martedì 17 giugno 2025

Fantastico italiano: Il diario dell'estinzione, Livido

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di due libri di autori italiani del fantastico.


Il diario dell'estinzione, di Maico Morellini recensione

Il diario dell'estinzione, di Maico Morellini

Uscito nel 2019, quell'anno Il diario dell'estinzione vince anche il Premio Italia come miglior romanzo fantasy. In realtà è più horror che fantasy a parer mio, ma si sa che i generi letterari stanno nell'occhio di chi guarda.
Siamo nel 1885 a Londra, e una coppia di investigatori di Scotland Yard indaga su un misterioso suicidio. In realtà i due costituiscono una sorta di cellula per indagini su eventi strani e insoliti, un po' come Mulder e Scully per l'FBI. Lefevre (non so se si scriva così, ho ascoltato l'audiolibro) è quello pratico, duro e manesco quando serve, mentre Buckingam è lo scienziato specializzato in materie occulte. Le loro indagini li portano a scoprire le mostruose macchinazioni di un tremendo avversario.

Maico Morellini ci porta in una Londra che è ancora il centro del più grande impero della storia dell'uomo, ma anche di grandi innovazioni scientifiche e tecnologiche. In particolare si sprecano i riferimenti a Darwin e Tesla. Non si tratta però di un romanzo scientifico né fantascientifico, perché l'impianto è prettamente fantasy/horror. Buckingam e il suo avversario, Caleb Cavendish, sono ipnotisti e mesmeristi, ma le loro capacità sono piuttosto ascrivibili nel campo dell'ESP. Telepatia, trasmissione del pensiero, psicometria, tutte cose che Buckingam dice di possedere grazie allo studio e alla disciplina mentale, ma che vengono utilizzati né più e né meno che come superpoteri mentali.

Il romanzo alterna due punti di vista alternati: quello degli investigatori e quello del "cattivo". E qui sta la dicotomia del romanzo: le parti con gli investigatori che man mano dipanano l'ingarbugliata matassa delle azioni e dei misteri di Cavendish sono interessanti come storia e appassionanti come stile di scrittura, i due personaggi insieme funzionano alla grande, le parti più "action" sono esaltanti e quelle più "horror" sono spaventose. 
D'altro canto, tutte le parti dedicate a Cavendish sono lunghe e noiose. Cavendish spesso si perde in lunghe riflessioni e nelle sue parti manca quasi completamente sia l'"action" che l'"horror". Inoltre, quando iniziamo a seguire Cavendish lui sta già seguendo un suo piano decennale di cui non sappiamo nulla. Realisticamente Cavendish non ha bisogno di spiegare a sé stesso quello che sta facendo, e va bene; ma questo significa che nemmeno il lettore capisce un accidente, c'è Cavendish che va in giro a fare cose misteriose con fare misterioso, tutto molto "figo" dal punto di vista dello stile di scrittura, ma alla fine della maggior parte dei suoi capitoli ci si può solo stringere nelle spalle e dire "non ho mica capito". Ascoltandolo in macchina nelle parti di Cavendish spesso la mia mente vagava per i cavoli suoi invece di mantenere l'attenzione sulla vicenda, cosa che non mi succedeva nei capitoli dedicati agli investigatori.

Un valido romanzo nel complesso, e le parti degli investigatori sono abbastanza belle da compensare la noia della maggior parte delle sezioni di Cavendish.

Il lettore è Riccardo Ricobello, lo stesso della saga di The Expanse, e devo ammettere che dopo otto audiolibri ero talmente abituato ad associare la sua voce a quelle ambientazioni che ci ho messo un bel po' a smettere di aspettarmi di sentirlo nominare la "marina libera", l'"APE" o la "protomolecola". Si conferma comunque un mostro di bravura, a ogni libro migliora, incredibile come riesca a cambiare completamente voce a ogni personaggio e a dare diverse inflessioni emotive a quelle stesse voci a seconda del momento! Un mostro, una prova magistrale, l'unico difetto se proprio vogliamo trovargliene uno è che a volte nelle parti narrate da troppa enfasi, anche quando non ce ne sarebbe bisogno!

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Livido, di Francesco Verso recensione
Livido, di Francesco Verso recensione

Livido, di Francesco Verso

E' il primo libro che leggo, o meglio è il primo audiolibro che ascolto di questo autore, vincitore di una notevole quantità di premi del settore. In particolare Livido ha vinto il Premio Odissea, il Premio Cassiopea e il Premio Italia tra il 2013 e il 2014 come miglior romanzo di fantascienza italiano.

Si tratta di una storia cyberpunk, ambientata in un futuro non troppo lontano in cui si notano due diversi macroargomenti fantascientifici: il mondo invaso dai rifiuti e l'upload delle coscienze in corpi meccanici.

Il romanzo è raccontato attraverso lo stretto punto di vista del protagonista Peter Payne, che vive e lavora a diretto contatto con le montagne d'immondizia che circondano la città. Lui e molti altri vivono ricavando di che sostentarsi e commerciare proprio dall'immondizia, che in questo mondo è sottoposta a un complesso ciclo di riciclo e riutilizzo fino all'estremo: è normale vestirsi con vestiti dismessi da chissà chi o costruire nuovi apparecchi elettronici unendo pezzi di quelli vecchi. E questo non vale solo per i "poveri", o meglio, la categoria dei "poveri" è decisamente più estesa di quanto non sia ora.
Di contro, alcuni vivono nel lusso, e a volte scelgono di uploadare la loro coscienza in corpi meccanici, indistinguibili dall'esterno dai corpi di carne ma, ovviamente, eternamente giovani e belli.
Questi "nexumani" sono spesso malvisti dalla gente comune, alcuni rifiutano addirittura di considerarli esseri viventi. Per questo, quando il giovane Peter si innamora di una nexumana, il suo diabolico fratello Charlie pensa bene di organizzare una spedizione punitiva e farla a pezzi, davanti ai suoi occhi. 

Ma l'amore di Peter, o più probabilmente la sua follia, è così forte da non morire con la fine della destinataria dello stesso, e resiste fino a che non gli si presenta la possibilità di riunire tutti i pezzi e far risorgere la sua amata.
Questa storia prende quindi molti anni della vita di Peter, anni durante i quali la sua vita continua ma l'ossessione non diminuisce mai, scanditi dai numerosi scontri col fratello. Charlie è un vincente, oltre che un sadico e un bastardo, mentre Peter sembra non riuscire a fare altro che subire.
Peter è un tipico perdente, perfetto nell'ambientazione cyberpunk in cui si muove, perennemente sull'orlo del baratro sia fisico che emotivo, sostenuto solo dalla sua ossessione.

Ecco, se c'è una critica da fare a questo libro è che non c'è nessuna evoluzione del protagonista: continua per tutto il romanzo a essere un perdente, pure un po' fesso, e a farsi infinocchiare dal fratello. E' una preferenza personale, ma non riesco ad appassionarmi alle vicende di uno che si fa fregare da tutti ed è costantemente disperato e ossessionato. 

Ciò detto, il romanzo è comunque una lettura intrigante, grazie anche alla sua lunghezza limitata e al modo in cui ci immerge nell'ambientazione, senza approfondirla più di tanto ma facendocela comunque capire e conoscere attraverso gli occhi del protagonista.

Non un romanzo che mi ricorderò a lungo, e il protagonista mi sta sulle balle, ma comunque una lettura (o un ascolto) abbastanza ingrigante da far venire voglia di andare avanti a sentire cosa succede dopo.

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Il Moro


Qui trovate gli altri romanzi fantasy-fantastici di cui ho parlato sul blog

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2 commenti:

  1. Grande libro, quello di Francesco Verso. Ha descritto lo schifo della vita di questi poveracci, l'ossessione del protagonista, ha creato un mondo allucinante. Mi è rimasto in mente.

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    1. A me poco, ma sarà colpa del protagonista che mi stava un po' sulle scatole.

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