martedì 30 settembre 2014

Il pianeta di Satana, di Mike Resnick - recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ogni tanto ci vuole anche un libro così : corto, leggero, senza pretese e piacevole da leggere.
Si parla di Il pianeta di Satana (tit. orig. Walpurgis III, 1982), e questa è la trama:

Conrad Bland è l'uomo più malvagio della galassia. Uno che Hitler può solo baciargli i piedi, colpevole della morte di un numero spropositato di persone su decine di pianeti. Questo simpaticone si è rifugiato su Walpurgis III, un pianeta molto particolare, dove si sono ritrovati tutti gli adoratori del maligno nelle sue varie forme, dal culto di Satana a quello di Kali alle forme più oscure del Voodoo, e molti altri. Gli emissari della Repubblica, l'organo a cui appartengono quasi tutti gli altri pianeti abitati, non sono ben visti qui, e ogni tentativo di estradare Bland non ha avuto successo. Viene quindi contattato Jenko, il più letale killer prezzolato della galassia, per incaricarlo di recarsi su Walpurgis e porre finalmente termine all'odiosa esistenza di Bland.
Bland ha ovviamente trovato su questo pianeta terreno fertile, circondandosi di seguaci pronti a tutto pur di proteggerlo. Ma il super-killer Jenko non si fa spaventare per così poco.

Simpatico il world building, secondo cui un mondo basato totalmente su culti che prevedono spesso sacrifici umani e altre simpatiche usanze spesso in contrasto tra loro (e tante volte anche abbastanza ridicole, come le donne che vanno in giro a seno nudo), comunque riesca a stare insieme.

Il rapporto tra Jenko e il poliziotto che gli da la caccia ricorda un po' quello tra Light e L. di Death Note. Entrambi sono talmente intelligenti da avere intuizioni che sfociano nel soprannaturale, e anche Jenko ricorda un po' Light nel senso che, nonostante sia un personaggio che di positivo non ha assolutamente niente, ti fa venire da tifare per lui.


Il super-killer Jenko è probabilmente il prototipo del Widowmaker, un killer letale che agisce in tutta la galassia, protagonista di una serie di tre libri dei quali in Italia è arrivato solo il primo con il titolo Il killer delle stelle, che più o meno è sullo stesso stile di questo ed è stato scritto anni dopo.


Ci vengono anche posti dei quesiti morali, per lo più facilmente superabili, del tipo: è peggio un uomo che causa la morte di milioni di persone per puro divertimento, o uno che ne uccide centinaia per semplice calcolo di convenienza?


Insomma, questo libro è proprio il più classico degli Urania: corto, scorrevole, divertente, senza eccessive pretese di complessità o profondità. Perfetto da portare in spiaggia. Se invece cercate qualcosa di più profondo, potete anche guardare da un'altra parte.

Una curiosità: vedete sparse qua e là varie copertine estere del romanzo, e in testa all'articolo quella italiana. Mi piacerebbe sapere dove l'autore del disegno dell'Urania ha visto una nave, nel libro. Davvero, non c'è traccia di navi, velieri o altro, né in acqua né nello spazio. Mah.

Il Moro

-EDIT-
Il mistero della copertina è risolto grazie a un utente del gruppo Facebook "Romanzi di fantascienza"!
Ci fu unoo scambio di copertine tra questo numero e il precedente, L'equazione del giorno del giudizio. Ecco la seconda delle copertine scambiate:



Pian piano si scopre tutto.

2 commenti:

  1. Infatti che c'entra la nave!
    Ahahhaha

    Il libro lo avevo sentito parlare da molti miei amici, quasi quasi lo recupero.

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    Risposte
    1. Poi gli Urania usati vengono via a poco... :-)
      Il Moro

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