giovedì 27 luglio 2023

Zagorianità n. 23, con due miei articoli all'interno!

Zagorianita 23

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

E' uscito Zagorianità. n. 23 - Avventura ai Caraibi, fanzine dedicata a Zagor e al suo mondo.

Già da un po' collaboro con la rivista, e anche stavolta al suo interno potete trovare, tra le varie analisi delle storie, approfondimenti e interviste, anche due articoli scritti da me.

martedì 25 luglio 2023

I am a hero: la reazione giapponese a un'apocalisse zombi sarebbe ben diversa da quella americana.

i am a hero manga recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

I am a Hero è un manga di Kengo Hanazawa, 22 volumi usciti a partire dal 2009.

Cominciamo dall'inizio: nel primo volume di I am a hero, e sono 270 pagine, non succede NIENTE di quello che ci aspettiamo, per non dire proprio niente del tutto. Il volume è interamente dedicato a introdurre il protagonista, che è un mangaka che quindi fa quello che dovrebbe essere il lavoro dei suoi sogni, se non fosse che lavora per uno studio che fa manga porno in serie, senza nessuna autorialità, con turni di lavoro massacranti. Si tratta quindi di un frustrato con anche qualche problema di disordine mentale, visto che ogni tanto ha delle allucinazioni. E questo è tutto quello che succede nel primo volume.

Sì, fa venire voglia di mollare, eh? Solo nell'ultima pagina la storia prende il via, ed è l'unica cosa che può portare curiosità per il secondo volume.

Dal secondo parte quella che non riesco a definire se non "una storia di zombi alla giapponese".
Nei volumi dal 2 al 10-11, non ricordo bene (comunque è più o meno la metà della durata totale del manga), non succede praticamente niente che non succeda in più o meno tutte le altre storie di zombi che abbiamo visto.
A questo punto, più che la storia stessa è interessante il confronto tra una "storia di zombi alla giapponese" e una "storia di zombi all'americana".

martedì 18 luglio 2023

Tomb Raider (2013)

Tomb Raider (2013) recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Altro articolo recuperato tra le bozze del blog, questo risale "solo" all'anno scorso, l'ho scritto a febbraio 2022 e lo pubblico ora così come l'ho ritrovato.

Ultimamente vado solo più su retrogames e giochi indipendenti: sono un amante del 2D, cosa volete farci. Calcoliamo anche che il mio computer non è minimamente in grado di fare girare un tripla A moderno...

Sono però iscritto a Epic Games Store, dal quale si può scaricare un diverso gioco gratuito ogni due settimane, e in periodo natalizio sono andati in download gratuito tutti e tre gli ultimi Tomb Raider, quelli del "reboot". Con il secondo e il terzo non ci provo nemmeno, ma il primo gira più che bene anche sul mio catorcio, anche se devo fare attenzione a tenerlo rialzato se no poi scalda troppo.

La mia precedente esperienza con Tomb Raider è ferma al secondo episodio sulla prima Playstation. che non mi era neanche piaciutò granché. Al primo però sono legato anche sentimentalmente, all'epoca ci avevo giocato un sacco.
Questo nuovo comunque c'entra poco, stiamo parlando di generazioni completamente diverse, ormai. Ammetto che il primo impatto all'avvio del gioco è stato shockante per me, con questa grafica ultra dettagliata e realistica. Niente tette a piramide per Lara, quindi e il sistema di gioco più che il primo Tomb Raider ricorda altri giochi attuali basati su un sistema che io chiamo "stanze e corridoi". 
Ho notato che molti giochi moderni adottano questo schema: alternano sezioni action con combattimenti all'arma bianca o da fuoco, a seconda dell'ambientazione, in aree limitate (le "stanze", che possono essere anche spazi aperti ma comunque limitati), con sezioni di solito platform (tipo God of War, per dirne uno) o esplorative (come il recente Control), i "corridoi" che collegano le "stanze".
Anche Tomb Raider del 2013 funziona secondo questo schema, anche se a volte i "corridoi" sono molto grandi ed esplorabili, pur senza mai diventare un open world.

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