venerdì 23 febbraio 2018

Pinkerton S.A. (Supernatural Affairs), recensione

fumetti non bonelliSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Pinkerton S.A. - Supernatural Affairs è una miniserie in sei numeri, edita nel 2010 dalla Star Comics e scritta da Andrea Aromatico, già autore di Nemrod.

Discendente del fondatore della mitica agenzia privata di investigazioni, Dick Pinkerton si guadagna (molto) da vivere come conduttore televisivo che si occupa di smascherare sedicenti maghi e sensitivi... Esattamente come Alberto Sordi in Sono un fenomeno paranormale.
Anche qui le sue certezze sono destinate a subire un duro colpo, ma a differenza che per l'Albertone nazionale queste rivelazioni non fanno ridere, anzi.



recensione


La storia si dipaba in sei albi non autoconclusivi. Io li ho letti tutti di fila, ma all'epoca dell'uscita in edicola aspettare due mesi tra un numero e l'altro potrebbe aver causato qualche problema, anche perché è una di quelle strorie dove succedono un mucchio di cose che si capiranno solo più avanti.
Dall'inizio Dick si ritrova precipitato in una serie di eventi che sono iniziati senza di lui e vanno avanti senza aspettarlo, rendendo difficile capire cosa sta succedendo sia a lui sia al lettore. Agenzie governative segrete, uomini in nero, mostri invisibili, esperimenti misteriosi, sparatorie, poteri ESP, alieni, profezie, magia indiana, di tutto e di più... E tutto in un paio di giorni, flashback a parte.

weird west


Una folle cavalcata che ha molto di Lansdale, e che si legge d'un fiato fino all'ultima pagina. Linguaggio e temi adulti (c'è un mucchio di parolacce, diciamo), disegni nella media Star Comics, il che significa belli ma i disegnatori migliori se li è accaparrati quasi tutti la Bonelli.
L'ultimo numero è un po' sottotono rispetto al resto, con alcune cose che vanno a incastrarsi un po' troppo facilmente e un po' troppe sottotrame rimaste aperte. E questo è il difetto di quasi tutte le miniserie targate Star Comics: sperano sempre di poter fare una seconda stagione, e alla fine non ci riescono mai. Morgan è forse il caso più eclatante in tal senso, ma anche Rourke o Dr. Morgue hanno finali davvero troppo "aperti". Altre serie, seppur valide, come Trigger o Kepher, non sono riuscite nemmeno ad arrivare alla fine della miniserie stessa. E non è che fossero di scarsa qualità.

fumetti western moderno


Nel campo del fumetto italiano la pubblicità quasi non esiste, se non all'interno delle testate di uno stesso editore. La Bonelli non ne ha bisogno, perché le basta il nome e la prepotente presenza in edicola. L'idea della Star Comics di cercare una differenziazione dalla Bonelli proponendo personaggi e situazioni atipiche (molti dei suoi protagonisti, come questo Pinkerton, non sono esattamente degli "eroi") è valida, ma perché non provare anche con una strategia di marketing diversa? Investite qualcosa in pubblicità, insomma!

Il Moro.

11 commenti:

  1. Mi pare che proprio la Star Comics qualche mese fa ha fatto anche lei un "free comic book day" in cui regalava un po' di numeri 0 di suoi fumetti..anche quello può essere un suo sistema per farsi conoscere!

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  2. Mi pare che proprio la Star Comics qualche mese fa ha fatto anche lei un "free comic book day" in cui regalava un po' di numeri 0 di suoi fumetti..anche quello può essere un suo sistema per farsi conoscere!

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  3. Questo lo ricordo in edicola e lo sfogliai anche.
    Ma sono sincero: dopo le brutte avventure con il da te citato Trigger (solo 4 volumi), Khor (che comunque mi fece cagare) e soprattutto Nemrod (piccolo gioiello grezzo, ma interessante, troncato senza motivo...) non lo presi.
    Ecco, se il finale è pure un po' aperto, allora che dire... meglio così, tanto non proseguiranno mai.

    Moz-

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  4. Ne presi forse un paio di numeri, poi lo mollai...

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  5. No, non mi dire così su Rourke! Lo avevo iniziato ma poi non ricordo per quale motivo non sono riuscito a comprare tutti i numeri. È però mia intenzione recuperarlo, dato che Memola è uno dei miei due autori italiani preferiti (l'altro è Serra).

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    1. Rourke, come anche Piknerton, lascia qualcosa di aperto ma è comunque perfettamente leggibile. A differenza, per esempio, di Morgan.

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    2. Ah meno male, mi rincuori.
      Appena riesco a concludere Frank Lincoln (mi mancava il terzo numero che ho recuperato la scorsa primavera), procedo al recupero.

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  6. Presi solo il primo numero, al tempo. Avrei preso anche il secondo, ma nella mia edicola non è mai arrivato... Insomma, oltre che sulla pubblicità ci sarebbe stato da investire maggiormente anche nella distribuzione. Peccato, il progetto non era malissimo...

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