati dei genitori. Questa è anche la prima indagine di Harvey Greer, che qui non è ancora diventato un detective.

I volumi sono inpreziositi da inserti alla fine di ogni capitolo, che approfondiscono l'ambientazione. Articoli di giornale, pubblicità dei surrogati, trascrizioni di talk-show dove se ne discute. Inserti molto interessanti, per alcuni versi potrebbero essere addirittura le parti migliori delle due graphic novel.



I temi della disumanizzazione, dell'importanza della bellezza, dell'aspetto fisico correlato ai ruoli sociali, dell'uso eccessivo e indiscriminato della tecnologia, sono trattati con perizia e intelligenza. Alla fine non saremo nemmeno sicuri di da che parte dobbiamo stare, tanti sono i vantaggi portati dai surrogati a dispetto della perdita della vera umanità.

Entrambi i volumi sono molto belli, fantascienza intelligente utilizzata per raccontare temi importanti. Peccato che il secondo (o meglio il prequel), che racconta soprattutto una serie di vicende legali, sia un po' più noioso e meno appassionante del primo.


Un difetto accomuna tutti e due i volumi: i disegni.
Disegni di questo tipo, schizzati con pochi tratti, sono a parer mio accettabili solo nelle produzioni indipendenti. Si tenta di aggiustare il tutto con un uso dei colori particolare, quasi pittorico, e l'inserimento di fotografie (difficilmente riconoscibili come tali) negli sfondi, ma il risultato finale nel complesso non mi è piaciuto molto. Bisogna comunque dire che Brett Wendele ha fatto tutto da solo: matite, chine, colori, perfino il lettering.

Entrambi i volumi sono comunque consigliati per gli amanti della fantascienza intesa in senso più classico, quella utilizzata per far riflettere sui temi e sui problemi della società moderna.



Sempre nel 2009 esce negli USA il film tratto dal fumetto, intitolato in Italia Il mondo dei replicanti.

Rispetto al fumetto, non potendo inserire gli articoli di approfondimento il film indugia meno sui vari aspetti etici (ma avrebbero anche potuto inserire dei notiziari o qualcosa del genere) e modifica la trama per renderla più complessa e intricata. Certo, i temi non è che siano spariti, sono solo un po' più difficili da individuare per uno spettatore distratto.



Alcune cose vengono purtroppo snaturate, come il personaggio della moglie del protagonista (che qui per qualche misterioso motivo cambia nome in Tom), alla quale vengono date motivazioni più profonde per la sua scelta di utilizzare costantemente un surrogato. Questo tipo di approfondimento, se da una parte aumenta l'importanza del personaggio, dall'altra fa sì che non sia più la rappresentante ideale dell'umanità media.



Per questi e altri motivi, come ad esempio il finale differente e decisamente più buonista, il film non riesce a colpire a fondo come il fumetto, preferendo concentrarsi sui surrogati che saltano da una macchina all'altra che non su ciò che l'uso degli stessi comporta.
Però è visivamente ben fatto, le scene dei surrogati che saltellano sono carine e in generale ha un buon ritmo.

Batman_Clone
Anche Bruce ne ha uno!

Insomma, non sono dei capolavori ma i fumetti sono comunque interessanti, e anche il film una visione la merita. Solo una.

Il Moro








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