Monster è il primo manga di Naoki Urasawa, già autore di 20 century Boys e Pluto.
Come già detto, 20 century boys è bellissimo, ma nella seconda parte si dilunga troppo. Ecco, Monster è quasi tutto così.
Inizia con un abilissimo neurochirurgo giapponese che va a lavorare in Germania. La direzione dell'ospedale in cui lavora dimostra di preferire dare la precedenza alle persone da operare non in base all'ordine di arrivo o all'urgenza ma all'importanza della persona. Qui c'è da aprire una piccola parentesi: si ha la forte sensazione che l'autore voglia dire che queste cose in Giappone non succedono, e che invece in Europa sia normale. Chiusa parentesi.
Comunque sia, quando gli viene chiesto di operare un cantante lirico invece di un bambino che è arrivato prima, lui non ha dubbi su quale sia la scelta giusta da fare... andando quindi contro le ire della direzione.
Ma non è questo il guaio più grande, perché il bambino che ha salvato si rivelerà, poco tempo dopo, essere un vero e proprio "mostro". Il medico caduto in disgrazia inizia quindi a dare la caccia a quello che nel frattempo è diventato un ragazzino, per eliminare definitivamente il suo errore...
Nella prima parte sembra di avere a che fare "solo" con il solito serial killer super intelligente, con il tenebroso che gli da la caccia. Dopo però la storia si complica, divenendo più interessante. Orfanatrofi in cui si tenevano misteriosi esperimenti, polizia segreta, organizzazioni neonaziste, e chi più ne ha più ne metta. La vicenda è maledettamente intricata, a volte pure troppo. Il numero di personaggi dei quali seguiamo le vicende, spesso per poco tempo, è davvero alto, e a volte il modo in cui le loro storie si incrociano sembra davvero tirato per i capelli. Cioè, sembra che al mondo ci siano davvero poche persone vista la facilità con cui questi si incontrano "per caso".
Il difetto principale di questa storia è che è troppo lunga. Avrebbe dovuto essere più asciutta, con meno personaggi e accorciando le divagazioni (senza toglierle), forse avremmo avremmo tra le mani un vero capolavoro del thriller. L'autore, invece, ha fatto l'errore che reitererà nella sua seconda opera, 20 century boys: voleva a tutti i costi fare un capolavoro, e quindi gli ha dato più spazio di quello che sarebbe stato lecito.
Però l'intreccio è davvero interessante, così come i personaggi, al punto di spingere quasi al corrispondente fumettistico del binge watching: vuoi sempre andare ancora avanti, anche se mentre leggi pensi che poteva pure farla un po' più corta.
Vale comunque la pena di fare qualche sforzo per arrivare alo splendido finale, nella cittadina sotto la pioggia dove... non ve lo dico.
Il Moro
Pensa, è il mio fumetto preferito di Urasawa.
RispondiEliminaVero, a volte sembra dilungarsi ma mantiene l'atmosfera, l'indagine comunque è ben ponderata e ricca di tanti momenti...
Moz-
Il mio preferito (dei tre che ho letto) è Pluto, che è decisamente più corto ma anche più "denso". Ma tutti e tre (l'altro è 20th century boys) sono decisamente validi e meritano alla grande.
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