Come forse ricorderete ho già dedicato una serie di post alla figura di Hugh Glass, trapper la cui vicenda rasenta la leggenda, fino a diventare leggenda egli stesso. Qui parlai della sua figura storica, qui del primo film tratto dalla sua vicenda e qui del libro da cui è tratto quest'altro film.
E ora finalmente tocca al film attualmente nelle sale, The revenant, diretto dal regista premio oscar Alejandro González Iñárritu.
Credo di non avere abbastanza conoscenze tecniche di cinema per spiegare perché questo film è bellissimo.
Di Caprio sarà pure immenso (ma anche Tom Hardy dà la solita prova eccezionale) ma l'oscar mi sa che non lo vince neanche stavolta. Gli oscar tecnici, però, sono tutti suoi.
A partire dalla battaglia iniziale, immenso capolavoro di regia, realistica, cruda, terrorizzante, e girata con una serie di pianisequenza da infarto. La videocamera balla in mezzo alla natura e ai personaggi, quasi facendone parte, e riuscendo a trasportarci nel vivo dell'azione coinvolgendoci come forse solo Gravity prima d'ora era riuscito a fare.
La battaglia finisce, ma la videocamera continua a danzare con grazia per tutto il film, mostrandoci lo sporco e la fatica dei personaggi, e la grandosità della natura che, come mai prima d'ora, se ne frega. Non importa quanto grandi siano i drammi che coinvolgono questi piccoli uomini. La natura se ne frega, e continua a sovrastarci con la sua immensità, a continuare per la sua strada nonostante tutti (almeno nell'800, mi sa che al giorno d'oggi con quello che le stiamo combinando non è più tanto indifferente... ;-) ).
Credo di non avere abbastanza conoscenze tecniche di cinema per spiegare perché questo film è bellissimo.
Di Caprio sarà pure immenso (ma anche Tom Hardy dà la solita prova eccezionale) ma l'oscar mi sa che non lo vince neanche stavolta. Gli oscar tecnici, però, sono tutti suoi.
A partire dalla battaglia iniziale, immenso capolavoro di regia, realistica, cruda, terrorizzante, e girata con una serie di pianisequenza da infarto. La videocamera balla in mezzo alla natura e ai personaggi, quasi facendone parte, e riuscendo a trasportarci nel vivo dell'azione coinvolgendoci come forse solo Gravity prima d'ora era riuscito a fare.
La battaglia finisce, ma la videocamera continua a danzare con grazia per tutto il film, mostrandoci lo sporco e la fatica dei personaggi, e la grandosità della natura che, come mai prima d'ora, se ne frega. Non importa quanto grandi siano i drammi che coinvolgono questi piccoli uomini. La natura se ne frega, e continua a sovrastarci con la sua immensità, a continuare per la sua strada nonostante tutti (almeno nell'800, mi sa che al giorno d'oggi con quello che le stiamo combinando non è più tanto indifferente... ;-) ).