lunedì 13 maggio 2019

Martin Mystere, Le nuove avventure a colori

martin mystere le nuove avventure a colori recensioneSalve a tutti, è il Moro che vi parla!

Non ho calcolato granché questa miniserie al tempo in cui è uscita. Forse perché Martin Mystere, di cui ho letto i primi 150 numeri circa, all'epoca mi era già venuto un po' a noia. Ne ho sempre amato la capacità di inventarsi storie intriganti, spesso originali o quantomeno originali rielaborazioni di tematiche già viste. Le prime storie però erano più avventurose, poi dopo un po' è diventato noiosetto. Non mi dispiaceva ancora leggerlo, ma trovandomi nella necessità di fare due conti e di rinunciare a qualcosa, a Martin Mystere è andata male.
Ciò non toglie che consideri il secondo albo gigante di Martin Mystere e il primo crossover con Nathan Never tra i migliori fumetti italiani che ho letto.

Recentemente mi è capitato di riuscire a recuperare questa miniserie completa nel mercato dell'usato, e mi sono lasciato attirare.

La miniserie non vuole essere, come immaginavo inizialmente, una rinarrazione delle prime avventure del detective dell'impossibile, riviste in una chiave moderna e con un personaggio opportunamente ringiovanito.
Si tratta invece delle avventure di un Martin Mystere alternativo, certamente più giovane (Martin Mystere è uno dei pochi personaggi del fumetto che invecchia, un tempo all'unisono con il suo creatore ma presumo che negli ultimi tempi abbia rallentato [Alfredo Castelli ha più di 70 anni, Non credo che le storie più moderne del personaggio vedono in azione un settantenne]), ma soprattutto localizzata in una linea temporale diversa. E non sono le sue prime avventure, il personaggio ci viene presentato come un avventuriero, detective e studioso già esperto e con una lunga storia alle spalle, piuttosto le ultime.


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La storia nasce come progetto per una serie televisiva di Martin Mystere, progetto che poi non è andato in porto ma le cui caratteristiche sono confluite qui. Abbiamo quindi un Martin più giovane e dinamico, e decisamente meno logorroico; e anche l'uomo di Neanderthal come assistente viene sostituito da un hipster tatuato perché, parole di Castelli, uno che si esprime a grugniti in video sarebbe apparso ridicolo. Con buona pace dei fan integralisti, se Martin Mystere ne ha come ne hanno i fumetti americani.


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 La miniserie è pensata per essere autoconclusiva. Non dodici avventure legate tra di loro, ma un'unica storia in 12 capitoli.
Storia nella quale i capisaldi della saga di Martin Mystere, quali Atlantide, Mu, gli uomini in nero, gli alieni grigi, Sergej Orloff, Diana Lombard, eccetera, vengono rimescolati e riutilizzati in modi diversi da quanto visto nella serie originale, e a volte sorprendenti.


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Per questa serie è stato scelto uno stile grafico unificato: ciò significa che i disegnatori non esprimono ognuno il suo stile personale, ma che questo viene armonizzato così che gli stili dei disegni dei vari albi, pur non essendo tutti uguali, si assomigliano tutti.
Di solito non amo questa soluzione, preferisco la varietà grafica per apprezzare gli stili dei diversi disegnatori, ma in questo caso funziona bene, proprio perché si tratta non di dodici avventure separate ma di un'unica storia suddivisa in dodici capitoli, e utilizzare uno stile grafico simile per tutti determina una piacevole sensazione di continuità. In genere, poi, i disegni sono davvero splendidi, soprattutto gli sfondi, stracarichi di dettagli, così come i colori, davvero eccezionali.


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Il personaggio principale è intrigante, così come i comprimari, e la trama non perde mai d'interesse, complice anche il continuo inserimento di nuovi elementi che però riescono a coesistere tranquillamente con quello che già c'è.
Soprattutto la serie è appassionante. Succedono un mucchio di cose, eppure non si ha la sensazione che succeda "troppo" o che non ci siano abbastanza pagine, come ho visto succedere molte altre volte... Almeno fino a quasi alla fine. Negli ultimi due o tre volumi, in effetti, i troppi fili narrativi rendono difficile seguire la storia, che pur non diventando confusa diventa comunque troppo complicata se si è letto il numero precedente un mese prima. Ho fatto un po' di fatica a seguire la parte finale anche io che li ho letti tutti di fila.

A parte questo difettuccio sul finale si tratta di un'ottima miniserie.

Ora non vedo l'ora di leggere la miniserie Origini dedicata a Zagor, sperando che vi sia stata riposta la stessa cura...

Il Moro.

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