lunedì 4 maggio 2020

L'eternauta, il romanzo. Di Hector G. Oesterheld.

L'eternauta, il romanzo
Salve a tutti, È il moro che vi parla!

Un ultimo strascico per i miei post sui vari seguiti dell'Eternauta, un articolo inizialmente non previsto e in cui, grazie all'aiuto di Lucius, posso parlarvi in modo diretto del romanzo che è stato il primo seguito dell'opera originale, scritto dallo stesso Oesterheld e pubblicato a puntate nel 1961 all'interno della rivista contenitore L'Eternauta.

Questo seguito non c'entra nulla con il successivo L'Eternauta il Ritorno (El Eternauta II), pubblicato nel 1976.
Era pensato inizialmente come una serie di racconti indipendenti che girano intorno alla figura di Juan Salvo, e in effetti i primi due vedono l'Eternauta che, "vagabondando nell'infinito" come conseguenza del finale dell'opera originale, si ritrova ad essere testimone di due eventi storici, il bombardamento di Hiroshima e la distruzione di Pompei. In seguito i racconti prendono una piega diversa tornando a narrare dell'invasione dei "Loro". Abbiamo così il primo tentativo di scrivere un sequel alla storia fumetti originale, da parte dello stesso autore.



I capitoli pubblicati nella rivista erano arricchiti da illustrazioni di vari autori, che non sono state riportate in L'eternauta, il romanzo pubblicato in Italia da 001 Edizioni nel 2013. Purtroppo non sono riuscito a trovarle in rete. In compenso posso dirvi che, nonostante la copertina, nel libro Juan Salvo non deve più affrontare la nevicata mortale. Forse sarebbe stato meglio scegliere come copertina una di quelle immagini invece che una di repertorio a caso...
Stessa sorte delle illustrazioni hanno subito i due capitoli iniziali, quelli su Hiroshima e Pompei, che non compaiono nell'edizione italiana, quindi non sappiamo bene cosa sia successo prima. Il romanzo inizia con Juan Galvez che, semplicemente, ricompare nello studio dello scrittore, il quale non se ne stupisce minimamente, e inizia a raccontare. Possiamo presumere che compaia, racconti una storia e scompaia ogni volta.

Juan Galvez racconta quindi di come sia ricomparso in Argentina, lontano però dalla sua Buenos Aires, scoprendo subito che la nevicata non ha colpito ovunque nello stesso modo, e alcuni posti sono stati risparmiati.
Stavolta Juan Salvo si trova a muoversi tra un'umanità sconvolta, in una zona boschiva, al di fuori delle grandi città, dove gli uomini disperati si sparano a vista. Lui stesso si trova nel giro di poche pagine a uccidere tre persone senza nemmeno sapere perché. Ho visto inizi peggiori.

L'eternauta, il romanzo
La copertina argentina della prima raccolta dei capitoli del romanzo.


Posso dirlo, era ora. Finalmente ritrovo il "mio" eternauta. Basta vagabondaggi nell'infinito, salti nel tempo e nelle dimensioni parallele. E' dal finale raffazzonato dell'opera originale che questa roba ci perseguita, un finale che fin da allora sembrava buttato lì solo per giustificare un titolo che fino a quel momento sembrava frutto di un errore tipografico.
El regreso è un'idea interessante e finora il mio preferito dei seguiti a fumetti dell'Eternauta (anche se non l'ho ancora letto tutto), ma è solo in questo romanzo che ho ritrovato lo spirito dell'opera che conoscevo.
Juan Salvo è un uomo che solo grazie a un misto di fortuna, abilita e prontezza di riflessi, ma assolutamente umano (privo quindi dei poteri extrasensoriali che gli sono stati affibbiati da alcuni seguiti, e anche delle caratteristiche tipiche dell'eroe dei film d'azione, in gamba ma non infallibile), sostenuto dalla forza datagli dalla disperazione, riesce a sopravvivere a malapena all'incredibile serie di pericoli che si trova ad affrontare. Un uomo travolto da eventi che non riesce a capire e su cui non ha nessun controllo, che ogni poche pagine si salva per un pelo da una fine orribile quando ormai sembrava tutto perduto. Un uomo la cui forza di volontà spesso vacilla, ma che continua ad andare avanti non per eroismo, ma perché l'alternativa è orribile.
Questo è il Juan Salvo che abbiamo conosciuto ne L'Eternauta e che ritroviamo in questo L'Eternauta, il romanzo.


Purtroppo, come ormai questa non-saga ci ha abituati, la "maledizione del finale" ha colpito ancora. Di nuovo, i problemi editoriali ci hanno messo lo zampino: la rivista è stata costretta a chiudere i battenti anzitempo, immagino per dati di vendita, ma non ho trovato informazioni specifiche (se ne sapete più di me, scrivetelo nei commenti). Oesterheld è stato quindi obbligato a chiudere in fretta e furia, e ha scelto la stessa tecnica che ha usato nell'opera originale: togliere di colpo i suoi personaggi dalla situazione in cui si trovavano per sbatterli in un'altra, completamente diversa, e questa lasciarla sospesa. In questo modo si ha più la sensazione di un "finale di stagione" piuttosto che di uno di quei finali aperti, che sono validi come finali a effetto ma che comunque non danno un'effettiva conclusione alla storia. Tipo quelli dove, dopo che il mostro è stato sconfitto, si vede ancora un uovo nascosto da qualche parte. Come per il primo Eternauta, il finale del romanzo sembra piuttosto il preludio a tutta una serie di nuove avventure di stampo differente a quelle che l'hanno preceduto. Ne L'eternauta, Juan Salvo veniva spedito vagabondare nell'infinito, ne L'eternauta, il romanzo


La brevità del romanzo gli impedisce di raggiungere la dimensione epica del fumetto. Così com'è, visto anche il ritorno alle stesse tematiche, il romanzo sembra più un'appendice al fumetto che un vero e proprio sequel. Per gli appassionati dell'Eternauta si tratta comunque del miglior modo per tornare a respirare quelle stesse sensazioni che hanno provato durante la lettura del fumetto

Qui si conclude, di nuovo, la mia serie di post su L'eternauta, per ora... almeno fino a quando non uscirà la serie TV!

Il Moro

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2 commenti:

  1. Contentissimo di aver contribuito, nel mio piccolo, alla serie di post eternauti ^_^

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