Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Prima dell'apocalisse è stato pubblicato nel 2014, e Christopher Galt è lo pseudonimo dell'autore Craig Russell, già piuttosto famoso e tradotto in molte lingue con i suoi thriller.
Anche Prima dell'apocalisse è scritto come un thriller, ma in questo caso il nemico non è il solito assassino, e il protagonista non è il solito poliziotto: la minaccia è nascosta all'interno della stessa mente umana, e i nostri investigatori sono psicologi ed esperti dei meandri della psiche.
Come causate da un virus, allucinazioni di straordinaria intensità e realismo si diffondono in ogni parte del mondo (beh, noi vediamo solo l'America, ovviamente), e spesso sono anche allucinazioni collettive che coinvolgono un gran numero di persone. Per non spoilerare non faccio esempi, ma alcune sono davvero inquietanti. Psicosi collettiva? Questo può essere collegato agli esperimenti in corso sulla creazione di un'intelligenza artificiale forte? O forse è un piano di Dio?
C'è qualcosa, in questo libro, di inquietante. In come vengono descritte le psicosi, principalmente, sopratutto quelle "reali", o meglio quelle che potrebbero accadere anche nella realtà. Ci sono passaggi che spingono il lettore a dubitare di tutto quello che vede. Alcuni hanno descritto questo libro come il corrispondente letterario di Matrix, e in effetti non hanno tutti i torti.
La parte che forse mi ha fatto più impressione, stranamente, non è un passo particolarmente "epico" o drammatico, ma un semplice dialogo tra due psichiatri, sull'argomento allucinazioni: se tu hai un'allucinazione di solito te ne accorgi, magari dopo che è finita, perché hai visto qualcosa di "strano", fuori contesto, che ti ha colpito perché fuori posto. Qualcosa che non può essere altro che un'allucinazione.
Ma se tu vedessi uno che passa con un cane al guinzaglio dall'altro lato della strada? O una mosca che ti ronza in giro per la stanza? Come fai a sapere se sono vere o false?
Non so quanto questo abbia senso da un punto di vista medico, ma da un punto di vista narrativo, è inquietante.
Galt non esagera con le nozioni tecniche, che sono presenti e precise (nei limiti di quanto sono riuscito a verificare) ma non invasive nè pesanti. Dosa invece perfettamente i meccanismi della suspense, come può e deve fare un maestro del thriller, alternando a quello del protagonista John Macbeth quelli di molti altri personaggi, coinvolti in allucinazioni sempre più realistiche.
Soprattutto utilizza il buon vecchio trucco del "mistero" tenuto in sospeso fino alla fine. Cosa sono realmente queste allucinazioni?
C'è anche una certa dose di preveggenza: nel libro si spiega come la reazione della gente comune a queste allucinazioni sia il rifiuto della scienza, della quale lo sviluppo indiscriminato viene additato come responsabile, per rifugiarsi in una religiosità eccessiva e superstiziosa, che sfocia anche in atti terroristici.
Questo passaggio è particolarmente emblematico:
Gli attacchi contro la ragione, la scienza e il laicismo stavano prendendo piede nel mondo, sempre più dominato da una cultura di orgogliosa, deliberata e irriverente ignoranza. Lui era cresciuto in un'epoca caratterizzata da progressi senza precedenti, da un sapere da conoscenze sempre maggiori. Ma ormai stava calando il sipario: un nuovo medioevo di superstizione e credulità incondizionata stava prendendo il sopravvento. Il futuro era nelle mani di imam e preti, di predicatori e fondamentalisti, gli uomini stupidamente fanatici e consapevolmente ciechi.
Il 2014 non è tanto tempo fa, ma il fenomeno dei terrapiattisti, dei no-vax e di tutta quella genìa di rimbambiti è esploso solo ultimamente, o meglio ha raggiunto livelli che prima non conosceva (cioè, gente, dico: il nostro governo è stato costretto a varare una legge apposita per far vaccinare 'sti poveri bambini!). I social network strabordano di idiozie antiscientifiche che vengono prese come oro colato e difese fino all'ossessione, con evidente orgoglio, e a volte anche con la violenza. Suggerisco a proposito la lettura di questo interessante, e inquietante, articolo.
Da questo punto di vista, Prima dell'apocalisse sembra quanto mai profetico.
Tornando a parlare del romanzo, nel complesso una buona lettura, scorrevole e intrigante, anche se ovviamente la soluzione finale del mistero non è poi così lontana dall'idea che il lettore si fa durante la lettura...
Il Moro
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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