giovedì 23 gennaio 2020

Dracula, la miniserie della BBC

Dracula BBC Netflix recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Da amante della serie del 2005 del Doctor Who, almeno fino alla decima stagione, nonché della serie Sherlock, meravigliosa fino all'ultima, orribile puntata, avevo una certa aspettativa per questa miniserie della BBC, che vanta gli stessi autori di Sherlock e di molti episodi di Doctor Who (Mark Gatiss e Steven Moffat, Moffat è anche showrunner di Doctor Who dalla quinta alla decima stagione).
Sono anche uno dei quattro che ha visto Jekyll con la sceneggiatura di Moffat, che funzionava un po' al contrario di Dracula: in Jekyll c'erano un po' buone e qualche ottima idea, ben realizzate, inserite però in una cornice che non funzionava, così che impressione era quella di un risotto sciapo con qua e là alcuni pezzi di carne pregiata. In Dracula invece abbiamo ottime idee, ben realizzate, in un'ottima cornice, ma con qualche elemento stridente che salta all'occhio, come mosche in un piatto di altrimenti ottima minestra.

Breve discorso sull'aderenza al materiale originale: questa storia parte con lo stesso incipit del romanzo di Stoker per poi prendere una direzione tutta sua, e l'aderenza alla trama originale non è mai stata l'obiettivo degli autori.
Non andrebbe quindi giudicata per quanto storia e personaggi siano o meno aderenti a quelli dell'opera di Stoker. Vien da dire che, d'altra parte, se tu scrivi un'opera che utilizza personaggi già noti, comunque ti si richiede almeno un certo rispetto dello spirito originale, ma in fondo Dracula non è mai stato fortunato in questo senso, tanto che si può dire che il film che più di tutti ha rispettato l'opera letteraria sia il Nosferatu di Murnau del 1922, che nemmeno aveva i diritti.
Cerchiamo quindi di evitare di criticare le differenze con l'originale e limitiamoci a prendere atto che questo Dracula assomiglia più a quello dei primi film con Bela Lugosi e Christopher Lee che al mostro senza cuore, impersonale, quasi più simile a una malattia che a una persona, descritto da Stoker.
Eppure, non riesco a farmi passare il fastidio che mi hanno dato alcuni atteggiamenti del personaggio, interpretato comunque benissimo dall'attore (il danese Claes Bang), ma che mostra un'eccessiva tendenza alla battuta, a un'ilarità gioviale, che a volte appare forzata, come se dovessero per forza far sorridere lo spettatore, in eccessivo contrasto con i momenti più squisitamente horror, che pure non mancano e che sono resi davvero alla grande.
Mi sta bene che Dracula abbia questo atteggiamento di superiorità, che guardi gli umani con un sorrisetto ironico, come si potrebbe guardare del bestiame, ma questo atteggiamento mi sembra portato a momenti un po' troppo oltre.

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Abbiamo poi alcuni difetti tipici della narrativa di Moffat, ai quali sembra incapace di rinunciare e che sono diventati sempre più evidenti con l'avanzare delle stagioni di Doctor Who, diventando il motivo principale della parabola discendente presa dalla serie dopo la terza stagione.
Moffat ti costruisce tutta un'impalcatura fighissima, con la sua capacità di narrare utilizzando parole, immagini e musica in un insieme armonico che trasuda invariabilmente epicità da ogni fotogramma. Poi, però, se vuole mettere un colpo di scena, una scena a effetto, un colpo di teatro, chiamatelo come volete, allora se ne sbatte di tutto e di tutti e la mette, anche se fa pugni con la coerenza interna, ignorando o addirittura contraddicendo qualcosa detto o successo prima, oppure facendo agire un personaggio in netto contrasto con la personalità precedentemente descritta.
Esempi di questo modo di fare le cose ce ne sono anche in Dracula, e come sempre fanno un po' stridere i denti (ah ah, i denti, che fine umorista).

Dracula BBC Netflix recensione


Meravigliosa comunque la messa in scena e le prove attoriali di tutti, in particolar modo della protagonista femminile Dolly Wells. Non so se a qualcuno è già saltato in mente di protestare per il "cambio di sesso" di Van Helsing, di sicuro so che questo è il modo giusto di fare questo tipo di cose.
Il cambio di sesso infatti non appare affatto forzato, anzi, si cala perfettamente nella storia raccontata, risultando qualcosa di meglio di un semplice post-it appiccicato lì per dare l'obolo al recentemente risorto movimento femminista del mondo dello spettacolo. Questo probabilmente grazie al fatto che è una suora: è infatti credibilissimo che, in quell'epoca, una donna d'intelletto superiore e di interessi non comuni al suo genere possa essere costretta a chiudersi in un convento.
Rimanendo nell'argomento "politically correct", prima o poi capirò perché Moffat si ostina a infilare personaggi omosessuali ovunque. Nel Doctor Who ce n'è praticamente uno a puntata, fissi o occasionali. Per non parlare di Torchwood, nella quale, oltre ai vari personaggi omosessuali che si avvicendano durante le puntate, è stato trasformato in "semplice" omosessuale anche il protagonista, il capitano Harkness, che originariamente era stato presentato piuttosto come un "pansessuale" attizzato da qualsiasi cosa si muovesse, mostri alieni compresi, caratterizzazione che lo rendeva molto più interessante e divertente. E, in questi casi, il più delle volte non sono affatto giustificati dalla trama ma appaiono, appunto, messi lì perché devono esserci. I personaggi in questione sono in genere tutti trattati benissimo, ben scritti, mai macchiette, ma non ci sono tutti questi omosessuali al mondo!

Dracula BBC Netflix recensione

Tornando a parlare della miniserie, la puntata migliore è probabilmente la seconda, ambientata sul Demeter. Un assassino che si aggira in un ambiente da cui è impossibile scappare, mietendo vittime? Niente di originale, ma sempre intrigante.
Peccato per la terza puntata, inferiore alle altre due, che ha dato una netta sensazione di "troppa carne al fuoco", come se originariamente la storia avesse dovuto essere divisa in due puntate.e ci si sia poi trovati a dover condensare tutto in una sola.
Niente male quindi nel complesso, ma con qualche accorgimento, e magari una puntata in più, avrebbe potuto essere molto migliore.

Il Moro

Se vi interessa, qui parlai di tutti i videogiochi dove compare Dracula.

3 commenti:

  1. Sì, diciamo che di un vampiro veramente malvagio e bastardo si sentiva un po' il bisogno... :-D

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  2. M'hai fatto saltare sulla sedia! Dopo aver visto "Dracula" il mio primo pensiero è stato: "Lo spirito sembra quello di Jekyll, si vede che i britannici so' fatti così". Invece era tutto frutto di Moffatt!! "Jekyll" anni fa mi è stato caldamente consigliato da un'amica e, per quanto possa ricordare, mi è piaciuto molto il modo di giocare con i classici: invece del solito falso "vero" adattamento almeno non c'era alcuna pretesa di aderenza e tanta voglia di reinterpretare. Forse era una serie troppo lunga per il contenuto ma la ricordo molto piacevole.
    "Dracula" l'ho visto consigliato da Cassidy: quanti angeli custodi ha Moffatt che mi consigliano le sue opere :-D
    Proprio perché infastidito dalle false opere che fingono di rifarsi ad un testo che palesemente tradiscono sin dal primo fotogramma, la voglia di Moffatt di stupire reinterpretando tutto la adoro sin da Sherlock (Who non l'ho mai visto, e ho paura che se inizio mi ci infogno e muoro!) Il giocare coi personaggi - applausi per Renfield avvocato! - mi è piaciuto tanto e i primi due episodi li considero gioia per il cuore e per gli occhi: il terzo sicuramente è il più debole ma lo stesso me lo sono gustato a pieno. Ad avercene di serie con questi "difetti" ^_^

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    1. Io ho avvertito un fastidio maggiore del solito per le forzature che moffat ci infila sempre per farci stare il colpo di scena, forse perché in Doctor Who erano una per puntata mentre qui in una puntata sola ce ne sono tre o quattro.

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