martedì 21 giugno 2022

Freaks Out, i mostri del grande cinema italiano

Freaks Out recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Pur non essendo esattamente un film di supereroi, i protagonisti di Freaks Out sono persone con superpoteri, per quanto scarsi. Un po' come molti dei mutanti che compaiono nei fumetti degli X-Men, hanno dei poteri e devono conviverci, senza per questo diventare "eroi".
Ultimamente ho fatto un recupero degli ultimi film Marvel che non avevo visto, guardando a breve distanza Shang-ChiEternals e Spider-Man: No way home, e poco dopo ho guardato questo. Boh, sarò campanilista, ma mi sembra che non siano nemmeno da mettere vicino. I freak di Mainetti a parer mio asfaltano senza difficoltà la maggior parte dei film delle tutine Marvel, è vero che il tono è diverso, è vero che questo è un film "per adulti" che negli Stati Uniti non potrebbe vedere il PG13 neanche con il binocolo, ma comunque sempre di superesseri parla, quindi un confronto è possibile, seppur con tutti i distinguo del caso.

Il precedente film di Mainetti, Lo chiamavano Jeeg Robot, era un bel film. All'epoca ho scritto una recensione entusiastica, dovuta più che altro al fatto che si trattava di un film italiano. Ora, non so se sto subendo lo stesso effetto, ma francamente non credo che per Freaks Out valga la stessa cosa: questo film è bello a prescindere.

Il film è costato qualcosa meno di 13 milioni di euro, mica ciufoli per il cinema italiano, anche se probabilmente non basterebbero per lo stipendio di un solo attore degli Avengers. Soldi ben spesi, tanto che sembra che sia costato molto di più. La qualità delle scenografie, dei costumi, degli effetti speciali, non ha nulla da invidiarea produzioni ben più costose, risultando quindi anche molto più riusciti di quelli di Lo chiamavano Jeeg Robot

Freaks Out recensione


Nonostante l'ambientazione storica, durante la seconda guerra mondiale, non si tratta di un film storico, anche se si gioca i suoi bei momenti emozionanti e strappalacrime al riguardo. Questo è un fumettone, è sicuramente più facile paragonarlo al primo Captain America che a uno Shindler's List a caso. Tra l'altro, è molto meglio del primo Captain America, lasciatemelo pure dire. In quanto fumettone troviamo personaggi irrealistici ma incredibilmente carismatici, compreso il fantastico cattivo interpretato da Franz Rogowski, carismatici e caricati a mille come devono esserlo i personaggi dei fumetti o, se mi permettete un diverso paragone, quelli dello spaghetti western. Sì, ho sentito fare paragoni con il cinema di Del Toro o di Spielberg, paragoni assolutamente validi, ma io ci ho visto anche qualche fetta del nostrano spaghetti western, soprattutto nei partigiani sciancati, i quali avrebbero forse meritato un po' di spazio in più.

Freaks Out recensione

Mainetti si rivela un drago a dirigere, girando scene tranquillamente degne di hollywood e dando ai suoi attori le giuste dritte, tanto da farli diventare di colpo tutti bravissimi. Davvero, com'è che in questo film tutti gli attori sono grandiosi? Allora forse non è solo l'attore, ma anche la capacità del regista di dirgli cosa deve fare.
Fateci caso, poi: uno dei grandi mali della cinematografia italiana è la scrittura dei dialoghi, che sembrano sempre scritti da autori che di solito scrivono libri, perché non sono per nulla realistici. In Freaks Out, come già in Jeeg Robot, i dialoghi invece sono scritti da dio.

Freaks Out recensione


Abbiamo un film emozionante, con una storia intrigante, diretto splendidamente, con fantastiche musiche e personaggi che restano nel cuore. Volendo trovargli un difetto possiamo dire che la storia è abbastanza classica, non ci sono particolari guizzi narrativi, ma d'altronde il grande pubblico è questo che vuole, no? Sentirsi raccontare sempre la stessa storia.

Ora, però, leggo che Freaks Out ha guadagnato la miseria di 2,6 milioni di euro. E' il dato di Wikipedia, non so quanto sia aggiornato, ma è certo che se è così si puù parlare solo di un enorme flop. E, lasciatemi dire, è un vero peccato, perché questo film meriterebbe molto di più. E anche perché si rischia che a Mainetti non venga più affidato un simile budget, privandoci così di chissà quali meraviglie avrebbe potuto produrre in futuro.

Il Moro

9 commenti:

  1. "I freak di Mainetti a parer mio asfaltano senza difficoltà la maggior parte dei film delle tutine Marvel"
    E come darti torto? Più freaks per tutti! :)

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  2. Sono semplicemente cose diverse, che mi piacciano i Marvel non esclude che possa essermi piaciuto questo, che sì in confronto agli ultimi Marvel è decisamente migliore, ma c'è differenza.

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    1. Ma sì anch'io i film Marvel li guardo sempre abbastanza volentieri, sono prodotti diversi per l'approccio ma fanno comunque tutti parte della categoria "fumettoni", quindi penso che un paragone si possa fare.

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  3. Vado leggermente controcorrente, e dico che dopo aver adorato "Lo chiamavano Jeeg Robot" mi aspettavo un po' di più da questo film.
    Certamente questo tipo di sperimentazione del cinema italiano va sempre incoraggiata (e infatti stavo al cinema a vederlo, fra i 2,6 milioni di incassi c'è anche il mio contributo ;-) e altrettanto certamente il film è superiore rispetto alla media dei film italiani (non che ci voglia molto purtroppo). Però ho trovato diverse pecche, dai tedeschi più brutti, stupidi e cattivi degli indiani dei western anni '50 a scene oggettivamente inutili, sino a una caratterizzazione troppo caricaturale della maggior parte dei personaggi (gli unici davvero riusciti, a mio avviso, sono Matilde e soprattutto Franz, davvero riuscitissimo come nazista frustrato dalla propria impossibilità di salvare la Germania e dal fatto di essere un "freak"). Insomma, più che a "Lo chiamavano Jeeg Robot" a tratti mi ha fatto pensare a tratti a "Il ragazzo invisibile 2".
    Sicuramente sono troppo severo nei giudizi io, però, ecco, questa è la sensazione che mi ha lasciato: di un film riuscito solo in parte.

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    1. Il ragazzo invisibile non l'ho visto perché già il trailer mi ha fatto venire il latte alle ginocchia, quindi non posso fare paragoni. C'è qualche scena che non fa andare avanti la storia ma concorre comunque a definire l'ambientazione e i personaggi. I personaggi sono molto caricaturali, ma si tratta di un fumettone, quindi secondo me ci sta. Poi sì, qualcosa qua e là si poteva anche tagliare, ma a me è piaciuto molto lo stesso. "Lo chiamavano..." era bello, ma si vedeva troppo la povertà dei mezzi, soprattutto nel finale.

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  4. Mainetti è in gamba, questo è un ottimo film, speriamo che il flop commerciale non tagli le gambe al regista.

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