-NOTA-
ho terminato di scrivere questo post, originariamente programmato per il 7 di ottobre, il giorno prima di sapere della morte di Lorenzo Bartoli. Per evitare che qualcuno mi accusi di voler attirare pubblico approfittando della morte dell'autore ho rimandato la pubblicazione fino a questo momento.
A parte questa nota, il post è rimasto come l'avevo scritto, come mi sembra giusto che sia. Non me ne voglia il signor Bartoli se parlo di lui "da vivo".
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Abbiamo parlato di Orfani, di Recchioni con copertine di Carnevale, in lungo e in largo su questo blog... pure troppo, forse. Trovate tutti gli articoli qui.
Qui abbiamo parlato anche di John Doe, realizzato da Recchioni e Bartoli ai testi e sempre con copertine di Carnevale.
E oggi dedichiamo un altro articolo a questi tre artisti parlando di loro opere meno conosciute. Cosa ne dite? Partiamo!
I colori di Carnevale è una raccolta di storie brevi, uscita nel 2003 e pubblicata dalla Eura editoriale in due volumi.
Come sempre succede con le raccolte, non tutte le storie sono allo stesso livello. Purtroppo, però, nessuna riesce a raggiungere un livello di eccellenza. Non ce n'è nessuna brutta, ma nemmeno nessuna superlativa. Forse il problema è che sono davvero troppo corte, non dando al lettore il tempo di affezionarsi ai personaggi o di comprendere appieno l'ambientazione. Non sono brutte, eh, ripeto, ma nemmeno memorabili.
Quelli che sono memorabili sono i disegni (e i colori, ovviamente) di Massimo Carnevale. Carnevale ha uno stile che trascende il fumetto per sconfinare nella pittura. La struttura a racconti permette a Carnevale di sbizzarrirsi variando spesso lo stile di disegno Volti particolareggiati e perfetti su sfondi sfumati, colori che tenui o forti che sembrano stare stretti nelle linee imposte loro dal disegno, fisionomie realistiche che si alternano a visi grotteschi. Splendidi.
Un altro proficuo sodalizio tra Bartoli e Carnevale si ha con Il dono di Eric, uscito originariamente a puntate (il volume che le raccoglie, sempre per l'Eura, è del 2001). Si parla di Eric, un barbone senza memoria ma con il dono della psicometria: toccando oggetti o persone può vederne il passato. Eric si muove tra i rifiuti dell'umanità, venendo suo malgrado a conoscenza delle loro storie e, soprattutto, delle loro tragedie. Splendida la prosa di Bartoli e anche qui magnifici i disegni. Carnevale sfrutta ogni mezzo a sua disposizione, alternando le tavole cupe e realistiche della "realtà" di Eric a esplosioni di colore o istanti bloccati nel tempo per raccontare le sue visioni. Da vedere la parte dedicata a Van Gogh e dipinta in uno stile che ricorda quello dell'artista.
Peccato che finisca proprio sul più bello. La storia pretende una continuazione, al punto in cui è arrivata. Proprio nell'attimo in cui Eric incontra persone con poteri simili ai suoi, proprio quando si prospetta un'evoluzione, ecco la parola fine. Non si fa così, signori!
Un'altra volta Bartoli e Carnevale si sono incontrati, per realizzare Uomini e topi. Un barbone viene rapito e sottoposto a un esperimento con lo scopo di trasferire nel suo giovane corpo la mente di uno scienziato geniale prossimo alla morte. Ma lo scienziato stava tentando di curarsi con un composto di sua invenzione basato sul dna di topo, e questo ha un imprevisto effetto collaterale. Ne esce un ibrido in parte umano e in parte topo, privo di memoria ma con un'intelligenza acuta e la capacità di comunicare coi topi, oltre alla loro eccezionale capacità di ripresa (sulla quale ho qualche dubbio, ma non sono esperto in biologia).
Disegni ottimi, come al solito, che alternano cupe tonalità di grigio a improvvise esplosioni di rosso per sottolineare alcuni particolari, come le fauci spalancate dei topi all'attacco.
La trama non è niente di particolarmente originale, ma è ben raccontata e riesce ad essere abbastanza appassionante. Anche stavolta purtroppo la storia è breve, troppo, e anche se ha una fine ben definita vengono ignorati molti spunti narrativi cehe sarebbe stato interessante esplorare. Tra le tre già citate, è quella con disegni forse un po' inferiori ma con trama migliore.
Passiamo a Roberto Recchioni con Battaglia - Le guerre di Pietro, volume autoconclusivo uscito per la Cosmo, che raccoglie le due storie con protagonista Pietro Battaglia, cattivissimo vampiro siciliano (qui, se volete, la storia editoriale di Pietro). Nella prima, Caporetto (in realtà scritta per seconda), si narrano le origini della seconda vita di Pietro, che dopo la morte in battaglia incontra la Morte (quella di John Doe). Dall'incontro ritornerà come vampiro, dimentico della parte dalla quale combatteva e ora nemico di tutti. La seconda storia, Vota Antonio, è ambientata in un paese siciliano durante una dura campagna elettorale tra un comunista e un democristiano, campagna estrema e violenta che ancora più violenta sarà resà dall'arrivo di Pietro.
Caporetto è la migliore delle due, più intensa e articolata, mentre Vota Antonio presenta molta più azione in stile quasi western. Ottimi i disegni di Leomacs, che in Caporetto disegna anche grandi scene di battaglia con un mucchio di "comparse" in campo. Già qui Recchioni aveva questo amore per le scene di lotta un po' troppo lunghe, ma l'impostazione della pagina, con molte vignette per ogni tavola in uno stile più vicino a quello francese che allo standard bonelliano, le fa scorrere via più facilmente e senza la sensazione che occupino mezzo volume. Niente male. Non c'è una vera conclusione e il personaggio di Pietro è pronto per essere ripreso in qualsiasi momento, ma non mi risulta sia mai stato fatto.
L'ultimo di cui parliamo è Garrett - Ucciderò ancora Billy The Kid, sempre di Roberto Recchioni e sempre per la Cosmo, con disegni di Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina e Wherter Dell'Edera.
Pensato come un seguito diretto delle vicende reali (o quantomento quelle romanzate che ci sono giunte) di Pat Garrett e Billly The Kid, narra di come per motivi misteriosi i morti abbiano iniziato a ritornare in vita, e tra questi Billy the Kid. Il pistolero, che era appena morto appena questo misterioso effetto si è diffuso, ha conservato il suo discernimento a differenza della maggior parte dei suoi simili. Pat Garrett gli dà ancora la caccia, per finire il lavoro.
Una storia ottima, ben orchestrata e sceneggiata, dagli sviluppi imprevedibili in puro stile western nonostante lo spunto horrorifico con personaggi caratterizzati alla perfezione. Sicuramente una delle più belle storie mai scritte da Recchioni (diciamo la mia preferita fuori da John Doe).
Le copertine qui sopra a opera di Massimo Carnevale sono quelle realizzate per la versione edita da Edizioni BD, la versione Cosmo in mio possesso ha una nuova copertina di Burchielli e De Felici.
Il Moro
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Ho letto solo Battaglia: mi è molto piaciuto. Recchioni lo sto adorando ogni giorno che passa!
RispondiEliminaPare che su Battaglia sia in preparazione una nuova miniserie!
Eliminahttp://www.comicsblog.it/post/214172/battaglia-di-roberto-recchioni-e-leomacs-editoriale-cosmo-annuncia-la-nuova-serie
Il Moro