martedì 19 luglio 2016

Cargo, recensione

2009Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Cargo è un film di fantascienza Svizzero del 2009. Cioè, fanno i film anche in Svizzera! Quanti film svizzeri avete visto nella vostra vita? Di fantascienza, poi?

Il pianeta Terra sta diventando rapidamente inabitabile a causa di un collasso ecologico. Gli abitanti emigrano in massa verso immense megalopoli orbitanti, sperando di poterle usare come trampolino di lancio verso un luogo migliore.
Il luogo in questione è Rhea, un pianeta abitabile di grande bellezza, una  terra promessa a una distanza un tempo incommensurabile, ora a pochi anni di viaggio a velocità prossime a quella della luce.
Il viaggio per Rhea, però, è talmente costoso che solo pochi privilegiati possono permetterselo.
Se tutto questo vi ricorda qualcosa, velocità della luce a parte, è perché guardate i telegiornali.
La dottoressa Laura Portmann, per procurarsi i soldi necessari per il viaggio su Rhea, dove già vive la sorella con i figli, accetta di servire come medico di bordo per un cargo spaziale, diretto verso un pianeta-miniera a quattro anni luce dalla Terra. Una missione di 8 anni, gran parte dei quali da passare in ibernazione.
I membri dell'equipaggio rimangono svegli uno per volta, a turni di durata di 8 mesi e mezzo, per controllare che tutto fili liscio. 8 mesi e mezzo da passare in solitudine all'interno di un'astronave enorme e allo stesso tempo soffocante.
Ma succede qualcosa durante il turno di Laura. E la sensazione di non essere l'unica ad aggirarsi per gli infiniti, angusti corridoi della nave potrebbe non essere solo frutto di paranoia...


recensione

Sì, detto così, sembra un po' Alien, ma fidatevi, non è così (non dico altro per non spoilerare). Certo, si sprecano le citazioni, per lo più ampiamente riconosccibili, e infatti molto del film sa di già  visto e il finale a sorpresa è abbastanza telefonato, ma Cargo riesce comunque a ritagliarsi una sua dignità di thriller fantascientifico.
Questo grazie a un sapiente uso delle atmosfere, a bravi attori, a uno sfruttamento eccezionale dei 4 milioni di euro di budget. Non tutti gli effetti speciali sono allo stesso livello, ad esempio i container che si spostano sono bruttini, ma altri sono splendidi, come la bellissima stazione spaziale ad anelli all'inizio, ispirata probabilmente agli orbitali di Banks (ne faccio un accenno qui).
Notevole anche il rigore scientifico, anche se non so quanto si possa parlare di hard sci-fi, dato che anche questo aspetto è altalenante. Non si supera la velocità della luce, nello spazio non si sentono i suoni, i messaggi ci mettono un mucchio di tempo per arrivare, e dato che le temperature nello spazio esterno sono prossime allo zero assoluto la temperatura a bordo è molto bassa, il riscaldamento fa quello che può in un'ottica di risparmio energetico... Energia che però sembra essere utilizzata per mantenere attiva una gravità artificiale inutile per un equipaggio quasi sempre ibernato (e questo lo possiamo giustificare con i limiti del budget). Disperso sembra anche l'effetto relativistico del viaggio a velocità prossime a quella della luce, senza contare che, se la nave viaggia alla velocità della luce, come fanno i messaggi ad andare più veloci?

stazione orbitale


Questo genere di cose si nota proprio perché il film sembra pretendere di avere un certo grado di realismo scientifico. Ma possiamo anche non farci troppo caso e goderci la storia, che risulta un buon thriller, prevedibile sotto certi aspetti ma comunque valido.
E pensare a cosa si può fare con "soli" 4 milioni di euro, ottenendo un risultato migliore di molti film americani dai budget ben diversi.

hard sci-fi recensione fantascienza


Anche se non perfetto, questo film si va quindi ad inserire nel filone della buona fantascienza europea low budget, insieme a cose come Moon o Eva (qui la recensione). E mettiamoci anche Pandorum, visto che l'ho recensito (qui), anche se è una coproduzione tedesco-statuinitense.
In Italia, a parte qualche corto e qualche fan film, temo che l'unico esempio decente del genere rimanga ancora Fascisti su Marte...

Il Moro

6 commenti:

  1. Ormai solo gli altri Paesi sanno recuperare la tradizione della compianta fantascienza americana, quindi per me è già un bel film: mi manca solo di vederlo :-P

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  2. Ammetto di esser rimasto sorpreso quando lo vidi anni fa.
    Sul finale del post, beh... Tutti ci invidiano i Mimimmi :D!

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  3. Mai visto, ma la recensione mi è piaciuta e lo recupererò! Tra la fantascienza italiana ricordo anche il miStico Invaxon: Alieni in Liguria!

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