giovedì 21 ottobre 2021

Le mille storie di Robin Wood

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Domenica è venuto a mancare Robin Wood, autore che ho amato in molte delle sue storie.
La notizia mi ha riportato alla mente questo articolo, che scrissi nell'ormai lontano 2014 e mai pubblicato, non so perché. Da allora è rimasto ad aleggiare tra le bozze come uno spettro, ed è un peccato che l'occasione per dargli una rispolverata sia data da un evento così triste.
Rileggendolo, mi sembra quasi di aver scritto un "coccodrillo", uno di quegli articoli che i giornali tengono pronti per i personaggi di età avanzata, per poter essere i primi a dare la notizia della loro dipartita.
In realtà vi ripresento questo articolo esattamente come l'avevo scritto, con intenti quindi celebrativi per il genio di un grande autore all'epoca ancora ben vivo.


Robin Wood, classe 1944, nato in Paraguay ma argentino per scuola di appartenenza (e comunque in possesso di nazionalità argentina, paraguayana e danese, che gli piace non farsi mancare nulla) è forse l'autore di fumetti più prolifico del mondo. Al punto che, a inizio carriera, gli chiesero di usare diversi pseudonimi per evitare che sulle riviste comparisse solo il suo nome. Storia vera. Ne aveva anche uno femminile. 
La sua è una di quelle vite così avventurose da sembrare essa stessa il soggetto di un fumetto.
Dopo un'infanzia passata a rimbalzare da un orfanatrofio all'altro inizia a lavorare giovanissimo, già vagabondo, facendo qualsiasi lavoro gli venga offerto in diverse città tra Argentina e Paraguay. A Buenos Aires, nonostante la povertà, riuscì ad entrare nell'accademia delle belle arti, dove insegna Alberto Breccia, ma anche una volta terminata continua a vagabondare facendo mille lavori. Nel frattempo, scrive per un quotidiano e vende le sue sceneggiature di fumetti all'editore Editorial Columba. E' solo dal 1967, grazie all'invenzione del personaggio di Nippur di Lagash, che può fare della scrittura il suo unico lavoro, anche se continua a viaggiare come se nessun paese fosse abbastanza grande da contenere il suo animo inquieto.

Robin Wood scrisse chilometri di sceneggiature per diversi editori, ma la quasi totalità delle sue opere tradotte in italiano esce sotto l'etichetta dell'Eura Editoriale, poi Editoriale Aurea.
Ha provato a cimentarsi in praticamente tutti i campi.  Dallo storico alla fantascienza, dal poliziesco al sentimentale, ma sempre con un occhio di riguardo per l'Avventura.



Sulla sua scheda su uBC potete trovare l'elenco e la descrizione della maggior parte delle sue storie. Il mio non vuol essere un semplice elenco, infatti, ma presentarvi quelle che sono le mie preferite.
Che poi in realtà non le ho lette tutte. Chi potrebbe? Tra quelle che ho letto, diciamo.

Va sicuramente citata la sua prima serie a raggiungere il grande successo, dedicata a Nippur di Lagash, eroe di un tempo raramente toccato dai fumetti, gli albori della civiltà, l'epoca dei sumeri. Nippur è un personaggio che invecchia e si evolve nel tempo, ed è la prima dimostrazione dell'amore che Robin Wood ha per l'epica e la storia.

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Nippur ne fa di palestra.


Abbiamo già parlato qui di Gilgamesh, a mio parere l'opera migliore uscita dall'infinita penna dell'autore argentino. Inizia in epoca sumera, con un crossover con Nippur, e segue le vicende dell'immortale Gilgamesh nella storia umana e dopo, nelle profondità dello spazio, trasformandosi da storico a fantascientifico. Una seconda parte meno ispirata della prima, ma comunque una delle mie miniserie preferite in generale.

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Migliaia di ani di vita, tutta la conoscenza dell'universo, e ancora niente cura per la calvizie.


La serie più famosa di Robin Wood è Dago, fumetto storico ambientato nel 1500 tra Europa e Medio Oriente. Splendide le storie iniziali disegnate da Alberto Salinas, un po' meno quando da schiavo e soldato Dago si trasforma in eroe generico che se ne va in giro a raddrizzare torti. Però i disegni di Carlos Gomez, che ha sostituito nel tempo l'ottimo Salinas, sono assolutamente eccezionali.
Le avventure del Giannizzero nero sono edite all'interno di Lanciostory, ma io vi consiglio la collana Dago Ristampa che le raccoglie in volumi bonellidi. Attenzione, visto il successo è stata messa in produzione anche una serie bonellide chiamata semplicemente Dago con storie scritte appositamente per il mercato italiano, ma la qualità è, secondo me, inferiore a quella delle storie raccolte nella ristampa. Questo probabilmente è dovuto al fatto che per Wood è più congeniale il formato a puntate di 12 pagine che non il centinaio richiesto dai volumi italiani.
Si dice che Dago sia il personaggio dei fumetti italiano (il suo vero nome è Cesare Renzi ed è di Venezia) di maggior successo nel mondo, se escludiamo gli italoamericani come il Punitore.

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Corte, le storie, o le taglio io!


Dalle pagine di Dago nasce anche la miniserie-spin off Dracula, che racconta la vicenda più o meno storica di Vlad Tepes. 
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Anche Il cosacco è una splendida serie, epica e poetica, nel quale la prosa di Wood si scatena in lunghe didascalie per narrare le vicende di un principe cosacco nella gelida Russia del 1800. Serie piuttosto lunga, ma conclusa.

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Starlight è una miniserie di fantascienza-fantasy incentrata sulle vicende che coinvolgono l'astronave Stralight, interessante fantascienza avventurosa ed esotica disegnata dal grande Juan Zanotto.

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Zanotto un po' di topa non la nega mai a nessuno.

Gli unici suoi fumetti pubblicati in Italia da una casa editrice diversa dall'Eura/Aurea sono tre storie di Dylan Dog, e precisamente: L'esercito del male (Dylan Dog gigante n. 9), Il grande Marinelli (Almanacco della paura 2002) e La donna venuta dal nulla (Maxi Dylan Dog n. 6). Io ho letto solo quella dell'almanacco della paura, non male. 

Quelle che ho letto, o di cui ho letto qualcosa, ma non mi sono piaciute granché sono Martin Hel, I Borgia, Helena, Ulster, Mojado e Savarese. E voi, conoscete qualche altra serie di Wood che non compaia in questo elenco da consigliare?

Il Moro.

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