martedì 24 gennaio 2023

Opinioni in pillole, fumetti di supereroi: Occhio di Falco, Superman: Per il domani, Doom Patrol di Grant Morrison, Silver Surfer - Nero

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo di quattro fumetti americani di supereroi.


occhio di falco aja fraction recensione

Occhio di falco

Una serie particolarmente osannata da critica e lettori, vincitrice di due premi Eisner per un numero in particolare, che è anche il più bello della serie: quello tutto dal punto di vista del cane, che gode anche di alcune soluzioni grafiche originali e interessanti. C'è anche un altro numero altrettanto interessante, in cui Occhio di Falco rimane (temporaneamente) sordo e quindi tutto il parlato è reso con il linguaggio dei segni. Questo però non credo che abbia vinto niente. 

Tolti questi due numeri, Il resto della serie non è tutto 'sto granché.

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La cosa più interessante è l'impaginazione, con un uso di un gran numero di piccole vignette per pagina, ma la storia di per sé non è particolarmente intrigante: Occhio di Falco ha dei problemi con il padrone del palazzo in cui abita, che fa parte di una mafia originaria dell'est europeo. Ma, soprattutto, la serie si incentra sulle vicende personali dei due Occhi di Falco, Clint Burton e Kate Bishop, che sono qui due perdenti fatti e finiti. 

Questo è forse quello che stona di più. Come è possibile che due dei Vendicatori, di cui uno è membro in pianta stabile, siano due totali sfigati che le prendono da chiunque? Come è possibile che in una serie dedicata a due arcieri infallibili vengano tirate pochissime frecce e molte di quelle non vadano nemmeno a segno?
Non so come siamo di solito questi due negli altri loro fumetti, ma qui sono davvero troppo scarsi per essere gente che si batte con Ultron e Thanos. 

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Capisco la ricerca di un approccio più realistico. Però a parte che si parla di supereroi, quindi farli più realistici è già in partenza un ossimoro, poi se ogni volta che questi vengono pestati da mafiosi in tuta armati solo di mazze e bastoni vengono poi legati e portati al cospetto del capo, e ogni volta nessuno si degna di sparare loro in testa (giuro, succede tre o quattro volte), allora dove va a finire il tuo approccio realistico?

A parte i due numeri particolari di cui abbiamo parlato prima, che comunque non possono essere letti da soli se si vuole capirne qualcosa, la serie secondo me è carina, si legge volentieri, ma non è di certo un capolavoro. 


Superman - Per il domani recensione

Superman - Per il domani, di Brian Azzarello e Jim Lee

Saga straosannata uscita nel 2004 negli USA, acclamata come una delle migliori storie dell'azzurrone.
La storia è ambientata un anno dopo che un inizialmente misterioso "evento" ha fatto scomparire nel nulla una milionata di persone, compresa la moglie di Superman, Lois Lane. Superman, distrutto dal dolore perché questo è avvenuto mentre lui era lontano nello spazio, va da un prete a cercare una sorta di confessione in modo da alleggerire il suo peso, o forse solo per sfogarsi un po', mentre al contempo continua le indagini per capire cosa sia successo e se quelle persone siano davvero morte. Ma intanto il mondo va avanti e nuove minacce prendono forma. C'è di mezzo una guerra civile in medio oriente, la storia del prete che è malato di tumore, una misteriosa organizzazione potentissima che domina i governi mondiali , e bla e bla e bla.

Superman - Per il domani recensione


Di bla bla bla è effettivamente pieno questo fumetto, perché nel sentire comune i fumetti di supereroi sono solo sequele di sganassoni con gente che si abbatte i muri finendoci addosso con la schiena, ma in realtà mentre lo fanno parlano, e parlano, e quando non parlano pensano, e pensano, e giù introspezione mentre si prendono a pugni i cattivi.
Superman non è esente da questo canovaccio, e infatti le parti dove combatte sono spesso le più noiose dei suoi fumetti. 
In questa miniserie in particolare, il Superman depresso risulta diverso da quello solare a cui siamo abituati. Cupo, introverso, litiga con tutti gli altri supereroi, che cercano anche di fermarlo non vedendo di buon occhio alcune sue decisioni (e si sa che questi quando hanno dei dissidi passano subito alle mani, e meno male che sono gli eroi), ma lui, contraddicendo tutta la caratterizzazione psicologica del personaggio fino ad ora (e non mi risulta che sia un elseworld), non fornisce spiegazioni e va avanti per la sua strada annichilendo con la sua superiorità quanti cercano di dissuaderlo, arrivando addirittura a pronunciare frasi come "vorresti paragonarmi a LORO" dove "loro" sono gli umani, o mostrando tendenze da despota benevolo. Boh, magari sono io che non ho letto abbastanza fumetti su Superman per capire che tipo è (eppure ne ho letti).
Niente, questa storia, definita come un capolavoro da chiunque, a me non è proprio andata giù. Tra Superman che contraddice la sua caratterizzazione, noiose superorganizzazioni che dominano il mondo in segreto, supereroi che dopo essere stati costretti a subire le decisioni di Superman sono di nuovo tutti amici e supercattivi infilati a forza dove non dovrebbero essere per giustificare un po' di superbotte tra superesseri nel finale (superbotte ovviamente piene di superintrospezioni) mi sono superrotto le balle durante la lettura. Perfino il prete, personaggio anche interessante per quanto per nulla originale (un prete che dubita della propria fede dopo aver scoperto di essere malato? Idea nuova nuova, eh?), a un certo punto viene trasformato in supersoldato perché boh, così, de botto, senza senso.
Non c'è dubbio che scrivere le storie di Superman sia maledettamente difficile. In questo caso (devo aggiungere un grosso "SECONDO ME" visto che pare sia piaciuta a chiunque) anche un autore come Brian Azzarello (del quale trovate sul blog gli articoli relativi a Joker e Lex Luthon man of steel) non è riuscito a pieno nell'impresa.



Doom Patrol di Grant Morrison recensione

Doom Patrol di Grant Morrison

Raccolta in quattro volumoni si trova il ciclo delle storie di Doom Patrol scritto da Grant Morrison, chiamato a rinnovare la testata negli anni '80. Le storie della Doom Patrol erano già particolari e spesso surreali, ma Grant Morrison ci ha messo decisamente del suo, per cui ogni pagina di questo fumetto sembra e probabilmente è scritta sotto acido.
Il che non significa che sia solo un coacervo di follie buttate a caso: Morrison si dimostra già in questa sua prova, tra le prime della sua carriera, un autore di estrema cultura e interessato a intessere una trama che, oltre a essere surreale, porti con sé anche dei significati per lo più legati alla sanità mentale e all'inconscio, significati che però sono a volte difficili da cogliere se non si è strafatti quanto l'autore. Che poi magari non si è mai fatto una canna in vita sua, che ne so io, non si dica mai che parlo male.

Doom Patrol di Grant Morrison recensione

Comunque sia le storie della Doom Patrol di Grant Morrison, grazie a questa vena di follia surreale che però non scade mai nell'incomprensibile, risultano appassionanti tanto che finita una si ha subito voglia di leggerne un'altra. Non è un caso se la stragrande maggioranza di quello che si è visto nella splendida serie televisiva Doom Patrol (splendida per la prima stagione, almeno) proviene proprio dalle pagine di Morrison. Davvero da leggere.


Silver Surfer - Nero, di Donny Cates e Tradd Moore recensione

Silver Surfer - Nero, di Donny Cates e Tradd Moore

Silver Surfer - Nero, fumetto del 2020, è inserito nella continuity Marvel, il che per me è quasi sempre un problema. Nonostante sia un seguito di avventure precedenti, comunque, si lascia leggere senza troppe difficoltà, l'unica cosa è che sarebbe carino sapere chi diavolo sia questo "dio dei simbionti" che si scontra con il surfista, ma Wikipedia in questi casi è un ottimo aiuto.
Ma la trama non è così importante, caratteristica principale di questo fumetto è la parte grafica, che sperimenta con strane distorsioni e psichedelia manco fossimo negli anni '70. Il disegnatore Tradd Moore, di cui avevo già iniziato ad apprezzare il particolare stile nella terza parte di Luther Strode (nelle prime due doveva ancora affinarsi, probabilmente), ci consegna tavole intricate dove fisionomie e paesaggi cosmici risultano allungati o schiacciati, deformati, morbidi, ogni cosa ha dei confini netti e ben definiti ma tutto appare quasi fatto di pongo. Può piacere o non piacere, ma io apprezzo un disegnatore che sa crearsi uno stile peculiare che lo rende immediatamente riconoscibile pur rimanendo nell'ambito del disegno realistico.

Silver Surfer - Nero, di Donny Cates e Tradd Moore recensione

Una trama comunque c'è, e va a ripescare vecchi personaggi e situazioni "cosmiche" da antiche avventure del surfista d'argento, così come il modo di parlare aulico e i toni epici degli esordi. Niente di particolarmente complesso né memorabile, ma questo è uno di quei casi in quei il "come" si racconta è più importante del "cosa". Obbiettivo centrato e fumetto consigliato.


Il Moro

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7 commenti:

  1. Sicuramente occhio di Falco è un ottimo rilancio per un personaggio abbastanza di secondo piano, ma se tutto nella Marvel deve essere in continuity per me questo personaggio non c'entra molto con quanto visto prima.

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  2. Credo che, a parte Doom Patrol, le altre storie hanno un punto in comune. Sono state scritte espressamente in funzione del disegnatore che l'avrebbe realizzata e del suo stile. In effetti se pensiamo che Occhio di Falco ha messo sotto scacco una volta il Collezionista, può risultare strano il suo atteggiamento in Vita Normale. Ma come dice il titolo, l'idea dell'autore sarebbe di descrivere una vita ordinaria di un tizio che lancia frecce nella periferia degradata di New York, dove il concetto di eroe è assente, dove non esiste l'Universo Marvel in senso stretto. Troppo realismo e poco sense of wonder? Forse Grant Morrison non apprezzerebbe.

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    1. Infatti come "what if" andrebbe benissimo, ma questa serie che io sappia è ufficialmente inserita nella continuity di cui la Marvel va tanto orgogliosa, e alla fine stona. Poi magari è una cosa che succede spesso, non sono un accanito lettore Marvel. Sì, presumo che Grant Morrison non apprezzerebbe.

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  3. Ti ho letto con piacere ma i supereroi non fanno per me: non leggerò le storie, ma se dovesse capitare l'argomento almeno capirò di cosa si sta parlando. Grazie per il "servizio pubblico" ^_^

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    1. Io stesso non sono un lettore accanito di fumetti di supereroi, recupero solo le storie che mi interessano per qualche motivo o quelle che fanno più parlare di sé, che è quello che è successo con queste. A volte va bene, a volte va male.

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  4. Anche io trovo noiose le scazzottate di Superman, salvo rare eccezioni, infatti preferisco la sua vita giornalistica 😝 Confermo che quando è uscito, Per il Domani era in continuity, poi hanno cancellato alcuni aspetti, tipo le origini che in quegli anni dovevano essere quelle di Birthright (di Waid) e Zod, che spariscono entrambi con Secret Origin (di Johns).
    Son passati quasi 20 anni da quando l'ho letto (è stato uno dei primi in originale, quando imparavo l'inglese) ma grosso modo concordo con te, sopravvalutato. Ricordo che la prima metà mi aveva appassionato, dalla seconda, con quella cazzata del prete trasformato, veniva buttato tutto quanto di bene fatto nei primi 6 numeri.

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    1. Mamma mia ha già vent'anni questa storia? Sì, quella del prete potevano risparmiarsela. Ne ho lette diverse di queste origini di Superman, ma tendo a confonderle... 😆

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