martedì 7 giugno 2022

Opinioni in pillole, film russi da tempi non sospetti: T-34, Coma, The Blackout

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

In realtà questo articolo è già pronto dalla fine dell'anno scorso, ma per varie decisioni logistiche è slittato un bel po'. Poi la Russia ha fatto quello che ha fatto, e non mi osavo più tanto a pubblicarlo.
Ma, d'altronde, I film di cui parliamo sono tutti antecedenti alle ultime decisioni del governo russo, e probabilmente la maggior parte di quelli che ci hanno lavorato non hanno niente a che vedere con il governo stesso o le sue decisioni.
Oltretutto, due su tre sono film di guerra... Magari è il momento sbagliato per vedere dei film con dei russi che sparano, ma tant'è, io ormai l'articolo l'ho scritto e voi ve lo beccate. Al massimo evitate di guardarli.


T-34

T-34 recensione


Spinto dall'interessantissimo articolo al riguardo del Zinefilo, ho visto questo spettacolare film di guerra russo del 2018, e non posso che concordare con Lucius: a me i film di guerra hanno sempre fatto addormentare, ma questo ti tiene incollato alla sedia dall'inizio alla fine.
Non è di sicuro il primo film di guerra che non parla della guerra, ma delle persone che la combattono. In questo caso, è la storia di un comandante carrista russo impegnato a combattere contro i nazisti.
Il film si apre con uno scontro tra carri armati semplicemente spettacolare, nonostante i carri coinvolti siano relativamente pochi. Segno che non è necessario moltiplicare i fattori per ottenere risultati grandiosi. Insomma, stiamo parlando di carri armati: bestioni enormi e pesantissimi, difficilissimi da guidare ma dotati di una potenza di fuoco devastante, che fanno sentire i loro piloti contemporaneamente come divinità scese in terra e come topi in trappola. Questa è l'epica della guerra, faccenda sporca e schifosa ma che ha davvero regalato pagine epiche e materiale per film e romanzi per il resto dell'eternità. L'epica di pochi uomini per i quali è difficile dire se a muovere i loro passi sia il coraggio o la disperazione.
I carri si muovono con la lentezza e l'ineluttabilità di giganti, e ogni colpo sparato è come un fulmine divino. Non è uno di quei film dove si sprecano centinaia di proiettili per non colpire nulla, qui ogni colpo conta e viene seguito dalla regia con scene al rallentatore che Snyder dovrebbe studiare un po', per poi terminare con il suo effetto devastante.

T-34 recensione


Dopo la lunga battaglia iniziale c'è uno stacco dopo il quale troviamo il protagonista prigioniero in un campo di concentramento, nel quale gli viene data la possibilità di guidare di nuovo un carro armato T-34 per fare da bersaglio in delle esercitazioni dell'esercito nazista.
Un compito tutt'altro che piacevole, ma è anche un'occasione troppo ghiotta. Una volta messa insieme una squadra (e dopo aver avuto un bel colpo di fortuna) ecco che il piano di fuga prende forma.
Questo film non pretende certo di essere realistico, tra botte di fortuna che si possono accettare solo in un film, nazisti macchiettistici e nemici che non riescono mai a colpire un bersaglio grosso come una casa, ma l'abilità con cui il tutto viene messo in scena e grazie anche alle musiche che sottolineano in modo perfetto gli eventi questo film scorre in modo fantastico. Certo, c'è un po' di apologia filo-russa, ma è più blanda di quel che si potrebbe pensare e non da nessun fastidio [almeno, questo è quello che pensavo quando ho scritto questo post, prima che la Russia iniziasse a mandare davvero carri armati ingiro, NdMeStessoDelPresente).

Ok, forse ci sono film di guerra, e ci sono film d'azione ambientati durante la guerra, film in cui non si perde troppo tempo a riflettere su quanto la guerra sia barbara e ingiusta e a piangere sul destino dei giovani che combattendo hanno perso la vita, preferendo usare quel setting per mostrare grandiose scene d'azione. Questo appartiene alla seconda categoria, e tra quelli è sicuramente tra i migliori.

Coma

Coma recensione


Interessantissimo film di fantascienza russo, che non racconta niente di nuovo, ma lo fa bene.
Guardando Coma non si può fare a meno di pensare a Inception, con il quale condivide l'idea di base: un mondo onirico che è possibile visitare.
In questo caso, scopriamo che tutti quelli che entrano in coma accedono appunto a un mondo onirico, una specie di realtà parallela dove tutto ciò che esiste è formato da frammenti di ricordi di coloro che sono in coma. I comatosi, infatti, non hanno memoria della loro vita reale se non qualche sprazzo, e per questo anche le architetture costituite dai loro ricordi sono incomplete, frammentarie e incasinate, e si innestano l'una sull'altra fregandosene di qualsiasi legge della fisica.
Il paesaggio risulta quindi completamente alieno e incomprensibile, ma allo stesso tempo composto di elementi assolutamente familiari. 
In questo paesaggio alieno si muovono i comatosi. Il tempo nel mondo del coma scorre in modo diverso, quindi i comatosi possono vivere anche centinaia di anni, ma non sono immortali, anzi, si portano dietro tutte le vulnerabilità del mondo reale: morire nel coma significa la morte cerebrale nel corpo. E tutti coloro che sono in stato di morte cerebrale ma sono mantenuti in vita dalle macchine si trasformano in "mietitori", creature mostruose che danno la caccia a quelli che sono ancora vivi.

I mietitori impediscono il fiorire degli insediamenti umani nel mondo del coma: tanti umani insieme li attirano come la luce per le falene. Ed ecco l'ultima speranza: alcuni nel mondo del coma sviluppano capacità paranormali. Sì, è una deriva che sa di supereroistico, questi russi vogliono fa' gli americani, è la prima cosa che viene in mente. E un po' è vero, ma l'attenuante è che i poteri qui sono quasi tutti niente di eclatante, tipo qualcuno può avvertire la vicinanza dei mietitori, qualcun altro riesce a mappare gli assurdi corridoi e le distorsioni gravitazionali, cose così. Ecco quindi che l'Architetto, col suo potere di creare edifici dal nulla, potrebbe creare una città dove non possano giungere i mietitori...

Coma recensione

Gli effetti speciali dei filmoni americani tipo Marvel ormai sono talmente "speciali" che non si riesce più a notarli. Guardi i Guardiani della Galassia sapendo che tutto quello che stai vedendo è finto, in alcuni casi anche le facce degli attori, eppure sembra tutto vero.
In un film come Coma, invece, non è tutto così realistico. Gli effetti speciali sono belli, ma se li si guarda con attenzione si vede che sono effetti speciali. Eppure, per qualche strano motivo, li si apprezza di più. Proprio perché si vede dove l'effetto è stato usato, io posso dire "ma guarda che bell'effetto". Che me ne frega di un effetto speciale di un'astronave estremamente realistica, quando nei telefilm di Star Trek ottenevano lo stesso risultato con dei modellini? Manco me ne accorgo, che lì c'è della computer grafica. Invece, questi effetti speciali sono utilizzati con stile. Quello che mostrano sono meraviglie visive piene di fascino. Coma surclassa come bellezza degli effetti speciali buona parte dei film di supereroi, anche se non riesce ad essere a quel livello da un punto di vista tecnico.

The Blackout (Avanpost)

The Blackout (Avanpost) recensione

Di colpo, l'area di Mosca e qualche centinaio di chilometri intorno rimane isolata dal resto del mondo: un misterioso blackout ha non solo spento qualsiasi apparecchiatura elettronica, ma anche ucciso tutti gli abitanti. Il mondo finisce di colpo, insomma, tranne appunto a Mosca e aree limitrofe.
Mentre i cittadini si lasciano andare a disperazione e saccheggi, l'esercito cerca di risolvere il mistero, inviando spedizioni oltre il confine della "zona sicura".

The Blackout è un film che sa come creare un'atmosfera e mantenerla, e come mettere tensione nello spettatore anche tramite il non visto.
Lo sparuto gruppo di personaggi di cui seguiamo le vicende è confuso e ignaro come noi spettatori, di fronte a un pericolo misterioso e inquietante. 

The Blackout (Avanpost) recensione


Come in TUTTI i film che si basano molto sul mistero, non appena il mistero viene svelato qualcosa si perde, e qui arriva un bello spiegone prima della metà del film. Dopo, l'interesse cala un po', rimanendo comunque meglio della maggior parte dei film di fantascienza prodotti da Netflix. Belle le scene d'azione, girate splendidamente e con momenti davvero spettacolari, che hanno il difetto, se di difetto si tratta, di sembrare un po' troppo "americane". Diciamo pure che non si vede una gran differenza tra questo e un blockbuster americano, se non per un particolare: non c'è l'ossessione per il protagonista, non c'è un attore che venga inquadrato in continuazione perché lui è la star e deve avere un minimo sindacale di primi piani.

Un film discreto, quindi, purtroppo non al livello degli altri due qui esaminati.

Il Moro

11 commenti:

  1. A livello di idea l'ultimo sembra il più interessante. Dove li trovo?

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    1. In realtà secondo me dei tre quello è il meno bello. Se non ricordo male li ho visti tutti su Prime, ma non sono sicuro.

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    2. Mi intrometto per segnalare che tutti e tre i film sono usciti in DVD italiano per Blue Swan, la casa della Eagle Pictures dedicata al cinema "altro" (che può essere "asiatico", "d'autore"; "stupidata", ognuno può trovare una spiegazione per "altro"), e la Eagle dialoga molto bene con le piattaforme streaming: in pratica da almeno il 2018 quasi tutte le sue uscite passano per Prime Video, anche se purtroppo non ci rimangono, ma dialoga bene anche con RaiPlay, dove ci ho trovato suoi prodotti, sempre però provvisori.

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  2. Ho visto il secondo, che gli altri due non tanto m'intrigano, un film convenzionale fatto bene ;)

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    1. A me è piaciuto anche il primo, ma guardare un film russo su dei soldati russi adesso probabilmente non è il massimo.

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  3. T-34 lo devo vedere, non ci sono molti film sui carri armati in giro (e uno dei pochi, Fury, proprio non mi è piaciuto).

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    1. Fury è abbastanza brutto, questo è decisamente meglio.

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  4. Contentissimo di averti contagiato e contentissimo ti sia piaciuto "T-34", ormai un mio mito personale. Se mi avessero detto che mi sarei appassionato a un film di guerra con carri armati avrei riso, invece sono rimasto estasiato.
    Il secondo e il terzo li ho visti in anteprima al Festival di Trieste, a cui ho partecipato in streaming durante la pandemia. Coi loro innegabili difetti, sono lo stesso film che si lasciano vedere con piacere. Facci caso, nel finale il terzo ha elementi alla "Promeheus" (2012) con tanto di scenografie alla Giger :-P

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    1. Ah sì ci ho fatto caso, a forza di frequentare i tuoi blog per certe cose ormai ho fatto l'occhio!

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  5. Ma che cazzo te frega! Il programma radiofonico che ascolto ci ha fatto una puntata prendendo per il culo quelli che "non si può ridere, c'è la guerra".
    Non mi sono mai affacciato al cinema russo ma potrei farlo con questi film, almeno i primi due, per come ne hai parlato.

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    1. Mah, quando vedi un film pieno di soldati russi che sparano in giro, un po' da pensarci ti viene. 😅

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