martedì 18 febbraio 2020

Il lungo meriggio della Terra, di Brian W. Aldiss

Brian aldiss il lungo meriggio della terra recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!


Sapevate che la luna e le maree stanno impercettibilmente rallentando il moto di rivoluzione terrestre? E' scientificamente provato che le giornate sono sempre più lunghe, nell'ordine di un paio di millisecondi ogni secolo. Osservando i fossili dei coralli, che formano degli anelli simili a quelli degli alberi nelle loro stagioni di crescita, si scopre che 350 milioni di anni fa i giorni duravano meno di 23 ore. Da qui si evince che, tra 50 miliardi di anni, la rotazione terrestre potrebbe diventare talmente lenta da creare giorni di mille e più ore, magari addirittura fermarsi.
Per allora, comunque, il nostro piccolo pianeta sarà già stato abbondantemente sterilizzato dalle radiazioni provenienti dal sole trasformato in una gigante rossa.

Brian Aldiss usa questo spunto spostando indietro il momento in cui la Terra smetterà di ruotare, ponendolo a qualche milione di anni da adesso. Il pianeta mostra quindi al sole sempre la stessa faccia, e anche la Luna, che a sua volta ha fermato ogni suo moto, è ferma nel cielo.
Questa inondazione di luce e radiazioni ha portato a una crescita esponenziale della vegetazione, a discapito del regno animale. La superficie terrestre, almeno dal lato esposto al sole, è completamente ricoperta di vegetazione, vegetazione che ha anche assunto nuove, strane forme, arrivando ad imitare gli animali in molti comportamenti. Ci sono quindi piante prive di radici che si muovono come animali e come animali cacciano.
Il regno animale è decimato, e anche le poche forme di vita animali rimaste hanno subito bizzarre evoluzioni. L'uomo non è più l'unico essere intelligente, e soprattutto non è più al vertice della catena alimentare. Ridotti a pigmei con il livello tecnologico degli aborigeni, gli umani si arrabattano a sopravvivere all'interno dell'immensa foresta, in balia di tutti i suoi pericoli.



E, veramente, ogni cosa sembra pericolosa in questa immensa foresta. Decine sono le piante-trappola, pronte a ghermire i poveri umani, quando queste piante non diventano addirittura mostri giganteschi, su tutti gli immani Traversatori, piante-ragno di dimensioni ciclopiche (si parla di chilometri di lunghezza!) che hanno intessuto una fitta ragnatela tra la Terra e la Luna...

I poveri, piccoli umani si muovono, sperduti, in questo ambiente ostile alla massima potenza, e la  morte è, davvero, sempre in agguato. Meglio non affezionarsi troppo a nessun personaggio... ma d'altronde Aldiss non ce ne dà né il tempo né il modo. Non ci sono eroi, qui, solo gente che riesce in qualche modo a sopravvivere.

Un libro d'ambientazione intrigante e spaventosa, dove ogni foglia può nascondere un pericolo mortale. E ci sono foglie ovunque.



La trama, come i personaggi, viene trascinata in giro da eventi su cui non c'è nessun controllo. Non c'è in effetti, una trama vera e propria: ci sono solo una sequenza di (dis)avventure che vedono protagonisti alcuni umani attaccati tenacemente alla vita, anche in un mondo così orribile. Gli eventi li trasportano qua e là per il mondo, facendo scoprire a loro e al lettore nuove realtà e nuove minacce di questa ambientazione. Non c'è uno scopo da raggiungere, niente che non sia l'immediata sopravvivenza.

Addirittura, sarà solo quando uno dei protagonisti verrà in contatto con un'altra forma di vita intelligente, un fungo parassita, che qualcosa cambierà: a differenza degli umani, il fungo ha uno scopo. Ma il mondo, questo mondo terribile, se ne frega dei tuoi obbiettivi...


La mancanza di una trama all'inizio è un po' spaesante, ma dopo diventa quasi ipnotico seguire le disgrazie di questa gente, una bizzarria naturale dietro l'altra, in un pianeta quasi irriconoscibile.
Aldiss tratteggia un'ambientazione spaventosa in un mondo pieno di luce, facendoci appassionare alle vicende di questi superstiti dell'umanità che di umano non hanno poi molto. Difficilmente la trama resterà impressa a lungo nella mia memoria, anzi (quale trama?); ma l'ambientazione e il senso di terribile predestinazione, di vita mantenuta con feroce determinazione, sicuramente sì.

Il Moro


9 commenti:

  1. L'edizione Nord me la ricordo, mi ci sono imbattuto qualche annetto fa, mi rimase in mente per via della copertina, ma non conoscevo nulla dell'autore e relativo romanzo.
    Adesso però sono interessato, se mi ricapita sotto mano lo prenderò sicuramente!

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  2. Be' avevo sentito il nome... ma non sapevo di cosa si trattasse; adesso lo so.
    grazie.

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  3. Ammazza, ci va giù duro Brian! :-P
    Bella come idea, ma certo la mancanza di trama mi spaventa un po'.
    Che belle però quelle edizioni Fanucci, Nord e Urania, con illustrazioni e gragiche che scaldano il cuore.

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    1. Sì, non scherza con nessuno!
      Le copertine di quelle edizioni erano spesso davvero belle. Poi alcune volte non c'entravano niente con il contenuto, ma erano casi sporadici.

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  4. Sembra un romanzo veramente interessante, se ne avrò l'occasione lo recupererò sicuramente.

    Che poi la trama è molto simile a un romanzo che sto leggendo ultimamente (Come si fermò la terra di Calogero Ciancimino). A volte la vita è molto buffa.

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