martedì 27 febbraio 2018

La città e la città, di China Mieville

China Mieville La città e la città recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

China Mieville ha una particolare predilizione per le "città".
Ogni suo romanzo sembra essere ambientato in una città dalle caratteristiche peculiari, sulle quali l'autore costruisce la sua storia.

La città di New Crobuzon in cui è ambientato Perdido Street Station è un particolarissimo calderone di razze, magia e tecnologia, che sembra quasi una versione fantasy-steampunk delle metropoli tentacolari immaginate dagli scrittori di cyberpunk.
Il secondo capitolo della trilogia del Bas-Lag, poi, La città delle navi, è ambientato in una città in movimento sul mare, formata completamente da navi collegate una all'altra da ponti e corde.
La città in cui è ambientato Un regno in ombra sembra Londra, ma al di sotto della sua superficie si muovono creature bizzarre dagli incredibili poteri.
Nel romanzo per ragazzi Il Libro Magico due ragazzine scovano per caso il passaggio verso una versione parallela di Londra, dove finiscono tutte le cose che i londinesi perdono, abitata da creature fatate.
E poi c'è questo La città e la città, che già nel titolo ci fa intuire che ancora una volta sarà la città la vera protagonista.
In questo caso le città in questione sono due, UI Qoma e Besźel, che però condividono lo stesso spazio.
Si tratta in effetti di due città intersecate in modo molto complesso. Alcune strade appartengono a una città, altre all'altra, altre metà e metà, o intersezioni molto più complicate. Ai cittadini dell'una è fatto divieto di interagire e addirittura di vedere i cittadini dell'altra: essi imparano in effetti fin da piccoli a "disvedere" case, veicoli e persone dell'altra città. Per passare da una città all'altra bisogna recarsi a una "camera comune", una vera e propria frontiera, nella quale si può entrare da una città e uscire nell'altra, pur essendo sempre nella stessa strada. Un istituto chiamato "violazione" sorveglia che non avvengano, appunto, violazioni di questa prassi.

Schema delle città realizzato da una scuola di architettura

Purtroppo ho trovato questo libro qualitativamente inferiore agli altri di China Mieville che ho letto (e cioè quelli che vi ho elencato sopra; Perdido Strett Station e La Città Delle Navi sono entrati addirittura nella lista dei miei libri preferiti).
Devo dire comunque che si tratta di limiti miei, dovuti a gusti personali, e non è detto che un altro non possa invece trovarli dei punti di forza.
Un po' è colpa della trama: si tratta niente di più e niente di meno di un poliziesco, genere che di solito non mi fa impazzire, con in aggiunta le difficoltà derivate dal fatto che il cadavere ritrovato in una città è stato ucciso nell'altra.
Un po' è anche l'ambientazione stessa: non si sa il "perché" di questa strambissima situazione, non viene fornita una mezza spiegazione, nemmeno una "weird" quanto l'ambientazione stessa, niente. Addirittura, questa è l'unica città che vive questa situazione, il resto del mondo è quello che conosciamo vivendolo tutti i giorni. Ci sono storie in cui le spiegazioni non servono, altre in cui addirittura stonano, ma in questa secondo me almeno un breve accenno al perché questa città viva una condizione così particolare l'avrei voluta, anche perché in essa non c'è niente di sovrannaturale: questa strana divisione, il "disvedere", è tutto deciso e gestito da uomini consapevoli di ciò che fanno. A me non dispiace il weird, ho anche scritto qualcosa di weird, ma smette di piacermi quando è "troppo" weird.

Resta comunque interessante la visione che Mieville ha delle città. Sempre enormi, tentacolari come si suol dire, e sempre in grado di nascondere verità e misteri ignoti alla gente che vi abita. C'è sempre qualcosa, nelle città di Mieville, che gli abitanti o non sanno, o sanno ma scelgono di ignorare.
Mieville ha vissuto a Londra fino all'età di diciott'anni, per poi trasferirsi a lungo in Egitto prima di tornare nella sua città natale. Viene voglia di poter usare un po' i suoi occhi per guardare la città in  cui vive, per rendersi conto di cosa vede.

Esiste un blog, in inglese, che esplora la parte "geografica" del libro, un'analisi molto approfondita per localizzare le città sulla mappa e la localizzazione storica della vicenda. Si sono divertiti anche a immaginare di dividere in due sezioni intersecate delle città  realmente esistenti.
Lo trovate a questo link.

Tempo fa ho fatto un post sulle città del fantastico, e direi che anche questa UI Qoma/Besźel ha pieno diritto di entrarci.

E' notizia recente che il libro verrà adattato in una miniserie di 4 episodi da 60 minuti dalla BBC. Il libro non mi sembra facilissimo da filmare, comunque speriamo bene...
di seguito una delle prime immagini girate in rete:

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Il Moro

3 commenti:

  1. Avevo apprezzato moltissimo "Perdido Street Station", da quel momento non ho perso un titolo di Mieville, "la Città e la Città" è forse l'unico che mi manca ancora, però anche se inferiore agli altri non me lo lascio sfuggire.

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