venerdì 20 febbraio 2015

Il rock della città vivente, di John Shirley – recensione


rock cyberpunk
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Il romanzo di cui parliamo oggi è uscito in Italia sia con il titolo La musica della città vivente che Il rock della città vivente, ma il suo titolo originale è City come a-walkin' ed è stato scritto da John Shirley nel 1980.

John Shirley è uno dei maggiori esponenti del genere cyberpunk, del quale ha largamente contribuito a porre le basi. Lo stesso termine “cyberpunk” è divenuto popolare solo tre anni dopo l'uscita di Il rock della città vivente, con il racconto Cyberpunk di Bruce Bethke.

Stuart Cole, proprietario di un importante locale notturno di San Francisco, e Catz, cantante e leader di un gruppo che suona angoscia rock, un genere musicale d'avanguardia, vengono contattati da Città, un'entità senziente nata dall'energia psichica degli abitanti di San Francisco. Città li recluta come agenti umani per combattere una battaglia che loro, almeno all'inizio, stentano a comprendere, e della quale non vi svelo nulla per non spoilerare.


Come si conviene in un'ambientazione cyberpunk, l'azione si svolge in una città tentacolare e degradata, prevalentemente di notte, con l'aggiunta del fatto che in questo caso la città stessa è un personaggio, vivo e potente. Niente cyberspazio, stavolta, ma non mancano gli occhiali a specchio (dovete sapere che i primi autori di cyberpunk, prima che il termine prendesse piede, avevano deciso di darsi nome Mirrorshades movement, proprio perché questo elemento ricorreva spesso nelle loro storie).

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È un romanzo pieno d'azione, con un protagonista molto “umano” con il quale ci si può facilmente identificare, una persona comune coinvolta suo malgrado in un gioco più grande di lui. Il suo rapporto con Città diventerà sempre più stretto, quasi simbiotico, simile in molti aspetti alla dipendenza da droghe. È scritto con il tipico stile un po' barocco e ricercato, che però non viene mai a noia. È divertente, e l'elemento rock, sebbene non sia uno dei pricipali temi del libro, è ben presente e le note dell'angoscia rock di Catz Wailen e del suo gruppo risuoneranno per ogni pagina del libro.


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Insomma, a me è piaciuto molto, almeno fino alle ultime 6-7 pagine.

Peccato per il finale.
Il finale è veramente brutto. Eccessivamente sbrigativo, surreale, inconcludente. Il modo migliore per rovinare un bel libro.  

Comunque, finale a parte, nel complesso il libro è valido, e mi ha fatto venire voglia di leggere altro di John Shirley. A questo punto mi devo proprio procurare almeno la trilogia Eclipse.

Il Moro

2 commenti:

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