venerdì 28 dicembre 2018

Il meglio del 2018

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Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

In questi giorni il tempo a mia disposizione per star dietro al blog è poco o niente, quindi in questo unico post vi beccate i miei AUGURI di buon natale (in ritardo, lo so), buon anno e tutto quello che bisogna augurare in questo periodo.

AUGURI!!


E sempre in questo stesso post vediamo anche qual è stato il meglio del 2018 per me, almeno dal punto di vista di quello che avete letto sul blog.
Quindi, miglior film, libro eccetera, che ho visto nel 2018. Sì, non è una classifica delle cose migliori uscite nel 2018, anche perché di quest'anno ho visto ben poca roba, ma di quello che IO ho visto/letto quest'anno. Non serve a nessuno, in pratica, quindi iniziamo senza pensarci troppo!
Ovviamente, cliccate sui link per essere rimandati agli articoli dedicati.

martedì 18 dicembre 2018

Nuovo volume per Ucrònia: Vukub Caquix

Maya Ucronia


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Finalmente è pronto un altro volume della saga ucronico-fantascientifica Ucrònia, scritto come gli altri da me e MaXalla.

Per sapere di cosa stiamo parlando:
il sito web di Ucrònia
la pagina del sito dedicata a Vukub Caquix
tutti i precedenti post relativi a Ucrònia su questo blog

Di seguito quella che Amazon definisce "sinossi", ma che io preferisco definire "quarta di copertina", sebbene questa in realtà non esista negli ebook:

Qualcosa di enorme sta avanzando verso le terre dei Maya.  Talmente enorme che forse neppure i colossi di pietra dell'impero possono fermarlo. Nel frattempo, sulle città volanti giapponesi, una serva è stata scelta per diventare, suo malgrado, una letale assassina...
Pietra vivente, luce solida, città nel cielo, mostri giganti: questo è il settimo volume di "Ucrònia", serie di racconti ambientati in un 1200 alternativo dove le cose sono andate in modo molto diverso da come le conosciamo.

venerdì 14 dicembre 2018

Geek League: la nostra letterina a babbo natale.

Geek League letterina per Babbo Natale


"Si respira aria di festa, a Geek City: anche per i membri della Geek League, miracolosamente liberi da missioni e team up, sta per arrivare il Natale.
E la festa si fa ancora più grande, con l'arrivo di una tag di Riccardo, aka Riky Smash-knees, che invita l'intera League a parlare della magia del Natale.
Ma quando i nostri eroi si mettono al computer per partecipare alla tag, ecco che scatta una trappola: l'invito non veniva da Riki, ma da un nemico misterioso, che riporta ogni membro dell'intera squadra all'età di sei anni!
Chi mai salverà Geek City, ora che i suoi difensori sono troppo impegnati a scrivere le letterine per Babbo Natale?"


Ha qui inizio lo speciale Geek League: Geekmas. Punto di inizio ideale per nuovi lettori! 😜

martedì 11 dicembre 2018

Planescape: Torment, non una recensione

coverSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come forse avrete capito da questo mio post precedente, io sono sempre stato un appassionato di videogiochi di ruolo, con una spiccata predilizione per quelli orientali

Con gli rpg occidentali non ho mai avuto un gran rapporto.
Ho iniziato Dragon Age: Origins, e prima Elder Scrolls IV: Oblivion, Fallout 3, prima ancora Neverwinter Nights e Arcanum. Ho anche un vago ricordo di aver iniziato il primo The Witcher, ma non ne sono sicuro.
Di tutti questi, non ne ho portato a conclusione nemmeno uno.
Mi stufo. Io ho bisogno di una trama da portare avanti, e giochi che ti fanno andare in giro per ore in lande immense a inseguire quest secondarie che come premio ti danno un'armatura che non riesci a indossare perché troppo pesante mi stufano.

Ci sono state un paio di eccezioni, quando ero un imberbe ragazzino alle prese con le mie prime imprese videoludiche nella scena PC: i due Baldur's Gate.
Che belli i Baldur's Gate. Il secondo leggermente superiore dal punto di vista grafico e del gameplay, il primo migliore come trama. E lì, veramente, me ne andavo in giro a fare tutte le quest secondarie lunghissime ricompensate con un pezzo di armatura marcio che andava solo con un personaggio che avevo abbandonato ore prima e un grazie.

giovedì 6 dicembre 2018

Enemy, di Denis Villeneuve, tratto dal romanzo "L'uomo duplicato" di Josè Saramago

Enemy Denis Villeneuve Jake Gyllenhaal recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla.

Nel post precedente abbiamo parlato del romanzo L'uomo Duplicato del premio nobel Josè Saramago, e l'abbiamo fatto tentando di imitare il particolare stile di scrittura dell'autore stesso. Oggi parliamo del film tratto da quello stesso libro, e ho deciso di scrivere anche questo articolo nello stesso modo del precedente, così, per divertirmi un po', quindi periodi lunghissimi, mai andare a capo se non alle interruzioni di paragrafo e virgole e punti come unici segni di punteggiatura ammessi.

Il film è una coproduzione canadese e spagnola, è uscito nel 2013 e vanta Jake Gyllenhaal nel ruolo del protagonista. Il regista è quello che da molti viene considerato uno dei nuovi grandi registi del cinema statunitense, quel Denis Villeneuve già noto per Prisoner, un thriller a dir poco ottimo, Sicario e Arrival, che appartengono a quella categoria di film che piacciono agli appassionati di cinema, quelli che hanno studiato la materia e sono in grado di cogliere sfumature nella tecnica registica che all'occhio dello spettatore medio sfuggono, e io immagino di rientrare nella categoria dello spettatore medio visto che né Sicario né Arrival, come potete leggere nella recensione che gli ho dedicato, mi hanno fatto impazzire, e Blade Runner 2049, che come potete leggere nell'apposita recensione mi è invece piaciuto moltissimo. Ecco una curiosità, il film è giunto in Italia solo in home video nel 2017, proprio in occasione dell'uscita di Blade Runner 2049, prima nessuno qui se lo è filato di striscio, probabilmente è stato considerato troppo difficile per il pubblico italiano abituato ai cinepanettoni.

lunedì 3 dicembre 2018

L'uomo duplicato, la recensione come se l'avesse scritta Josè Saramago

Josè Saramago L'uomo duplicato recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla.

L'autore spagnolo Josè Saramago, già premio Nobel per la letteratura, ha uno stile di scrittura particolare, usa solo punti e virgole, nessun altro segno di punteggiatura, e costruisce frasi lunghissime senza mai andare a capo, salvo alle interruzioni di paragrafo. Anche i dialoghi sono inseriti nel flusso di parole senza soluzione di continuità, senza virgolette, l'unico modo per sapere dove inizia un dialogo è la maiuscola. Presumo che sia il suo stile di scrittura tipico visto che anche l'altro suo romanzo che ho letto, Cecità, è scritto nello stesso modo, romanzo molto bello tra l'altro, anche se l'idea di base è ripresa da uno dei miei romanzi preferiti di sempre, Il Giorno Dei Trifidi.
Ho quindi deciso di provare a scrivere questa recensione imitando lo stile dell'autore, così, per dimostrare che so scrivere come un premio Nobel, fate conto che a questo punto ci sia una faccina sorridente, io non posso metterla perché posso usare solo punti e virgole.

La trama, un professore di storia noleggia un film in videocassetta, e tra gli attori in in ruoli secondari riconosce un suo sosia perfetto, perfetto al punto che il film è di cinque anni prima e il sosia è pettinato e porta i baffi esattamente come lui cinque anni prima. Ne consegue una crisi di identità e un'ossessiva ricerca del sosia in questione. La storia si sviluppa con grande lentezza, cercando di districarsi tra le lunghe digressioni e la continua introspezione del personaggio principale e anche dei comprimari. Anche il narratore è utilizzato in modo particolare, tutt'altro che super partes non disdegna di commentare azioni e stati d'animo del protagonista e degli altri personaggi, fornendo la sua personale opinione e rivolgendosi spesso in modo diretto al lettore, un poco come quando nel cinema si rompe la cosiddetta quarta parete, in alcuni casi i suoi commenti influenzano addirittura le azioni del protagonista, quasi come se anche lui potesse sentirlo a un livello subcosciente.
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