domenica 24 marzo 2013

Bonelli e Star Comics: le miniserie.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Facciamo un discorso un po' generico, stavolta.
La principale critica che viene mossa alla principale casa editrice di fumetti italiana è di pubblicare sempre lo stesso personaggio.
Che sia nel west, nel futuro o nel presente è sempre un poliziotto (o comunque un vigilante o investigatore di qualche tipo), tutto d'un pezzo, di sani principi morali. Tex è così, Zagor è così, Dampyr è così, e pure Nathan Never, Dylan Dog, e non stiamo a elencarli tutti che diventiamo vecchi. Si discostano, ma solo di poco (ma poco poco, eh!), personaggi come Jonathan Steele, Mister No, Magico Vento. Un po' di più Martin Mystere, magari.

Ovvio che è una generalizzazione. Conoscendo un po' più a fondo questi fumetti le differenze si notano senza fatica. Eppure, le somiglianze ci sono, e sono altrettanto evidenti, se non anche di più.
A cosa è dovuta questa stagnazione?


Secondo me, alla Bonelli hanno sempre avuto l'ideale "squadra che vince non si cambia. Mai". Non è un mistero che siano sempre stati estremamente chiusi alle novità. Lo si può riscontrare anche solo nel formato delle pagine, che rarissimamente si discosta dal classico formato delle tre strisce sovrapposte, eredità dei fumetti "a striscia" pubblicati dall'allora Edizioni Audace tra gli anni '50 e '60, di cui i primi albi del formato moderno erano raccolte. Ricordo ancora quanto mi sono stupito la prima volta che ho visto una "splash page" in un albo di Dampyr...

Una volta erano così!
Tex, poi, è un caso a parte. I suoi lettori vogliono leggere sempre la stessa storia, evidentemente, o non si spiegherebbe il numero spropositato di cittadine sperdute oppresse da un ricco malvivente, di solito il padrone del saloon, nè quello altrettanto spropositato di proprietari terrieri che vogliono espandersi a spese dei vicini. Meno male che ogni tanto salta fuori Mefisto... Peccato che anche lui sia sempre uguale a sè stesso!
E prendiamo anche il caso di Jonathan Steele: non solo il tono delle storie, ma anche le tecniche di disegno e d'impaginazione sono cambiate di parecchio quando il personaggio, insieme al suo autore Federico Memola, sono passati alla Star Comics. A questo punto è evidente che certe cose non gliele lasciavano fare.


 Lo stesso Roberto Recchioni, autore del fantastico John Doe, ha dichiarato in un post del suo blog (un po' tra le righe, visto che sono loro a dargli da mangiare ;-) ) che scrivere Tex è rognosissimo, perché ha regole ferree alle quali non si può assolutamente transigere. Ad esempio, non solo Tex non può perdere. Mai. Ma anche Tex non può essere messo in difficoltà. Mai.

Le copertine di John Doe sono le più belle mai viste. E basta.

Qualcuno alla Bonelli deve essersene reso conto. Non si può continuare a contare sui lettori di trenta-quaranta-cinquanta anni fa. Eppure, non si potevano introdurre idee troppo rivoluzionarie in fumetti seriali di questo tipo (se ci pensate, succede la stessa cosa nei comics americani). Allora, invece di tentare l'azzardo e lanciare nuove serie regolari con nuovi personaggi e nuove tematiche, si è deciso per la via di mezzo: le miniserie.
Ed ecco una buona idea.

Era ora, per tutti i tamburi di Darkwood!

Le miniserie, in genere tra i 12 e i 18 numeri, storie di ampio respiro che si sviluppano per centinaia di pagine ma allo stesso tempo destinate a finire. Finalmente è possibile sperimentare. Si possono creare personaggi con i quali il lettore non si deve necessariamente identificare. Possono essere politicamente scorretti (in teoria, in pratica quelli di Bonelli per ora non lo sono ancora stati...), possono perfino morire. E se la serie non decolla, comunque ne hai fatti uscire solo pochi numeri, non ci hai perso così tanto.

Niente di veramente nuovo sotto il sole. Si possono ricordare miniserie di parecchi anni fa, come ad esempio Un uomo un'avventura o Storia del west. Un ritorno al passato che è un investimento per il futuro.

Quanto mi piaceva...

Con le miniserie abbiamo un vero tentativo di cambiare musica. La storia corale di Caravan, il cattivo di Greystorm, il maledetto di Cassidy. Le storie autoconclusive dei Romanzi a fumetti Bonelli,  di Le storie e quelle legate da elementi comuni di Storie da Altrove.

Cattiiivo...

La Star Comics ha cercato di dire la sua con cose come Nemrod, Davvero, Kepher, Rourke e altre, e ora sembra addirittura orientata esclusivamente in quella direzione, dopo la chiusura di Lazarus Ledd e Jonathan Steele.

Lui mi mancherà.

Ben vengano le miniserie, quindi, se ci permettono di leggere buone storie che possano esulare dai rigidi canoni narrativi del fumetto italiano.

Non addentriamoci ulteriormente nel dettaglio, per ora. Ma aspettatevi qualche recensione specifica per il prossimo futuro

Il Moro

7 commenti:

  1. Hey Moro!
    Mi piace una cifra quando parli di fumetti, in particolar modo perché sei l'unico che conosco ad amare i Bonelli e un po' gli americani e non i manga (che io odio). Come da molte altre parti, anche nel campo dei fumetti siamo stati colonizzati in maniera spropositata, così che si vedono manga di qua e manga di là con storie noiose e inverosimili.
    Il tuo continuo parlare di Tex, giuro, mi sta facendo interessare un sacco a questo personaggio. Ammetto di aver letto solo un albo di Tex di cui non ricordo nemmeno il titolo, mentre leggevo qualcosina in più di Zagor, Martyn Mistere e sicuramente un sacco di Nathan Never (anche se non sono mai stato un "fumettaro").
    Ad ogni modo è interessante capire quali siano le regole della casa editrice Bonelli e come vengano create le storie di Tex.
    Azzo ... non può perdere? E neanche essere messo in difficoltà?
    Wow!

    Saludos!

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    1. I numeri in cui Tex è stato effettivamente in difficoltà si possono contare sulle dita di una mano. .. il che secondo me dopo 600 numeri stufa. Se vuoi leggere Tex meglio selezionare le storie migliori.. . Io non amo i manga ,ma quelli belli ci sono, adesso per esempio sto leggendo Akira che non è niente male.

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    2. Dai, indicami qualche numero secondo te buono di Tex che possa leggere, così cerco di procurarmelo.
      Di Akira avevo visto il film che, onestamente, non mi è piaciuto per un cazzo. Boh.
      Il manga non l'ho letto. Magari è migliore del film perché spiega più cose.

      Saludos!

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    3. Anch'io ho trovato piuttosto confusionario il film di Akira, visto millemila anni fa, ma ho la sensazione che la versione che ho visto avesse subito qualche mutilazione da parte dei soliti censori irresponsabili. Il fumetto, ma ora sono all'inizio, sembra più chiaro. Quando l'avrò finito seguirà reensione... :-D
      Per quanto riguarda le migliori storie di Tex, direi che è una buona idea per un apposito post! grazie! E quindi dovrai aspettare... XD

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    4. Yeeeeh!
      Non vedo l'ora!
      Mi raccomando, post della madonna su Tex così faccio un bell'approfondimento. Tra l'altro a forza di leggere i tuoi post sui Bonelli mi hai ispirato una miniserie western che sto pubblicando in questi giorni.

      Saludos!

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  2. Zagor è un fumetto mai simile a se stesso, tocca tanti generi diversi, però in quest'articolo, tranne per le immagini, non viene rilasciata nessuna considerazione.

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    1. Sarà perché in questo articolo non è di Zagor che stiamo parlando, Zagor per il quale comunque ho già in cantiere un articolo apposito, e che apprezzo sopra ogni altro come puoi evincere dal logo che costituise la mia immagine. E non puoi negare che la qualità di Zagor negli ultimi anni sia in caduta libera, nè che le storie (non tutte) siano scritte più o meno con lo stesso stile di 15 anni fa.
      Il Moro

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