martedì 30 aprile 2013

John dies at the end

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Finalmente sono riuscito a vedere questo film, segnalato un po' dappertutto nella blogsfera.

Gran cosa. Quindi vi beccate anche la mia recensione.

John dies at the end è un film statunitense del 2012 diretto da Don Coscarelli, che molti ricorderanno per il bellerrimo Bubba-ho-tep, tratto da un racconto di Joe Lansdale, e per la serie Phantasm.
Anche questo John dies at the end è tratto da un romanzo. L'autore stavolta è David Wong (praticamente lo stesso nome del protagonista) alla sua prima prova letteraria. Purtroppo il libro non è mai stato tradotto in italiano. E ovviamente neanche il film, ma per quello ci sono i sempre quei ragazzi volenterosi e appassionati che ci regalano i sottotitoli. Ragazzi, vi voglio bene.

Chiariamo subito la questione: John dies at the end è una vera perla nel panorama dell'horror-trash, ma quello "fatto bene", quello che è trash apposta e con stile. Stile psicopatico, ma sempre stile.

Questo film ci sbatte in faccia un bel "serie B lo dici a tua sorella".

La copertina del libro.
La storia, raccontata in prima persona dal protagonista, parla di cacciatori più o meno improvvisati di entità soprannaturali, di spacciatori con poteri telepatici e di una droga in grado di aumentare le percezioni oltre ogni limite (della logica e e del buon senso), morti che non smettono di chiamarti al telefono, vermi dentuti, dimensioni parallele, lanciafiamme artigianali, cani piloti, fine del mondo, carne congelata, e un mucchio di altre cose. Tutte piuttosto bizzarre.

Il perplesso protagonista Dave insieme a John, quello che alla fine muore.
Flashback e controflashback che ti incasinano la trama al punto giusto, trovate bizzarre una dietro l'altra, il film non annoia mai e spesso ti lascia lì con la bocca aperta a esclamare "ma daaaai!!"
E non dimentichiamo alcuni dialoghi stranamente profondi, con idee filosofiche sul tempo e sulla percezione che inducono anche alla riflessione. Sempre senza esagerare, eh!

Per battere i mostri, che c'è di meglio della bibbia?
Meglio ancora se avvolta intorno a una mazza chiodata...
Ridicolo, quindi, ma nel senso buono, con il bonus di buone prove attoriali (ottima la piccola parte di Paul Giamatti, qui anche produttore, ma meglio quella di Clancy Brown, indimenticabile cattivo di Highlander) e il malus degli effetti speciali abbastanza penosi, ma per gli amanti del genere potrebbe essere un bonus anche questo.

Il suo potere? Vederci con gli occhiali scuri dentro una caverna.
Ma anche le fighe che si porta in giro sono un valore aggiunto.
Devo però dire che forse sarebbe potuto venire anche meglio, spingendo un po' di più sul pedale dell'ironia. Mi sarebbe piaciuto sghignazzare un po' di più, come mi succedeva con i vecchi lavori di sam Raimi. Bubba-ho-tep mi è piaciuto di più. Quando uscirà lo stra-annunciato seguito, Bubba Nosferatu: curse of the she vampires? Dobbiamo aspettare altri dieci anni?

E' un altro film, ma mi piace e ce la metto lo stesso. Tiè.
Concudendo, un film forse non perfetto, ma comunque maledettamente consigliato. Guardatelo. E' un ordine. Anche per capire come si possono fare belle cose con un budget a dir poco risicato.

Il Moro


2 commenti:

  1. Simpaticissimo film, rari i momenti in cui non ci sia qualcosa di curioso o divertente, proprio da vedere.

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