martedì 12 settembre 2023

Opinioni in pillole, anime: Made In Abyss, L'attacco dei Giganti, Paranoia Agent

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di tre serie animate giapponesi.


Made in Abyss, prima e seconda stagione recensione

Made in Abyss, prima e seconda stagione (e il film)

In questo mondo, che risulta essere simile al nostro all'inizio del novecento, forse, viene scoperta un'enorme voragine in un'isola in mezzo al mare. La voragine scende come un pozzo nelle profondità della Terra, apparentemente senza fondo e presentando diverse caratteristiche nella fauna, nella flora e in "altro" a ogni nuovo strato. Si formano gilde di esploratori pronti a scendere in quegli abissi insondabili in cerca delle "reliquie", misteriosi artefatti dotati spesso di grandi poteri che si trovano sparsi nell'Abisso, in un canovaccio che appare simile a quello di Picnic sul ciglio della strada, di Arkadij e Boris Strugackij, il romanzo da cui è tratto il film Stalker. Oppure, se preferite, al più recente Annientamento di Jeff VanderMeer.
Il focus di questa storia, però, non è tanto sul commercio di reliquie in sé, che anzi non risultano poi così importanti ai fini della trama, quanto piuttosto sull'esplorazione di quello che è di fatto un mondo alieno e surreale. Anche perché man mano che si scende poi è sempre più difficile tornare indietro, perché la risalita ha effetti negativi sul fisico che possono andare da giramenti di testa e nausea negli strati più elevati, a orribili mutazioni o morte in quelli più bassi. Niente ritorno, quindi, per chi si spinge troppo oltre, eppure esiste lo stesso chi decide di lanciarsi in quest'avventura.
A spingere i protagonisti infatti non è la brama di arricchirsi con i cimeli: la ragazzina protagonista vuole raggiungere la madre, che è scesa anni prima senza più fare ritorno, e il suo compagno smemorato vuole conoscere la verità sulla sua origine, visto che lui stesso è un cimelio, una sorta di cyborg proveniente dalle profondità.

Made in Abyss, prima e seconda stagione recensione

A prima vista sembra un cartone puccioso, con i personaggi resi con lo stile "chibi": in pratica sono bambini (12 anni circa) disegnati con il testone e gli occhioni, e risultano appunto piuttosto teneri e carini. Questo è stato fatto per accentuare il contrasto con tutte le cose orribili che succedono a 'sti poveracci, che in genere vanno dall'inquietante allo spaventoso fino al vero e proprio splatter. E funziona, è vero che dopo Full Metal Alchemist siamo scafati e non è più così facile prenderci a calci nello stomaco a tradimento, ma anche qui si spinge parecchio e ci sono momenti in cui è impossibile non mettersi a fare smorfie orripilate. 

La serie, ancora in corso, è per ora composta di due stagioni e un film, disponibili in varie piattaforme streaming, l'unica che ha tutto credo che sia Prime. La prima stagione, composta di 13 episodi,  racconta le varie peripezie dei due ragazzi, ai quali a un certo punto si aggiunge un altro personaggio, man mano che scendono nell'abisso incontrando sempre nuovi misteri e pericoli.
La storia prosegue in un film intitolato Made in Abyss: Dawn Of The Deep Soul, che è necessario vedere prima della seconda stagione, in cui i protagonisti arrivano a un punto focale dell'abisso e devono confrontarsi con un vero e proprio "cattivo da anime". In effetti il film è l'unico momento in cui si vedono dei veri e propri combattimenti "alla giapponese", per il resto del tempo sappiamo che il giovane cyborg Reg sa combattere ma lo fa di rado. Le "cose orribili" che succedono ai personaggi, che già non venivano lesinate, qui aumentano decisamente. 
La seconda stagione è più statica, i nostri arrivano in un villaggio surreale pieno di strane creature, e anche qui succedono cose strane e terribili, roba da far impallidire più di un film dell'orrore ma sempre disegnato in stile puccioso. 

Made in Abyss, prima e seconda stagione recensione

L'anime risulta abbastanza appassionante, diciamo non un capolavoro ma si guarda con piacere (o meglio con sgomento, visto quello che succede) e lascia sempre una certa curiosità di sapere cosa succede dopo. C'è da dire che la seconda stagione, tutta ambientata nel villaggio, risulta meno interessante di quello che l'ha preceduta, proprio perché si sta sempre fermi nello stesso posto invece di continuare l'esplorazione.
Ora è da vedere come va avanti: volendo si potrebbe proseguire all'infinito, inventandosi sempre nuovi livelli ogni volta più infernali, ma spero che non sia questo il caso e ci sia una volontà di andare a parare da qualche parte.


L'attacco dei giganti, quarta stagione recensione

L'attacco dei giganti, quarta stagione (prima parte, seconda parte, cazzoneso parte)

Ho amato le prime tre stagioni de L'attacco dei giganti. Un po' meno alla fine della terza, per il motivo classico: tutte le storie basate su un "mistero" perdono di interesse nell'attimo in cui il mistero viene svelato. Non è un caso se nei gialli il nome dell'assassino viene svelato solo alla fine. Al termine della terza stagione si scopre qual è la vera natura dei giganti, e quindi dopo è molto meno interessante, ma sono solo un paio di puntate.
Della quarta stagione sono stati rilasciati alcuni episodi, seguiti da un secondo rilascio a distanza di mesi.

La prima metà della quarta stagione è stata deludente sotto molti aspetti. E' completamente diversa dalle altre tre, i personaggi sono cambiati, la storia è cambiata, diventa una storia di guerra, insomma sembra quasi un altro cartone. Troppo spiazzante, e pure un po' noioso.
A distanza di mesi ho visto la seconda parte della quarta stagione, altri 14 episodi, e devo dire che mi sono piaciuti molto di più della prima parte. Tesi, cupi, bello il fatto che nessuno abbia ragione, che debbano essere prese decisioni terribili, e che ogni decisione sia giocoforza sbagliata. Chiunque cerchi di fare del bene, in realtà può scegliere solo quello che ritiene il minore tra due mali terribili. Molto intrigante, tiene incollati allo schermo, non proprio come nelle prime stagioni ma ci riavviciniamo un po'.
Poi, però, arrivi all'ultima puntata e scopri che, nonostante ci sia scritto "Final Season" ovunque, anche nei titoli di testa, e abbiano sempre dichiarato che questa sarebbe stata l'ultima, non finisce un accidente di niente!
Scopro così che deve uscire una terza parte della "stagione finale"! Dopo qualche ricerca su internet salta fuori che questa terza parte verrà ulteriormente divisa in due parti! Ma che è, uno scherzo?
La prima parte della terza parte della quarta stagione (!) sarà uno speciale televisivo di un'ora (tre episodi incollati insieme, quindi), seguito dalla seconda parte della terza parte della quarta stagione (!!). Quando e in quanti episodi, non si sa. La prima parte della terza parte della quarta stagione (scusate, rido per non piangere) è ora disponibile su Chunkyroll, a pagamento. O meglio, c'è questo speciale di un'ora, che si intitola, e cito, The Final Season Part 3 - Final Arc (First Part). Olè. Sarà poi davvero tutta lì la prima parte della terza parte della quarta stagione? O avremo un "Final season part 3 - Final Arc - (Second Part [Third chapter {last but really last episode, I swear (first half)}])"?
Questo stillicidio è ridicolo. E dire che sarebbe bastato non intitolare la quarta stagione "Final Season", che poi uno si fa delle aspettative.

L'attacco dei giganti, quarta stagione recensione

Un mesetto dopo aver scritto i paragrafi qui sopra, ho visto anche lo speciale di un'ora. Non sono tre episodi da 20 minuti incollati insieme ma due episodi da mezz'ora incollati insieme, infatti ci sono un po' di lungaggini che sembrano fatte per aggiungere i 10 minuti a puntata necessari. La storia avanza di poco, e buona parte è occupara da una grossa "giustificazione" in cui l'autore spiega come mai può succedere una cosa che apparentemente contraddice le leggi di questo mondo. Non chiamiamolo film quindi, chiamiamola puntatona interlocutoria, sicuramente necessaria per vedere il seguito ma è una pratica che avrebbe potuto essere sbrigata in due puntate normali.
Questo pezzo l'ho scritto a maggio, vediamo se esce l'ultima parte prima che pubblichi. 



Paranoia Agent recensione

Paranoia Agent

Paranoia Agent, del 2008, è l'unica serie animata creata e diretta dal compianto Satoshi Kon (la sceneggiatura è di Seishi Minakami), regista che ci ha lasciato troppo presto dopo averci regalato troppo poche perle.

13 episodi di circa 25 minuti l'uno per un thriller surreale, la cui trama gira intorno alle misteriose aggressioni di un ragazzino su pattini a rotelle armato di mazza da baseball. A quanto pare, il misterioso aggressore sembra scegliere le sue vittime tra persone che sono arrivate al limite e non ce la fanno più ad andare avanti.

Inizialmente la storia segue le prime aggressioni, con le relative storie degli aggrediti, e le indagini dei due poliziotti che seguono il caso, ma man mano che si va avanti la faccenda si complica diventando più strana e surreale.

Paranoia Agent recensione


Non ho visto proprio tutto di Satoshi Kon, ma ho capito che la sua cifra stilistica è la commistione tra sogno e realtà, quel mantenersi sul filo tra il realismo e l'onirico. La realtà è vista filtrata dalle emozioni dei protagonisti, così che spesso non vediamo quello che sta succedendo realmente ma quello che ai protagonisti sembra che succeda. Il che non significa necessariamente che questi hanno le allucinazioni, ma che quello che vediamo sullo schermo è più simbolico che realistico.
Non sono stato molto chiaro, eh? Proviamo con un esempio: se vediamo che l'aggressore inizia a crescere diventando un gigante, non vuol dire per forza che l'aggredito lo veda così perché sta impazzendo (anche se non è da escludere), ma che quello che vediamo è una metafora per la sensazione di pericolo che sta provando. Non so se sono stato più chiaro di prima, ma vorrei evitare spoiler anche perché mi sento di consigliare a chiunque di guardare questa serie.

Non è tutto perfetto, nelle ultime puntate diventa abbastanza difficile capire i simbolismi e avere un'idea chiara di quello che sta realmente succedendo, quello che vediamo è solo una metafora o è la realtà? Per me è tutto metaforico, ma non è chiaro. Inoltre c'è almeno un paio di puntate che sembrano dei filler che non mandano davvero avanti la storia e che si sarebbero potute evitare, ma che comunque servono a Satoshi Kon per fare dire la sua su alcuni degli aspetti della società giapponese di quegli anni. In effetti, tutta l'opera è una grande critica alla società contemporanea.
Difetti da poco che non inficiano la bellezza di un'opera splendida (e forse non sono nemmeno difetti), che mantiene fino alla fine il suo alone di mistero e chiede allo spettatore un certo sforzo nel seguirla.
Da vedere assolutamente.


Il Moro

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2 commenti:

  1. Conosco l'ultima che ho in lista e vorrei vedere, ma su Prime in ITA non c'è, tu come l'hai vista?

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    1. Una volta c'era, su prime. Poi hanno creato un canale separato a pagamento per gli anime ed è finita lì.

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