sabato 9 marzo 2013

2 minuti a mezzanotte: Nativity. Il capitolo 4 nella sua prima versione.


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Come promesso nel mio post precedente, vi presento la prima stesura del mio capitolo 4, completamente diversa da quello che avete letto in 2MMN.

Bokor e Barbanera compaiono nei miei spin-off I fili del destino e Speranza perduta, ma sono semplicemente delle comparse. Barbanera ha un ruolo più importante in Missione ad Arcangelo, di Marcello Nicolini, che avrebbe dovuto essere un prologo per il Progetto Crossover, finito in un nulla di fatto.
Comunque, la loro parte dovrebbe essere leggibile anche senza aver letto i racconti sopra citati.
Nella seconda parte del capitolo si parla di Megan, figlia di Rockster. Compare nel racconto Herb's Den di Davide Guerrieri. Non sono sicuro di essere riuscito a rendere leggibile quella parte senza aver letto prima lo spin-off, ma sappiatemi dire.




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Bokor congedò lo spirito di Socrate, stanco del suo infuriarsi per come il suo pensiero filosofico fosse stato travisato da tutti i suoi successori. Forse un tempo era stato un saggio, ma dopo 2500 anni sembrava solo più una vecchia bisbetica.
Aveva una mezza idea di evocare Nietzche, per parlare un po' con lui del suo concetto del Superuomo alla luce di ciò che avvenne nel '73, quando lo spirito di Hal Salazar cercò un'altra volta di contattarlo.
«È un'ossessione, accidenti!» esclamò, scacciandolo in malo modo. Non aveva nessuna intenzione di parlare con quel vecchio intrigante. Si era pentito anche di avergli dato retta quella prima volta, mesi prima. Non aveva fatto altro che blaterare della prossima fine del mondo e di tutti i suoi errori.
Si alzò dalla sedia di vimini e accese la luce. Non aveva bisogno d'altro per esercitare il primo dei poteri che la teleforce gli aveva concesso: tranquillità, silenzio, oscurità.
Solo quando aprì la porta che dava sul terrazzo dell'albergo che si accorse che qualcosa non andava.
Le grida di terrore lo investirono insieme all'odore di carne bruciata. Il fumo gli fece lacrimare gli occhi. Corse verso la balaustra e si affacciò sulla strada sottostante mormorando: «No...»
Non aveva scelto quel paesello di pescatori in Australia per un motivo particolare. Quando il suo schiavo l'aveva liberato dalla prigione galleggiante in cui era rinchiuso, avevano semplicemente viaggiato sul suo sottomarino per allontanarsi il più possibile da là, e anche da quello che stava accadendo ad Admiral City. Aveva comandato di essere fatto sbarcare solo perché stava iniziando a non sopportare più il tanfo dei cadaveri, in quella macchina ermeticamente chiusa.
Solo allora capì aver condannato gli abitanti di quel villaggio a un destino peggiore della morte.
Giù in strada, un cagnolino cercava di difendere il suo padrone, latrando furiosamente. Ma gli zombi non provano paura, e quello si ilimitò ad passare oltre e strappare il naso del pover'uomo con i denti marci, incurante del cane che gli azzannava un polpaccio.
Poco più in là, un gruppo di giovani ragazze uscì di corsa da un ristorante, seguite da quattro zombi così malridotti che non era più possibile distinguere la pelle dai vestiti. Una delle ragazze, più intraprendente delle altre, fece lo sgambetto a una sua amica, così che potesse rallentare gli inseguitori. La punizione arrivò poco dopo, quando si imbattè in un altro gruppo di zombi che sbucò da un vicolo.
Rianimare i cadaveri è l'altro potere di Bokor. In passato l'aveva già usato per crearsi un esercito. Aveva attaccato prima Lione, poi Parigi. Ma stavolta non aveva ordinato lui questo massacro. Lui voleva solo meditare e riposarsi.
Più avanti lungo la via vide quattro carcasse ambulanti avvolte dalle fiamme. Ecco da dove veniva il fumo, qualcuno aveva pensato di dare fuoco agli zombi. Uno di essi caracollò dentro una vetrina, e subito dopo le fiamme si diffusero alle tende e alla moquette. In lontananza sentì anche dei colpi di fucile. Ma sapeva che era tutto inutile.
Il suo schiavo era astuto. Nessun dubbio che fosse opera sua. Di certo aveva tagliato le linee telefoniche, sabotato i ripetitori gsm e chiuso le vie difuga E ci volevano solo pochi minuti perché chi era stato ucciso da morso si rianimasse come cadavere vivente. Il paese era perduto.
«Ma perché diavolo...»
«Perché avevo bisogno di “carne fresca” per il mio equipaggio.»
Bokor si voltò. Non l'aveva sentito arrivare, nonostante la puzza di carne guasta.
Il suo più grande successo. Bokor non poteva resuscitare un morto ma solo animare cadaveri: niente più di fantocci privi di anima. E quando evocava un'anima, non era nient'altro che un fantasma. Mai anima e corpo insieme. Quando chiamò lo spirito di quell'uomo, invece, esso venne da lui completo di corpo.
Lo aveva trovato incredibile, anche perché la sua testa era stata tagliata al momento della morte, ma aveva pensato semplicemente che il suo potere si stesse evolvendo.
«I ragazzi si stavano putrefacendo in fretta. Era ora di sostituirli.»
Ora, invece, capì che forse il merito era solo delll'immensa forza di quell'uomo. Che quel corpo probabilmente non era il suo, ma quello di uno degli altri suoi zombi che l'anima aveva occupato, modificandolo perché gli somigliasse.
«E anche perché posso. E perché mi va.»
Le macchie di sangue erano evidenti anche sul suo pastrano scarlatto. Ce n'erano perfino sull'antico tricorno che calzava sopra i luridi riccioli neri. Sulla punta di uno degli stivali era appiccicato un pezzo di cervello umano. Le tre pistole infilate nella cintura, modelli moderni che contrastavano con il resto del suo abbigliamento, erano immacolate e fredde, al contrario della sciabola che impugnava, dalla quale sgocciolava sangue ancora caldo sul lindo pavimento del terrazzo. Un verme uscì da un buco nella sua guancia putrefatta, per poi infilarsi in un altro buco nel collo.
«Vedo che ti sei divertito anche tu, Barbanera.»
«Sai quali nuovi doni mi ha fatto Ammit, “padrone”?»
Bokor osservò la nuvola di fumo scuro che si muoveva lentamente dietro la schiena dell'antico pirata. Era più facile che guardare il ghigno da lupo sepolto nella barba sporca.
«So che puoi trasformarti in fumo.»
«Oh, quello è il meno. La cosa migliore è che ora posso disobbedirti.»
La sciabola tracciò una scia rossa nell'aria.
Barbanera afferrò la testa di Bokor prima che toccasse terra, mentre il suo corpo si accasciava. Poi l'appoggiò sulla balaustra, si trasformò e andò a mescolarsi al fumo degli incendi che stavano iniziando a divampare, beandosi della ritrovata libertà e godendo della distruzione. Una risata roca si espanse nell'aria.


Il giovedì avrebbe dovuto essere la sera dei giochi in scatola, al NIMBUS di Calgary.
Ma i soldi del Monopoli svolazzavano in giro per la mensa come dopo un incidente a un portavalori. E sarebbe stato impossibile ritrovare le pedine, mischiate alle interiora degli scienziati e dei tecnici accasciati a terra, e di quelli che erano di nuovi in piedi, animati da una forza diversa dalla fiamma vitale.
Entrare nel laboratorio era stato difficile. Ma le vedette automatizzate, la notte, facevano affidamento soprattutto sui rilevatori di calore e di emissioni elettromagnetiche. L'armata di zombi ha potuto avvicinarsi parecchio prima di essere individuata.
La maggior parte degli zombi sono stati distrutti dai golem di guardia, finché uno degli addetti alla sorveglianza non è stato ucciso e rianimato da Barbanera. Con una certa fatica, il pirata è riuscito a cavare da ciò che restava della sua memoria il codice di sicurezza per disattivare i golem.
Ora la maggior parte degli zombi erano in caccia nei corridoi del laboratorio, per reclutare nuovi membri per l'equipaggio. Ma dovevano fare in fretta, perché da qualche parte degli allarmi stavano sicuramente suonando all'impazzata.
«Muoviti, faccia d'anatra. Fai quello per cui mi hai assoldato. Accendi le tue diavolerie. Fai la tua magia tecnologica. Ma in fretta, che Satana ti danni!»
Un uomo dall'aria spaventata, con sottobraccio una valigetta, fece capolino da oltre la finestra sfondata.
«La via è libera?» chiese, sbirciando.
«Muoviti quelle chiappe, figlio di una negra sifilitica!» sbottò Barbanera, mentre l'alone di fumo che lo circondava iniziava ad agitarsi.
L'uomo assunse una posa fiera. «Non parlarmi così! Lo sai chi sono?»
Barbanera gli rivolse il suo ghigno da lupo. «E chi credi di essere, faccia d'anatra?»
L'uomo borbottò un'imprecazione, ma non rispose. Scavalcò la finestra e mise il piede su una pozza di sangue, scivolando. Barbanera rovesciò la testa all'indietro e la sua risata echeggiò per tutta la base del NIMBUS, imitata con scarso successo dagli zombi superstiti.
L'uomo si rialzò cercando di darsi un contegno, e passò davanti al pirata tenendosi lontano dai pochi zombi che caracollavano in giro per la mensa, diretto verso il corridoio.
Chiunque l'avesse visto avrebbe riconosciuto immediatamente il Grande Thot. Ma nessuno avrebbe capito che non si trattava davvero di lui, ma di uno dei suoi Canopi.
Non si fidava a inviare in una missione delicata uno stipendiato. Pestare i piedi ad Angela Solheim non è cosa da fare a cuor leggero.
Aprì le porte nel corridoio, finché non trovò una stanza con un computer acceso. Entrò, seguito da Barbanera e da uno degli scienziati resuscitato. Estrasse il portatile dalla valigetta e lo collegò al computer del laboratorio, poi chiese la password della rete. Barbanera rise sguaiatamente quando si ritrasse dallo zombi che si era chinato su di lui per sussurrargliela all'orecchio.
Le informazioni cominciarono a scorrere sullo schermo.
Il NIMBUS raccoglie ogni informazione disponibile sui Super conosciuti.
Come immaginava, avevano informazioni anche su Megan, la figlia di Rockster, scomparsa dopo che il suo nuovo mentore, Stanislaw Lem, ex membro del battaglione Tebano, aveva fatto perdere le loro tracce.
Lem è umano, ma gli sono stati impiantati naniti che gli donano sensi potenziati, guarigione rapida e altro.
La bambina, circa due anni di vita, è il più potente telepate e telecinetico che il mondo abbia mai conosciuto. Chi l'ha vista in azione ha paragonato i suoi poteri a quelli di una divinità.
La Grecia ha il suo nuovo dio in Loxias.
All'Egitto il solo Thot potrebbe non bastare.


Bokor riaprì di scatto gli occhi, inspirando aria. Poi si accorse di non avere più polmoni a cui mandarla.
Nient'altro restava di lui che la testa, infilzata su palo nella cabina di Barbanara, sul Dracul.
«Merda!» esclamò.
«Ora dovresti proprio darmi retta.» disse la voce di Hal Salazar.
«Oh, no, ancora tu...»


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Cosa ve ne sembra?
Visto che Mr. Giobbin aveva accennato agli zombi nel suo capitolo 2, mi è sembrato ovvio cogliere la palla al balzo e inserire la mia versione degli zombi nell'universo 2MMN!
Se vi chiedete perché diavolo Barbanera si trasforma in fumo, sappiate che ho preso ispirazione dai fatti storici. Pare che a Barbanera il fumo piacesse parecchio. Da Wikipedia:
In una occasione avrebbe fatto riempire con fuoco e zolfo la stiva della sua nave allo scopo di creare un'atmosfera infernale, e avrebbe sfidato i suoi a una gara di resistenza in mezzo al fumo (ovviamente vincendo).
Da www.sitodelmare.it (ma è riportato su parecchi siti):
Quando andava in battaglia, Barbanera si metteva dei pezzi di miccia accesi sotto il capello: in questo modo era sempre avvolto da una fitta nuvola di fumo per incutere timore al nemico

Lo si vede anche in questa stampa.
  Come dicevamo, la seconda parte potrebbe essere un po' ostica per chi non ha letto Herb's Den. Inoltre, mi sono accorto in seguito che di non aver tenuto conto nè del fatto che alla fine della stagione 1 Toth rivela a Yell di essere già penetrato nei laboratori di Angela Solheim, a Savannah, nè del fatto che già nel capitolo 3 di Davide Mana saltava fuori una ragazza dotata di poteri misteriosi. Aggiungere anche Stan e Megan avrebbe sicuramente sbilanciato l'equazione.
Allora ho scritto un'altra versione del capitolo.
La prima parte, fino alla morte di Bokor, è identica. La seconda parte ve la metto qui di seguito.


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Al largo di Santorini, Grecia.

La puzza di decomposizione nel sottomarino di Barbanera si era fatta talmente insopportabile che ha dovuto iniziare a respirare in una bombola d'ossigeno per le immersioni.
«Nasino delicato, faccia d'anatra?» Gli aveva chiesto il pirata, beffardo.
«Smettila di chiamarmi così! Lo sai chi sono io?»
Barbanera esibì il suo ghigno da lupo. «E chi pensi di essere?»
L'unico uomo dotato di un battito cardiaco a bordo del sottomarino non rispose. Non era il Grande Thot, nonostante ne avesse l'aspetto Solo uno dei suoi canopi. Wahel Ghaly non si fidava di altri che di sé stesso.
Barbanera osservava l'isola attraverso il telescopio. Fira era su una cresta collinare che si affacciava su una specie di scarpata. «Impossibile avvicinarsi al paese col sottomarino. Dovremo aspettare la notte.»
«Ma l'obbiettivo potrebbe allontanarsi!»
«Oh, vuoi che tiri fuori le zampe e faccia camminare questo bestione su per la scarpata come un bel calamaretto?»
Ghaly taque.
Dopo il flare di Teleforce, il suo potere si era evoluto: ora tutti i suoi canopi erano lui stesso, con tutte le sue caratteristiche e il potere di creare altri canopi. Ma in certi momenti questo Ghaly avrebbe preferito essere solo uno di quei burattini senz'anima.
Barbanera sogghignò. «Possiamo adagiarci sul fondo e far uscire un po' dei miei zombi attraverso il lanciasiluri, ma ci vorrà comunque del tempo perché raggiungano la cittadina.»
«Aspetta un momento, voglio studiare la situazione...»
Ghaly aprì il suo portatile connettendosi al suo satellite spia, che in quel momento stazionava esattamente lì sopra.
«Diavolerie moderne.» borbottò Barbanera, mentre si trasformava in una nuvola di fumo e se ne andava in giro per il Dracul a tormentare qualche membro dell'equipaggio che non avrebbe comunque potuto ferire in nessun modo.
Sul monitor del portatile la mappa del mondo in bianco e nero zoomò rapidamente fino a che il terreno non fu così vicino da distinguere i tetti delle case di Fira, e poi più lentamente, finché quella che prima sembrava solo una cartina geografica si animò di vita.
Fu facile individuare la ragazza: bastava guardare dove i soldati di Kedives stavano puntando le armi.
Maledizione! Pensò Ghaly. Come ha fatto quel dannato a sapere che lei è qui? Anzi, a sapere chi è?
Ma forse Kevides non aveva ben chiara la sua identità. O avrebbe mandato più uomini, per potenziati che potessero essere. Ghaly, invece, aveva i dati che aveva sottratto dai laboratori di Angela Solheim, a Savannah. Un'operazione che gli era costata cara, e che ora rischiava di rivelarsi inutile se non fosse riuscito a sottrarre la ragazza a Kevides
Zoomò ancora per quanto glielo permetteva la tecnologia in suo possesso. Visto lo stato in cui si trovavano gli edifici intorno alla piazza, era evidente che il potere della ragazza si stava già risvegliando.
Il Grande Thot aveva bisogno di quella ragazza. Se i greci avevano Loxias, anche l'Egitto doveva avere la sua divinità. Un'altra, cioè.
Ma quei soldati erano un po' troppi anche per gli zombi di Barbanera.
C'era un uomo, chino sulla ragazza, con fare protettivo. Si voltò facendo dei cenni ai soldati. Il suo viso venne inquadrato dal satellite.
Tutti i canopi del Grande Thot, sparsi per il mondo, digrignarono i denti.
Le parole uscirono come sibili da decine di labbra tirate.
«Old Timer. Maledetti.»


Bokor riaprì di scatto gli occhi, inspirando aria. Poi si accorse di non avere più polmoni a cui mandarla.
Nient'altro restava di lui che la testa, infilzata su un palo nella cabina di Barbanera, sul Dracul.
«Merda!» esclamò.
«Ora dovresti proprio darmi retta.» disse la voce di Hal Salazar.
«Oh, no, ancora...»


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Personalmente preferivo la prima versione, ma questa si sarebbe incastrata meglio nella storia. E' troppo lunga, ma non avevo ancora cominciato a sfrondarla quando ho deciso di riscrivere il capitolo dall'inizio. Probabilmente avrei tolto ogni riferimento al nuovo potere del Grande Toth.
La presenza di Bokor avrebbe permesso anche di rimettere in gioco Hal Salazar sotto forma di anima incorporea. Immaginavo che sapesse qualcosa di tremendamente importante, e che Bokor fosse il solo a cui potesse dirlo. Peccato essersi persi questa linea narrativa.
Il perché ho deciso di riscrivere il capitolo l'ho spiegato nel post precedente. Che abbia fatto bene o meno, questo dovete dirmelo voi!

Il Moro. 

4 commenti:

  1. Non è male, ma secondo me la versione pubblicata si sposa meglio con il resto dell'ambientazione... Bokor e Barbanera hanno troppo poco di 'supereroistico', avrebbero mischiato troppi generi insieme, pur essendo personaggi molto interessanti.
    Poi il grande toth ci fa troppo la figura del peracottaro, e neanche andrebbe bene.
    La versione pubblicata mette meno carne al fuoco, ma la cuoce molto meglio, senza sovrabbondanza di ingredienti ;)

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    1. Allora ho pubblicato la versione giusta!
      Il Moro

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  2. Hey Moro!!!!
    allora, meglio la prima versione della seconda. Bellissima la scena finale della testa di Bokor che parla con Salazar ;)
    Molto meglio questa versione del quarto capitolo (cioé la prima) di quella che hai pubblicato su 2MMN, che trovo troppo sbrigativa onestamenji.

    Azzo, Moro, Barbanera ci sta dentro di brutto. Peccato non ci sia in 2MMN. E' caratterizzato proprio bene. peccato, veramente.

    Saludos!

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    1. Eh, anche a me piace di più. Ma penso che sia stato comunque meglio pubblicare l'altra versione, più in linea con la continuity della saga.
      Il Moro

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