mercoledì 2 ottobre 2019

20th century boys, recensione

20th century boys recensioneSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Non sono un appassionato lettore di manga, devo ammetterlo. Ma i fumetti belli sono belli indipendentemente dal loro luogo di provenienza, e il Giappone ha saputo regalarci dei veri capolavori in tale ambito.
Vi ho parlato qui di Akira, eccezionale. Non vi ho parlato di Pluto, altro grande manga, e ho fatto male. Magari prima o poi recupererò, anche se ormai è passato parecchio tempo da quando l'ho letto.
Inoltre potete trovare qui anche le recensioni di Edge of  Tomorrow (All you need is kill), Eden: It's an endless world!, Oldboy, Le bizzarre avventure di Jojo, La storia dei tre Adolf, Le fanfiction di Dragonball, e non dimentichiamo la serie di post dedicata ad Alita - L'angelo della battaglia.

Ma, parlando di capolavori, oggi vi parlo di 20th century boys, di Naoki Urasawa (stesso autore di Pluto, tra l'altro).

E' la storia di un gruppo di ragazzi che, come ci viene detto chiaramente all'inizio, hanno salvato il mondo.
Il manga è uscito dal 1999 al 2006, ma è ambientato nel 1969, nel 1997, nel 2000, nel 2014 e oltre... saltellando da una data all'altra.

Un gruppo di ragazzini delle elementari crea, per gioco, una storia dove il mondo viene minacciato da un malvagio che vuole distruggerlo. Quando sono ormai adulti e di quei momenti conservano pochi ricordi, ecco che un uomo che si fa chiamare semplicemente "L'Amico" mette in atto un piano che assomiglia terribilmente a quello ideato dai ragazzi. Solo loro si accorgono di quello che sta succedendo, solo loro possono salvare il mondo prima che sia troppo tardi...
La trama in realtà è ben più complessa di così. Ma non si può assolutamente spoilerare, quindi basta.

20th century boys recensione


La storia viene narrata in modo non lineare, un po' difficile da seguire all'inizio, con balzi temporali a volte stranianti. Dopo un po' comunque ci si fa il callo.
Il tratto del disegno è pulito e funzionale, senza particolari meriti, ma fa bene il suo dovere e dopo un po' passa in secondo piano rispetto all'importanza della storia in sé.

Lo stile è quello del giallo-thriller. Soprattutto, le pagine sono pervase dal rimpianto per quello che è stato e che non tornerà. Occasioni perse, decisioni da rimpiangere, sogni spezzati.
Le vite e le vicende dei personaggi si intrecciano per una serie di coincidenze piuttosto incredibili, ma è proprio il destino uno dei temi principali del manga.
Non ci sono eroi. Ci sono degli sconfitti che cercano di essere eroi. Il più delle volte senza riuscirci.
I colpi di scena si susseguono a ritmo serrato. Niente di quello che vedremo e che al momento ci sembra senza importanza resterà inspiegato, anzi, ogni cosa andrà a comporre un puzzle complesso nel quale non mancheranno momenti che ci lasceranno a bocca aperta.

20th century boys recensione


Un manga eccezionale, che sfiora il titolo di capolavoro senza raggiungerlo per via di un paio di difetti.
Uno è congenito di questo tipo di storie, quelle piene di misteri: man mano che i misteri vengono svelati diventa meno interessante. Urasawa è bravo a mantenere sempre alta la suspance, ma nemmeno lui può fare i miracoli, soprattutto in un fumetto così lungo.
Un altro è che Urasawa, volendo scrivere un fumetto dalle grandi ambizioni, l'ha fatto un po' troppo lungo. Dopo la prima metà ci sono intermezzi e prolungamenti di brodo abbastanza inutili, e verso la fine si trascina stancamente.
Rimane comunque imperdibile per gli amanti del fumetto giapponese.

20th century boys


Nel fumetto, soprattutto nella parte ambientata tra il 1997 e il 2000, ha una grande importanza la musica rock (20th century boys è anche una canzone dei T.Rex, ma sono sicuro che la conoscete). Il principale protagonista, Kenji, è l'ex chitarrista di una rock band, un'altra parte del suo passato che non smette di rimpiangere. In questo personaggio Urasawa ha messo un po' di sé stesso, visto che anche lui è cantante e chitarrista in una rock band. Nell'undicesimo volume della serie originale di 20th century boys era incluso un cd contenente il suo pezzo Kenji no Uta (Canzone di Kenji)


Nel 2008 il manga ha avuto una trasposizione in tre film live action

Il primo, intitolato semplicemente Chapter I,  è quasi identico all'opera da cui è tratto. Le scene sono identiche, stesse riprese, stessi dialoghi, addirittura quasi tutti gli attori sono incredibilmente somiglianti alle loro controparti disegnate (Maruo e i gemelli sono identici!). Cambia un po' il montaggio, l'alternarsi del passato/presente/futuro, e ci sono alcune semplificazioni necessarie nella riduzione di un'opera così lunga e complessa. Purtroppo queste semplificazioni, soprattutto verso la fine, arrivano all'eccesso, tanto da rendere difficile la comprensione se non si è letta l'opera originale. Non si può tagliare tutta la parte relativa all'esposizione universale e poi presentarci il relativo monumento come se niente fosse!
Se a ció aggiungiamo un budget per gli effetti speciali risibile (con il quale comunque se la cavano ancora abbastanza) il risultato è che il film può essere considerato solo un di più alla lettura del fumetto, ma non è adatto per chi non l'ha letto.


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Ammetto di non avere avuto il coraggio di vedere gli altri due film.

Comunque sia, 20th century boys rientra di diritto tra i più bei manga che ho mai letto. Se vi capita l'occasione, procuratevelo.

Il Moro

10 commenti:

  1. Concordo uno dei migliori manga mai usciti e Urasawa è fenomenale!

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    1. Un grande, devo ancora leggere Billy Bat, ma per ora la mia favorita delle sue opere è Pluto.

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  2. Per me Urusawa ha fatto il suo capolavoro con Monster.
    Questo aveva tutte le carte in regola per piacermi di più (le tematiche le adoro!) ma svolte troppo fantascientifiche e -hai ragione- una lunghezza non richiesta mi sfiancarono.
    Però oh, è un grandissimo fumetto, tra i migliori del panorama giapponese.

    Moz-

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    1. A me Monster è piaciuto di meno. Ho iniziato a scrivere una recensione, ma non l'ho mai finita...
      Il mio preferito è Pluto, che come trama ho trovato inferiore a 20th Century Boys, ma ha la lunghezza perfetta e non cala mai di ritmo.

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    2. Pluto lo iniziai ma non l'ho finito, è un genere che non m'attira molto. Recupererò.

      Moz-

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  3. All'epoca lo lessi tutto d'un fiato insieme a Pluto e Monster.
    Mi piacque moltissimo, ma se devo essere onesto nell'ultima parte lo trovai un po' ripetitivo e sfiancante, avrebbe potuto terminare tre, quattro numeri prima.

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  4. Mmmm diavolo tentatore! In premessa hai citato tutte opere che ho molto gradito, quindo devo per forza fidarmi del tuo giudizio e aggiungere un nome alla lista infinita di cose da leggere :-P

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  5. Comunque urasawa ha fatto 21 century dopo aver visto i film che non avevi il coraggio di guardare ahah

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