martedì 9 luglio 2024

Opinioni in pillole, fumetti americani senza supereroi: Kill or be killed, Rasl, Stray Dogs, God Country, L'impero dei morti

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi se non brevissime, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Questa volta parliamo di una manciata di fumetti americani NON di supereroi, perché anche in America c'è vita oltre le tutine. Visto che scrivo questi commentini subito dopo aver letto i fumetti e li tengo lì per accumularli in attesa di averne abbastanza, alcuni potrei averli letti davvero un sacco di tempo fa.


Kill or be killed, di Ed Brubaker e Sean Phillips recensione

Kill or be killed, di Ed Brubaker e Sean Phillips

Il sodalizio tra questi due autori ci ha già regalato ottime storie noir, e anche in questo caso non si discostano dalle loro abitudini.
Il protagonista, Dylan, dopo un tentativo di suicidio viene visitato da un demone, che dice che gli ha salvato la vita ma se la riprenderà se non ucciderà una persona al mese. Persone cattive, in particolare.
O forse Dylan è solo matto ed è tutto nella sua testa.
Questo è l'inizio della storia, e da qui il seguito è perfettamente intuibile. In effetti non ho avuto nessuna sorpresa dall'inizio alla fine di questa storia, che però ha il pregio di essere narrata da un maestro del noir a fumetti che ha trovato una trama che si adatta perfettamente alle sue corde.

Buona parte del fumetto è occupata dalle spedizioni di Dylan ad ammazzare gente e dai suoi problemi sentimentali, roba in cui si indugia anche un po' troppo prima che ci siano delle vere svolte (dei quattro volumi di cui è composta la storia, probabilmente ne sarebbero bastati tre).
Un altro difetto, se vogliamo, è che Dylan non è quasi mai impacciato come si potrebbe pensare, anzi diventa presto una specie di professionista dell'omicidio, in grado di stendere mafiosi russi a pacchi come se niente fosse.
Un paio di difetti per una storia comunque appassionante e consigliata per chi ama il noir a fumetti.



Rasl, di Jeff Smith recensione

Rasl, di Jeff Smith

Jeff Smith è famoso per essere quello di Bone, fumetto effettivamente molto bello, attenti solo all'omnibus spezzapolsi da migliaia di pagine che potrebbe causarvi danni permanenti se vi dovesse cadere su un piede.

Quest'altra sua opera , decisamente più breve, è composta da 15 numeri di una trentina di pagine. In effetti è così diversa da Bone da non sembrare nemmeno opera della stessa persona. Dal fantasy passiamo alla fantascienza, dall'avventura al dramma-noir, dal tono leggero delle storie di Carl Barks a uno decisamente cupo e pesante.

Una storia di universi paralleli, dove alcuni scienziati hanno usato gli studi di Nikola Tesla per creare un macchinario con cui viaggiare tra gli universi. Ma il tema non sono gli universi paralleli, tutti quasi identici l'uno all'altro, ma le continue fughe del protagonista braccato, perché... E chi lo sa?

Tutto si basa sul non detto, per albi dopo albi vediamo sto tizio che va in giro a fare cose senza preoccuparsi di spiegarci che cavolo sta facendo e perché. Pian piano qualcosa si capisce, ma rimane sempre tutto molto vago. Ci sono degli spiegoni, ma non riguardano la storia, piuttosto le teorie di Tesla sul multiverso. Noiosissimi muri di testo che si alternano a sequenze d'azione poco chiare , che culminano in un finale surreale con poco senso.

Insomma, saltate pure a piè pari questo fumetto totalmente inutile. Che peccato, dopo Bone.



Stray dogs, di Tony Fleecs e Trish Forstner recensione

Stray Dogs e Stray Dogs: Dog Days, di Tony Fleecs e Trish Forstner

Sulle copertine di questo fumetto campeggia la scritta: "Il silenzio degli innocenti incontra Charlie, anche i cani vanno in paradiso". In effetti è una descrizione perfetta di quello che si trova all'interno: i protagonisti sono dei cani, che parlano tra loro esattamente come i cani dei cartoni animati, E anche lo stile di disegno riprende alla perfezione quelli che sono i cani nei cartoni animati Disney. Una cagnolina viene portata in una nuova casa, dove scopre che ci sono già molti altri cani. I cani hanno la memoria corta, si sa, quindi nessuno si ricorda dove fossero prima di arrivare in quella casa. Ma l'ultima arrivata trova una sciarpa che era appartenuta alla sua padrona precedente ed ecco che le torna in mente la verità: il suo nuovo padrone è un serial killer.

Stray Dogs e Stray Dogs: Dog Days, di Tony Fleecs e Trish Forstner

Un'idea semplice e nemmeno del tutto originale (vedi ad esempio Rover, Red, Charlie di Garth Ennis), ma che ha il suo punto di forza proprio nel contrasto tra l'aspetto da cartone disney e la storia da thriller. Non vi cambierà la vita, ma potrebbe migliorarvi la giornata. 

La miniserie ha un seguito, Dog Days, in realtà una serie di storielle di poche pagine, quasi tutte prequel della serie principale. La maggior parte mostra i vari cani protagonisti della prima storia negli utlimi momenti insieme alle precedenti padrone, prima che arrivasse il serial Killer.
Le storielle sono carine ma lasciano il tempo che trovano, non andando in realtà ad aggiungere nulla alla prima miniserie. L'unica che vale la pena di leggere è l'ultima, ma non basta per rendere appetibile l'intera miniserie.
Come per il primo volume anche qui al fondo sono raccolte un sacco di cover alternative che sono in pratica rivisitazioni di locandine di vari film, per lo più thriller e horror. Ne lascio una qui come regalo per Lucius.

Stray Dogs e Stray Dogs: Dog Days, di Tony Fleecs e Trish Forstner recensione

E' stato annunciato anche un ulteriore fumetto che non è un seguito diretto, Feral, che sarà realizzato sempre con lo stesso stile e che avrà come protagonisti dei gatti alle prese con un'apocalisse zombi!



God Country, di Donny Cates e Geoff Show (2017) recensione

God Country, di Donny Cates e Geoff Show (2017)

In questa miniserie di scritta da Donny Cates, considerato da molti uno dei nomi "caldi" del fumetto statunitense degli ultimi anni, una spadona magica che è in pratica il "dio delle lame" sceglie come suo nuovo possessore un anziano del Texas, malato di Alzheimer, facendolo anche guarire. Gli altri dei la rivogliono indietro, ma se il vecchio texano la restituisse la spada l'Alzheimer se lo riprenderebbe, e lui che è appena stato restituito all'affetto della sua famiglia non ne ha nessuna intenzione.
Il fumetto cerca di muoversi in bilico tra l'azione supereroistica, con gli scontri tra il texano armato di spada divina e gli dei che la rivogliono, e le parti drammatiche del ritrovato rapporto dell'anziano con il figlio e la sua famiglia, e il timore di perdere di nuovo tutto. 

God Country, di Donny Cates e Geoff Show (2017) recensione

Purtroppo questo voler tenere il piede in due scarpe porta la serie a non eccellere in nessuna delle due: gli scontri sono troppo pochi, brevi e abbastanza banali, e quando non si scontrano i personaggi chiacchierano per ore.
L'impatto emotivo e comunque più che discreto, soprattutto negli ultimi numeri, quindi non mi stupisco del fatto che questo fumetto indipendente sia quello che ha fatto conoscere Donny Cates al grande pubblico e gli ha valso collaborazioni con la Marvel. 



L'impero dei morti, di George A. Romero recensione

L'impero dei morti, di George A. Romero

Empire of the dead è una storia di zombi scritta dal maestro indiscusso delle storie di zombi, colui che ha inventato lo zombi moderno, sua maestà George A. Romero!
15 numeri divisi in tre atti, con disegnatori diversi (l'ultimo atto è disegnato dall'italiano Andrea Mutti), usciti nel 2014 e tutti scritti per l'appunto da Romero, che ovviamente torna al suo tema più caro, gli zombi.
L'ambientazione della storia sembra più o meno quella del suo ciclo di film più famoso. In particolare si notano delle somiglianze con La terra dei morti viventi, anche qui infatti abbiamo una città fortificata in cui gli umani riescono a vivere abbastanza agiatamente e in cui gli zombi si vedono di rado.
Romero mette un sacco di carne sul fuoco: abbiamo zombi fatti combattere in un'arena come gladiatori, zombi intelligenti (altra cosa che abbiamo visto nei film), altri zombie più intelligenti, bande di delinquenti venuti in città per fare casino a loro volta divisi in più fazioni, e perfino i vampiri!

Diciamo la verità: inserire i vampiri nell'ambientazione dei film di Romero sembra un'operazione da fanfiction, quasi un sacrilegio, un togliere serietà a qualcosa di quasi sacro... ma l'ha scritto Romero stesso, quindi zitti tutti!

L'impero dei morti, di George A. Romero recensione

La storia scorre liscia ed è un piacere leggerla, Romero l'ha scritta, pare, senza l'ausilio di uno sceneggiatore come succede di solito nei casi di autori provenienti da media diversi prestati al mondo del fumetto, dimostrando un notevole controllo del mezzo espressivo.
Tutti gli elementi in gioco contribuiscono a rendere la storia imprevedibile, in effetti non è per niente una storia classica di sopravvivenza agli zombie, visto che la vita è in città è quasi normale. Abbiamo piuttosto intrighi e voltafaccia, piani mandati all'aria da situazioni impreviste. Insomma è tutto abbastanza interessante

Purtroppo non sempre tutte questi elementi sono ben amalgamati, alcune cose sembrano quasi di troppo, ma la cosa peggiore è il finale, ed è un problema perché il finale è l'ultima cosa che rimane in testa al lettore e ed è quella che fa la differenza tra il lasciare o meno un buon ricordo. In questo caso il finale è semplicemente troppo frettoloso, sembra un finale di un Dampyr qualunque, e risulta anche anticlimatico, con filoni narrativi che si chiudono troppo bruscamente o non si chiudono del tutto.

Il maestro ci regala quindi un'altra storia delle sue creature più famose , purtroppo non perfetta , ma che basta comunque a ricordarci che il maestro è sempre lui .

Il Moro


2 commenti:

  1. Grazie per le segnalazioni fumettose ma soprattutto per la "locandina aliena", davvero ghiottissima e che dovrò cercare assolutamente ;-)

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