giovedì 28 maggio 2020

Yakuza Apocalypse

yakuza apocalypse recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Oh, ma quanto è folle questo film del 2015?
Almeno quanto il suo regista e autore del soggetto, Takashi Miike, che ben ci ha abituato a grottesche, surreali follie.

Questa volta sono vampiri yakuza.
Il che non significa che sono vampiri che fanno gli yakuza: vampiri yakuza è tutto un unico sostantivo.
Una banda di yakuza governa la cittadina dove è ambientata la storia. Il loro capo, chiamato semplicemente "il boss", è una specie di "buon mafioso", che vive sì alle spalle dei "civili", ma che allo stesso tempo li protegge dai soprusi di altri yakuza.
Il boss però è un vampiro yakuza, e a quanto pare ha dei nemici di cui i suoi compagni non sanno nulla.
Arrivano in città due sicari per ucciderlo, non vampiri yakuza, forse vampiri e basta, non si sa bene: un tizio vestito di nero che si porta sempre a spalle una piccola bara con dentro un'arma da fuoco che può uccidere i vampiri, e Yayan Ruhian, anche conosciuto come "il nanerottolo più letale dell'universo" dopo la sua parte in The Raid. Quest'ultimo si presenta vestito come uno studente in gita, con tanto di zainetto, e rimane così vestito per quasi tutto il film.


yakuza apocalypse Yayan Ruhian

Il boss fa in tempo a trasferire la sua eredità al suo secondo, che così diventa a sua volta un vampiro yakuza, ma non sa tenere a freno la sua sete. Ecco quindi che morde un po' di gente, trasformandola in vampiri yakuza, e questi ne trasformano altri...

Ma cos'è un vampiro yakuza?
Non sembra più forte di un umano normale, non teme la luce del sole, ma può guarire dalle ferite e deve bere sangue, meglio sangue di "civili", perché il sangue degli yakuza ha un cattivo sapore.
Inoltre gli spunta sulla schiena un tatuaggio yakuza e inizia a comportarsi come un bullo, atteggiandosi da duro, drogandosi, andando a prostitute, eccetera.

Il diffondersi della peste vampirica è davvero un casino per gli yakuza normali, perché non ci sono più "civili" su cui rivalersi quando sono tutti yakuza...

E non siamo arrivati nemmeno a metà film, perché dopo diventa ancora più folle, tra creature mitologiche realizzate con trucchi improbabili, combattimenti di arti marziali con mostri, mitragliatori che spuntano dai camion, e chi più ne ha più ne metta.

yakuza apocalypse recensione


Questo è un "film di Miike", e non potrebbe essere etichettato diversamente. Trama surreale, avvenimenti bizzarri e poco comprensibili, sangue e violenza, citazioni (anche allo spaghetti western italiano, non solo con il tizio con la bara a spalle che sta a metà tra il Van Helsing del film con Hugh Jackman e Django, ma anche con la colonna sonora di uno dei momenti finali - tra l'altro anche la casa produttrice si chiama "Django Films"), follia ma soprattutto ottimo cinema.
Il film non stanca nemmeno per un istante grazie a un ritmo elevato e a un uso delle inquadrature e delle musiche che dovrebbe essere materia di studio per molti cineasti occidentali che macinano ben altri soldi al botteghino.


yakuza apocalypse recensione

Yakuza Apocalypse è quindi un altro poutpourri di generi nella cinematografia di Miike, dall'horror alla commedia al dramma al poliziottesco al film di menare, tutto tenuto insieme da una deliziosa, grottesca follia di fondo.

E quel finale, che dire di quel finale apertissimo? Credetemi se vi dico che Miike nemmeno per un secondo ha pensato di far uscire un sequel: quello è un finale che serve solo per farvi sogghignare e introdurvi alla bella canzone giappometal sui titoli di coda.

Guardate questo film per capire come si può fare cinema divertente e d'intrattenimento pur continuando a fare "cinema", e cinema autoriale.

Miike è un pazzo furioso, e ben lo dimostra il modo in cui ha presentato questo film al festival di Cannes: prima della proiezione è intervenuto Yayan Ruhian che si è messo a fare mosse e urli sul palco in giacca e cravatta, poi parte il videomessaggio dove Miike, vestito e truccato da geisha, dichiara che non può essere a Cannes perché impegnato a girare un altro film (da uno che fa uscire tre o quattro film l'anno non ci si può aspettare niente di diverso) e annuncia che i suoi prossimi film saranno teneri e romantici, non appena avrà terminato il cambio di sesso. Ecco, Miike è così.

Takashi Miike a Cannes


Il Moro

8 commenti:

  1. Un film che spruzza Miike da tutti i pori, e non è l'unico, comunque il bello del cinema autoriale è soprattutto questo tipo di cinema ;)

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  2. Questo mi manca ma ciò che ho visto finora di Miike mi spinge a concordare con te ad occhi chiusi ^_^

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  3. Folle dall'inizio alla fine. Quando è arrivato il ranocchione io e il mio ragazzo ci siamo ribaltati dalla sedia XD

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  4. Potrebbe salvarsi, per me, solo per la follia totale di cui parli!
    Unico elemento (cioè il non prendersi sul serio) che mi farebbe apprezzare qualcosa di vampiresco... :D

    Moz-

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