giovedì 29 aprile 2021

Repo! The genetic opera

Repo! The genetic opera recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un musical gothic rock horror fantascientifico. Serve altro per indurvi a guardare questo film? Bene, allora guardatelo così io mi dedico ad altro...

No, eh? Va bene, spendiamo qualche parola in più.

Il film Repo! The genetic opera del 2008 si basa sull'omonimo musical del 2002, scritto da Darren Smith (che nel film ha una piccola parte nel ruolo del "maestro d'orchestra" che introduce l'opera finale) e Terrance Zdunich (che nel film interpreta il profanatore di tombe). La regia è di Darren Lynn Bousman, che tra le altre cose ha diretto anche una manciata di Saw. Le musiche sono composte da Yoshiki Hayashi, membro dello storico gruppo heavy metal giapponese X Japan, considerati i fondatori dello stile "visual kei" (in pratica si dà molta importanza al personaggio dell'artista e a esibizioni con importante impatto visivo, indipendentemente al genere musicale) nonché tra i maggiori artisti della storia del rock giapponese... ma non divaghiamo.

Siamo in un futuro distopico in cui, dopo un'epidemia che colpisce gli organi, una ditta che fornisce organi di ricambio diventa la più potente industria del mondo, offrendo pagamenti rateizzati per gli organi impiantati. C'è una clausola, però: chi non è in grado di pagare le rate riceverà la visita di un "repo man", che si occuperà di "recuperare" gli organi...


Repo! The genetic opera recensione

Qualsiasi riferimento a fatti, persone o film del 2010 intitolati Repo Men è totalmente casuale: quello con Jude Law e Forest Whitaker è un filmetto con una buona idea realizzata male, tratto dal romanzo The repossession mambo di Eric Garcia, che ha anche collaborato alla sceneggiatura. Il romanzo è del 2009, quindi successivo al musical di cui parliamo oggi... Attenzione, perché dietro tutto questo c'è una storia.
Nei primi giorni di programmazione Repo! The genetic opera fece un tonfo al botteghino il cui eco si ripercuote ancora oggi, tonfo forse legato alla presenza nel cast di Paris Hilton, che per la parte vinse anche il Razzie Award come peggior attrice non protagonista. Premio del tutto immeritato, visto che, per il poco che compare, Paris Hilton è perfettamente in parte e non fa assolutamente rimpiangere un'altra attrice al suo posto, ma siamo nel momento in cui è all'apice del suo successo, e allo stesso tempo dell'odio verso lo stesso. La sua presenza probabilmente non è l'unica causa che ha concorso ad affossare il film, comunque troppo "di nicchia" per avere davvero successo, ma di sicuro ha aiutato parecchio. 
Film che, però, si crea una solida base di fans, tanto che vengono organizzate numerosissime proiezioni notturne, a molte delle quali interveniva lo stesso regista, che caricava le pellicole sul camper e andava dove gli veniva richiesto.


Repo! The genetic opera recensione
L'inutile filmetto.

Non appena escono le notizie dell'uscita di Repo Men, che sembra ampiamente scopiazzato da Repo! The genetic opera, i molti fan del musical si scatenano, attaccando in qualsiasi modo disponibile in rete il film e chi ci ha lavorato, prima ancora che esca. Per dire, il libro The repossession mambo ha ricevuto una sfilza incredibile di recensioni a una stella da parte di gente che non l'aveva mai letto.
In realtà, esisterebbero prove che confermano che le similitudini tra i due progetti siano casuali. Eric Garcia ha scritto il racconto da cui ha poi tratto il romanzo The repossession mambo nel 1997. Non l'ha mai pubblicato, ma l'ha menzionato in una intervista del 2001, e Robert Kurtzman, regista e specialista di effetti speciali, ha dichiarato di aver letto quel racconto che gli era stato dato direttamente da Garcia nel 1998. Così, nessuno dei due può aver effettivamente copiato dall'altro. 
Inutile dire come può essersi sentito il povero Eric Garcia a venire così brutalmente accusato di qualcosa che non aveva fatto... potenza dei social, già.

Ma qui si continua a divagare, eh?

Repo! The genetic opera recensione
Tranquillo, non divagherai più.

A parte il plot di base, la storia raccontata qui è ben diversa da quella di Repo Men.
Abbiamo un industriale afflitto da una malattia incurabile, che deve decidere a cui lasciare il suo immenso impero, ma i cui tre figli sono uno più stupido e psicotico dell'altro.
Abbiamo una ragazza afflitta da una malattia del sangue che la costringe a stare segregata in casa, e il cui padre le nasconde il suo segreto: in realtà lui è il più abile e mortale dei Repo men, addetti al recupero di organi, assassini legalizzati, artisti della chirurgia creativa.
Abbiamo segreti, sotterfugi, tradimenti, sentimenti esagerati e personaggi caricati come in un fumetto, o in un dramma shakesperiano. Il riferimento ai fumetti non è casuale, visti gli inserti in grafica che ricorda, appunto, un fumetto e che compaiono qua e là nel film.
Abbiamo un'ambientazione dall'atmosfera chiaramente dark, dove entra un bel po' dell'immaginario goth rock con ragazze pallide con lunghi capelli neri e vestiti... beh, "goth", cimiteri, pettinature e costumi in stile settecentesco, eccetera.
Abbiamo la giusta quantità di secchiate di sangue e ancora più frattaglie sparpagliate ovunque.
Abbiamo dialoghi quasi interamente cantati, su musiche suonate, tra gli altri, anche da artisti come Tommy Clufetos dei Black Sabbath (o meglio, uno dei tanti che hanno suonato nei Black Sabbath), Stephen Perkins dei Jane's Addiction, Ray Luzier dei Korn, Shawn "Clown" Crahan degli Slipknot, Blasko che ha suonato per Rob Zombie e Ozzy Osbourne, David J. e Daniel Ash dei Bauhaus, Richard Fortus dei Guns N' Roses, Rami Jafee dei Foo Fighters, eccetera.

Repo! The genetic opera recensione
Voi non l'avete riconosciuta, ma è Paris Hilton.


La colonna sonora è di quelle che si può continuare ad ascoltare e riascoltare in cuffia, e io stesso ho continuato a canticchiare le canzoni per un po' dopo la visione del film. Le performance canore sono ottime, anche da parte di gente che non ti aspetti, come la già citata Paris Hilton o Antony Head (noto per il suo ruolo in Buffy l'ammazzavampiri). Tutto l'impianto scenico è stupendamente dark.
Le uniche cose che non ho apprezzato granché sono le scene panoramiche realizzate in CGI, effettivamente bruttine, e il ruolo del profanatore di tombe, che avrebbe meritato maggior spazio di quello di una specie di narratore che interviene solo ogni tanto (oltretutto è interpretato dallo sceneggiatore).

Repo! The genetic opera recensione

Chiaro che si tratta di un film per pochi. Deve piacere questo tipo di musica e di estetica, ma proprio questa è anche la forza di questo film: è il progetto di qualcuno che ci crede, che scommette tutto su una storia che gli piace invece di pensare solo all'aspetto commerciale. Visti gli scarsi incassi probabilmente non è un metodo che paga, dividendi alla mano, ma è comunque il modo di lavorare che permette la creazione di piccoli, splendidi cult che rimangono nel cuore degli appassionati.

Il Moro

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2 commenti:

  1. Perla camp della mia adolescenza 😂 la canzone "At the opera tonight" la ascolto pure oggi 😎

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