martedì 20 giugno 2017

Life is strange, recensione

avventura grafica migliore

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ammetto di non aver mai giocato prima ad un'avventura grafica (non è del tutto vero, avevo Discworld su PS1, ma era una cosa molto diversa e comunque non l'ho finito). E' un genere che non mi ha mai interessato.
E questo nonostante abbia sempre preferito i giochi nei quali la trama avesse una parte preponderante (almeno da quando, sempre per la mitica PS1, ho scoperto il mio primo JRPG, Final Fantasy VII. Su Megadrive e prima ancora su Commodore 64 non avevo mai giocato a niente di così complesso. Tra l'altro, andate a dare un'occhiata alla mia classifica dei JRPG).
Ma sto diventando vecchio, sono pieno di impegni e il tempo da dedicare ai videogiochi si è ridotto mostruosamente (per non dire quasi svanito del tutto), e quindi non posso più  star lì a livellare o a completare i quadri al 100%. La trama ormai per me è quasi l'unica caratteristica che mi interessa di un videogioco, e deve pure andare avanti abbastanza alla veloce.
E se questo ancora non bastava a riconciliarmi col genere delle avventure grafiche, ecco che salta fuori questa perla di Life is Strange.

recensione

La giovane Max Caulfield studia e vive in una sorta di college dedicato all'arte, in particolare è iscritta al corso di fotografia. E' proprio al college che Max assiste a un evento traumatico, che le fa scoprire di avere quello che non si può definire in altro modo che un superpotere: può riavvolgere il tempo. Può farlo anche molte volte di fila, ma non può tornare indietro per più di qualche minuto.
Non sa da cosa derivi questo potere, ma ha il presentimento che possa non venirne nulla di buono, visto che insieme ad esso sono giunte anche visioni catastrofiche...

La vita di Max prosegue con il ritrovo di una vecchia amica e il coinvolgimento in alcune di quelle storie che capitano ai ragazzi della sua età, quali problemi di droga, bullismo, delinquenza giovanile. Soprattutto, la sua amica ritrovata la trascinerà nella ricerca di un'altra amica misteriosamente scomparsa.
In tutto ciò Max non esiterà a usare il suo potere per risolvere le situazioni ingarbugliate... il più delle volte ingarbugliandole ulteriormente.

avventure grafiche top ten

Il gioco è un'avventura grafica, dicevamo. Si distinguono due fasi: le sezioni di esplorazione, con visuale in terza persona, durante le quali possiamo andare in giro a esaminare gli oggetti o parlare con le persone, e qui parte la seconda fase, i dialoghi.
Proprio durante i dialoghi si può fare maggiormente uso del potere di Max, riavvolgendo il tempo per cercare di terminare il dialogo in un modo diverso.
In pratica non esistono risposte giuste o sbagliate. Semplicemente il modo in cui si svolgeranno i dialoghi avrà conseguenze sui dialoghi successivi. Se litigate con un personaggio, state sicuri che dopo quello cercherà di mettervi i bastoni tra le ruote, o non vi crederà se cercherete di aiutarlo. Offrite simpatia e compassione, e sicuramente otterrete qualcosa in cambio.
Ma non sempre è così semplice. Quello che subito può sembrare una scelta giusta, potrebbe anche avere un esito imprevedibile e disastroso.

Non so quanto si possa parlare di fantascienza, nonostante sia coinvolto il viaggio nel tempo. Il potere di Max non ha nessuna componente od origine scientifica o pseudo-tale. Parlerei di urban fantasy, piuttosto, se dobbiamo dargli un'etichetta.


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La principale fonte d'ispirazione è evidentemente il film The Butterfly Effect, che a momenti viene citato forse un po' troppo chiaramente, soprattutto in quella parte del quarto episodio che chiunque abbia visto il film riconoscerà immediatamente.
Però il film era bello quindi va bene.

Questo gioco (uscito originariamente in cinque episodi, da me giocati comunque tutti di fila) è di sicuro uno dei migliori a cui abbia giocato da anni. Siamo quasi dalle parti del capolavoro.
La grafica è bella ed evocativa: pensate che le texture sono tutte dipinte a mano (non chiedetemi come sia possibile). Non è di quelle grafiche spettacolari spacca-GPU, ma è pulita e dettagliata, e lo studio delle inquadrature, degli ambienti e dei personaggi, unito allo splendido comparto sonoro, ci faranno immergere totalmente nel mondo chiuso e opprimente di Arcadia Bay, una cittadina piccola e priva di sbocchi per dei giovani che vorrebbero tenere il mondo in mano.
Il doppiaggio (in inglese) è meraviglioso, ma soprattutto è meravigliosa la scrittura dei dialoghi, realistici e profondi. Non ci si stanca mai nemmeno in caso di discorsi abbastanza lunghi.
E la trama coinvolge e appassiona come poche volte mi è successo.
I personaggi, simpatici e assolutamente credibili, con i loro dubbi, difetti e insicurezze, vivono una storia dove si mescolano problemi adolescenziali e dilemmi morali ed etici di grande profondità.
E' vero che non ci sono scelte giuste o sbagliate. Hanno conseguenze durante il gioco, anche se nessuna influenza sui due finali disponibili (quale vedere lo si sceglie solo con l'ultimissimo dialogo), ma ne hanno sul giocatore, che si trova spesso a fare scelte che rimangono nel cuore anche a gioco finito. E non si tratterà solo di scegliere se vendicarsi di vecchi affronti o perdonarli, ma anche di decidere chi sacrificare...
Non riesco a entrare troppo nel dettaglio, e non solo perché sarebbe spoiler, ma perché mi ci vorrebbe un articolo molto più lungo di questo.

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Tutto bellissimo, ma allora perché abbiamo parlato di un "quasi" capolavoro?

Purtroppo, bisogna segnalare un calo di tono nell'ultima parte, nella seconda metà del quinto episodio, dove avviene un lungo, strampalato e noioso episodio onirico, che non c'entra niente col resto e che non ha quasi nessuna attinenza con la trama. E inoltre


A ciò aggiungiamo anche che dei due finali disponibili uno è davvero inutile, e che comunque come già detto prima sono proprio solo due indipendenti dalle scelte precedenti, il che stona in un contesto dove fino a quel momento ogni scelta aveva avuto una conseguenza.

Tirando le somme, anche se questa parte finale non all'altezza del resto impedisce di gridare al capolavoro, Life is strange rimane comunque un gioco eccezionale. Giocatevelo anche se non siete amanti delle avventure grafiche, tanto più che adesso è in via di sviluppo il prequel. Ve lo ordina il dottore.

Il Moro

4 commenti:

  1. Lo considero un piccolo gioiellino, con un'estetica davvero bella

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  2. Sono totalmente d'accordo con quello che hai scritto, sopratutto per gli aspetti deboli del gioco. Personalmente l'ho trovato molto godibile, sopratutto se i capitoli li si gioca con molta calma.

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