martedì 7 ottobre 2014

Trine 2 - recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Trine 2 è un videogioco del 2011, di genere platform bidimensionale, come quelli di una volta, sviluppato dallo studio indipendente finlandese Frozenbyte.

La trama è roba da fantasy, con i tre protagonsti che si ritrovano loro malgrado a dover salvare il mondo. Non che importi più di tanto in un gioco di questo tipo.
Si può cambiare in ogni momento tra i tre protagonisti: il mago, in grado di sollevare oggetti con la telecinesi e di creare scatole e ponti, la ladra, che possiede un arco e un rampino con il quale appendersi ad alcune piattaforme, e il guerriero, che mena.

Si va avanti nel classico schema dei giochi di piattaforme bidimensionali: si avanza verso destra, cercando di arrivare alla fine del livello superando gli ostacoli. In questo caso, soprattutto grazie alle abilità del mago, per avanzare spesso dovremo risolvere enigmi basati sulla fisica.



Il poter cambiare tra tre personaggi porta una certa varietà al gioco, tanto più che molte situazioni possono essere risolte in molti modi diversi, non obbligando quindi il giocatore a capire esattamente cosa voleva il programmatore quando ha creato quel particolare ostacolo.



Purtroppo, proprio la fisica sarà spesso il nostro peggior nemico: certe volte sarà davvero difficile cadere nel posto giusto, e imbroccare quel particolare salto potrebbe richiedere un numero di tentativi intorno ai millemila. Pochi più delle bestemmie che voleranno nella vostra cameretta.



Sì, il gioco è spesso frustrante, perché la difficoltà è affidata al caso o quasi. Probabilmente utilizzando un joypad la qualità dei controlli migliora, ma come l'ho giocato io spesso sembra che i personaggi indossino dei pattini, visto che non riescono mai a fermarsi prima della fine della piattaforma



Ma la bellezza di Trine non sta nello schema di gioco, nè nella trama (quasi assente): Trine è quanto di più vicino all'arte pittorica sia disponibile nel mondo dei videogiochi. Potete intuirlo dalle immagini sparse qui in giro.
Ci muoveremo in un mondo fiabesco disegnato meravigliosamente. La qualità dei disegni è tale che molti ambienti potrebbero anche stare in una mostra.
L'impressione è veramente di passeggiare dentro a dei dipinti, e solo per questo ne consiglio l'acquisto.



Però non dobbiamo dimenticare che questo è un seguito.
Rispetto al primo Trine, la grafica è stata migliorata con splendidi effetti di luce e parti dello sfondo in movimento, senza contare le animazioni dei protagonisti e la presenza di alcuni boss.
Però nel primo Trine era forse più forte la sensazione di muoversi dentro a dei dipinti. Forse proprio perché gli sfondi erano più statici, o perché sembravano più disegnati "a mano" e si vedeva meno l'uso della CGI... o magari solo perché era una novità.



E non c'è praticamente niente altro di nuovo. I protagonisti hanno pochissime nuove abilità dall'utilità dubbia, e l'aumento della difficoltà rende frustrante un gioco nel quale sarebbe bello avanzare più facilmente proprio per godere della bellezza dei fondali.



Insomma, tecnicamente è più bello del primo... ma a me era piaciuto di più il primo.
Ma forse è solo una mia impressione, e se vi piace l'idea di godere di un mondo meravigliosamente dipinto potete anche fare in modo di procurarveli tutti e due.

Il Moro

4 commenti:

  1. Sono d'accordo. Il plus di questo secondo capitolo è nella grafica, meno illustrata e più coinvolgente. La giocabilità varia di poco; qualcosa migliora, ma si scivola tanto, troppo. E poi, non dimentichiamolo, certe bocce di esperienza sono irraggiungibili!
    Ah, ricordiamo anche la colonna sonora, come nel primo capitolo composta dall'ottimo Ari Pulkkinen, che esalta l'aspetto fiabesco del gioco. :)

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    1. Vero, vero, bella anche la colonna sonora. Molte bocce di exp le ho allegramente lasciate dov'erano...
      Il Moro

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  2. Non avevo sentito parlare di nessuno dei due capitoli.
    Lo metto nella lista dei recuperi.

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