giovedì 3 gennaio 2019

Ralph spacca internet

Risultati immagini per ralph spacca internetSalve a tutti, è il Moro che vi parla!

Per quanto riguarda il primo articolo del 2019 su questo blog, ecco il primo film visto al cinema nel 2019, il pomeriggio del primo di gennaio come da tradizione familiare, quella tradizione che porta i cinema di tutta Italia a riempirsi di gente che non è mai andata al cinema in vita sua. Fortunatamente il cinema dove sono andato non era scandalosamente pieno, complice anche l'orario del primo pomeriggio. All'uscita per lo spettacolo successivo c'era già la coda fuori.

Diciamo la verità, i film Disney degli ultimi anni hanno lo stesso "problema" di quelli della Marvel  (se davvero di un problema si può parlare): dietro non ci sta uno o più "autori", o non solo, ma una schiera di esperti sociologi, psicologi e addetti al marketing (soprattutto addetti al marketing), con il preciso scopo di far piacere il film a più gente possibile, usando qualsiasi mezzuccio a disposizione. Questo ha portato a un appiattimento globale del cinema tutto, non solo per quanto riguarda i film prodotti dell'onnipotente casa di topolino, ma anche per tutti quelli che cercano di far loro concorrenza, spesso con risultati oltretutto piuttosto scarsi.
Ora, i film della Disney sono tutti belli. Ci sono eserciti di specialisti con camionate di soldi a disposizione a far sì che questo avvenga. Allo stesso tempo, però, nessuno di loro si distingue in particolar modo. Li guardi, ti diverti, e poi te li dimentichi. Forse perché per piacere a tutti non bisogna dar fastidio a nessuno..

Ma sto divagando. Torniamo a Ralph Spacca internet, che è meglio.

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La trama: il videogioco di corse di Vanellope si rompe per colpa di quell'imbecille di Ralph. Il pezzo di ricambio costa troppo per il gestore dell'antiquata sala giochi, così Ralph e Vanellope decidono di andare personalmente in internet per comprare l'ultimo pezzo disponibile su eBay.
Questo consente agli sviluppatori del film di dare sfogo alla loro fantasia nella rappresentazione di internet come un mondo virtuale dove, oltre agli avatar delle persone connesse (avatar coi testoni che ricordano quelli di alcune piattaforme social, come il defunto Miiverse di Nintendo), vivono e interagiscono le personificazioni virtuali di servizi, notifiche, pop-up e quant'altro, oltre ad altri personaggi di videogiochi, ovviamente. Nel design non c'è niente di veramente nuovo, possiamo dire che nella rappresentazione grafica di questo internet "personificato" non c'è niente che lasci il segno, anzi, forse in questo senso era più interessante l'anime Summer Wars del 2009.

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Per fortuna (ma niente avviene per fortuna nella macchina produttiva Disney) questo secondo episodio rifiuta quasi completamente la logica nostalgista che stava dietro al primo Ralph Spaccatutto: le "strizzate d'occhio" ai retrogamer ci sono ancora ma sono piccolezze, e sono perfettamente integrate nell'ambientazione. Cioè, in una sala giochi vintage è normale che se ne vadano in giro personaggi come Pac-Man e Zangief. Niente più nostalgia, quindi, ed era pure ora, ma piuttosto un'immersione nel moderno mondo di internet, immersione che sottolinea pregi e difetti della vita in rete, senza però mai diventare retorico. Si parla del fenomeno degli youtuber che fanno visualizzazioni e soldi con video di gatti e capre urlanti, così come di quello dei videogiochi violenti, c'è perfino un accenno a quello che i leoni da tastiera scrivono nei commenti ai video e altre cose, ma niente di tutto ciò viene dipinto come il peggiore dei mali, si prende semplicemente atto del fatto che esiste.

Ora, c'è un ulteriore discorso da fare riguardo ai film Disney degli ultimi anni: a chi sono rivolti?

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Io sono andato a vederlo con prole, il primo film al cinema di mio figlio nonché l'ultimo per il quale non ha pagato il biglietto, visto che fa quattro anni tra quindici giorni.
Lui dice che gli è piaciuto, ma io so con assoluta certezza che non può averci capito una mazza. Lo sapevamo già, ma era il primo di gennaio, avevamo voglia di andare al cinema e c'era solo quello.

Questo film non si rivolge ai bambini più piccoli, ma agli adulti e ai ragazzi cresciuti a pane e social network. Ma lo stuolo di personale specializzato al lavoro fa sì che ogni fotogramma del film sia uno spettacolo per gli occhi, luci, effetti visivi, gag, e poi un ritmo sempre costante, insomma, tutto perfetto, e per questo apprezzabile anche da un bambino che non riesce a seguire la trama.
Niente, comunque, che possa rimanere lì a lungo nella memoria di qualcuno un po' più grande.

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Anche la cosa che ha fatto paura a mio figlio, e che metto spoiler, per quanto impressionante (e inadatta a un film per bambini) non è niente di originale:


Per curiosità, dopo aver scritto quanto sopra sono andato a rileggermi la recensione del capitolo precedente della saga.
Strano come in questo film ho notato l'esatto contrario che nel precedente: il primo mi era sembrato un film per bambini, solo con un mucchio di strizzate d'occhio per i retrogamer, questo invece è decisamente più dedicato a un pubblico con un'età anagrafica superiore (per quanto siamo ben lontani dai livelli di Inside Out, che per bambini non aveva quasi niente, solo che per seguire questo Ralph Spacca Internet bisogna almeno avere dimestichezza con la rete). Che abbiano tenuto conto che i bambini che hanno visto il primo film nel frattempo sono cresciuti (il primo era del 2012)?
E poi mi sono accorto di aver parlato anche del messaggio che mi aveva trasmesso il primo film: restare al proprio posto e accettare il proprio destino. Al contrario, la Vanellope di questo film fa proprio il contrario, non si accontenta di quello che ha e vuole di più, cosa che oltretutto manda Ralph talmente fuori dai gangheri da farli combinare disastri epocali uno dietro l'altro.

In sintesi, bello da vedere, rapido da dimenticare, merita comunque un pomeriggio al cinema.

Il Moro

7 commenti:

  1. Concordo su tutta la tua lucida analisi: c'è stato un cambio radicale rispetto al primo film che sì, era divertente ma aveva evidenti limiti. Qui, gli omaggi e le citazioni non mancano ma, cosa davvero importante, non si perde un'idea curiosa di partenza che viene affrontata in modo più o meno originale. E' vero: forse un film dedicato ad un pubblico più grandicello di quello che sembrerebbe :)

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  2. Pensa che proprio stamattina la mia barista sotto casa mi stava raccontando quanto abbia capito internet grazie al film, visto anche lei in questi giorni al cinema coi figli, segno che gli esperti di marketing alla guida Disney conoscono bene i loro polli :-P
    Purtroppo quello che giustamente indichi è un difetto proprio di ogni grande produzione: deve assolutamente piacere a tutti quindi deve adottare stili che piacciano a più persone possibile. Tipo il razzismo... Proprio ieri ho visto un vecchio video di David Chappelle, il comico nero, che si lamentava del remake di Burton del Pianeta delle Scimmie. Era quasi convinto che stavolta fossero davvero scimmie, non scimmioni neri con nomi in "-us" tipici degli afroamericani, ma poi arriva la scena del pasto (dove si mangia cocomero) e poi esce fuori che le scimmie non sanno nuotare: cioè due tipici stereotipi del razzismo bianco americano.
    Te li ricordi i corvi neri di Dumbo? Come dice Peter Griffin, "Ah, il razzismo di una volta".
    Oggi non tira più il razzismo, firma autorevole del cinema, perché si vuole vendere il prodotto anche agli "altri", così come i "musi gialli" non sono più presi in giro visto che sono un bacino d'utenza miliardario: alla fine non rimane molto di cui parlare...
    Questo non è un male, avere film con "messaggi" più ottimisti e meno razzisti è ovviamente un bene, ma rilancio alla tua osservazione con una domanda: a forza di fare spot eticamente accettabili e politicamente corretti... cosa rimane di una storia? Cioè, l'impegno della sezione marketing è superiore a quello degli sceneggiatori? Non dovrebbe...
    Domanda ovviamente oziosa, il sistema funziona e le grandi case fanno soldi a pacchi con prodotti che proprio perché non lasciano la minima traccia di sé immediatamente dopo la visione sono perfetti: quale spacciatore vorrebbe soddisfatti i propri clienti? :-D
    Finito lo sproloquio, sono contento per tuo figlio che ha visto il suo primo film su grande schermo ^_^

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    1. Purtroppo il marketing regna sovrano, anche per colpa delle cifre assurde che costano le megaproduzioni disney: vuoi mica rischiare di non recuperarli? L'originalità, la forza di una buona sceneggiatura e tutte quelle cose che rendono un film davvero memorabile ormai sono relegate alle produzioni medio-piccole che non rischiano centinaia di milioni di dollari ogni volta.

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  3. Aldilà del citazionismo che colpisce i miei ricordi (in un film Disney Kano di Mortal Kombat che fa la fatality del cuore!!!), io amo Ralph Spaccatutto per il messaggio che è nascosto in un film chiassoso e divertente.
    Sì, vero, Ralph è soprattutto un film sulla diversità: i due protagonisti sono due reietti.
    Ma soprattutto Ralph è la persona che si vede attribuito un ruolo dalla società e da quel ruolo sembra non potersi liberarsi.
    Invece ci riesce.
    La serena rassegnazione con cui Ralph è pronto a consegnarsi al suo destino infausto benché eroico, accettando il suo essere perdente e accettando di essere così (meglio perdente, brutto e cattivo piuttosto che vestire i panni di un'altra persona), è un qualcosa che ti colpisce allo stomaco e ti rimane dentro.
    Credo che il seguito lo apprezzerò moltissimo, ma non sarà come il primo. Vedremo :)

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    1. Credo che il primo Ralph avesse due chiavi di lettura: quella che ci hai visto tu e quella che ci ho visto io, cioè la storia di uno che vuole ribellarsi al suo destino ma non ci riesce, e rimane inquadrato nel suo ruolo imparando semplicemente ad accettarlo e ad essere felice lo stesso. Come a dire: stai al tuo posto, barbone, e sii contento che non ti va peggio.
      Al contrario in questo secondo episodio Vanellope rifiuta il suo destino e cerca qualcosa di meglio, riuscendoci; Ralph però sembra aver perso la sua spinta a essere qualcosa di più di quello che è stato programmato per essere. Cerca di impedire alla ragazzina di "uscire dal suo guscio" con una veemenza che sfiora l'ossessione, arrivando a compiere veri atti criminali, per paura di perderla e restare solo; ma nel primo non era lui che voleva cambiare? come mai adesso è così attaccato al suo tran tran da arrivare a fare delle cazzate del genere per mantenerlo? Se la psicologia di Ralph fosse stata rispettata, lui avrebbe dovuto essere il primo a voler seguire la ragazza. Mah.

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  4. Lo vedrò dopo spiderman, è nella lista :)
    il primo mi è piaciuto veramente molto :D

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