Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Forse ricordate che in questa sede abbiamo già parlato di Snowpiercer - Transperceneige, sia del fumetto che del film che ne è stato tratto, e precisamente a questo link.
Alla fine dell'anno scorso la Cosmo ha pubblicato il seguito di quel primo volume, composto da due numeri intitolati rispettivamente Terminus e Terminus - La conclusione, stavolta per fortuna mantenendo i colori originali.
Proseguono le avventure dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere in Snowpiercer, che stavolta scendono dal treno. Sì perché, a differenza di quanto si è visto nel film, il treno in questione qui non è costretto a girare sempre sullo stesso binario, ma anzi può muoversi piuttosto liberamente su ogni tratta possibile (e qualcuna anche abbastanza surreale: trovano un'installazione sepolta sotto decine di metri di neve... eppure i binari su cui viaggiano sono in superficie).
Dicevamo, appunto, che durante un'esplorazione dell'area circostante al treno tre esploratori trovano un'installazione sepolta sotto la neve, dove c'è corrente e calore. Portano quindi il treno nella stazione di questo luogo misterioso, e scendono. Ci mettono poco a scoprire che l'installazione, un qualcosa a metà tra un parco di divertimenti e un centro di ricerca, è abitato.
Gli abitanti, che non si tolgono mai delle maschere da topo, offrono ai superstiti dello Snowpiercer il loro aiuto, ma che nascondano qualcosa è a dir poco evidente...
L'autore, sempre Jean Marc Rochette coadiuvato stavolta ai disegni da Oliver Boquet, rinuncia in parte alla critica sociale presente nelle prime tre storie raccolte nel primo volume edito dalla Cosmo, per raccotarci una storia che presenta numerosi riferimenti ai campi di concentramento nazisti. Suppongo che anche la scelta delle maschere da topo non sia un caso, ma piuttosto un rimando al famoso Maus di Art Spiegelman.
La scelta di cambiare ambientazione, dal treno in perenne movimento a una bizzarra installazione sotterranea, è di sicuro coraggiosa. Sarà anche vincente?
Mah.
Diciamo la verità: il fumetto non è male, una storia abbastanza classica ben rielaborata e riraccontata (anche se personalmente non ho mai potuto sopportare questo stile di disegno "schizzato") ma non è eccezzionale, come non lo era il primo.
E come il primo rimane un buon fumetto di fantascienza con valide, ma forse un po' troppo "evidenti", metafore sociologiche.
Non un capolavoro, ma non saranno comunque soldi buttati via.
Il Moro
Sedetevi con noi e facciamo quattro chiacchiere. No, la birra non ve la paghiamo.
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