venerdì 5 giugno 2015

Chrono Cross, recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Chrono Cross è il seguito ufficiale per Playstation 1 del più noto Chrono Trigger, uscito originariamente su Snes.

Inizia con il giovane Serge, abitante di un tranquillo villaggio di pescatori, che va a cercare un gioiello da regalare alla sua fidanzata. Al suo ritorno, scoprirà che nessuno lo conosce, anzi, tutti lo considerano morto annegato quando aveva sette anni!
Serge cerca la verità, e quando scopre che qualcuno lo sta cercando decide di seguire quella pista...
Ma non andiamo oltre con la trama, che è cosa brutta che non si fa e parliamo invece del gioco.


Forse il jrpg con la grafica più bella mai vista su PS1, fonde personaggi realizzati in grafica tridimensionale,con fondali prerenderizzati, splendidamente dipinti e colorati. Spesso è una gioia per gli occhi muoversi negli arcipelaghi tropicali o nelle città.
Di contro, è impossibile distinguere nei fondali i punti "cliccabili", quindi spesso è necessario girovagare qua e là premendo X come deglli ossessi.



I personaggi giocabili sono un casino, pare addirittura 43. Avete capito bene. Però non tutti sono giocabili in un solo walktrough. Per farvi un esempio, all'inizio del gioco dovete intrufolarvi in una villa, e nella città vicina troverete tre diverse persone che hanno motivi diversi per fare lo stesso. A seconda di chi sceglierete per accompagnarvi seguirete un diverso percorso per accedere alla villa, ma i personaggi che non avete scelto non li incontrerete più!

Io ne ho visti tipo metà.

Se questo da una parte aggiunge una notevole componente di rigiocabilità, dall'altra risulta un po' frustrante sapere che anche una volta finito non si è visto tutto, e nemmeno quasi tutto.
Ovviamente d'obbligo anche in questo caso la consultazione di una guida. Ci sono ben 12 finali diversi a cui si può accedere, e chiaramente senza guida riuscirete a vedere solo il più brutto.
La rigiocabilità in parte mitiga il difetto relativo alla scarsa area esplorabile, che anche raddoppiata dal giochino degli universi paralleli rimane comunque limitata.
Il gioco cerca di spingervi a rigiocarlo dall'inizio nel New Game + accessibile dopo averlo finito la prima volta, sia per i personaggi, sia per alcuni bivi nella trama, sia per poter accedere ai livelli segreti della "fine del tempo", un'arena di combattimento dove potrete affrontare i mostri più forti. Questo ai tempi in cui il gioco uscì era un gran valore aggiunto, ma al giorno d'oggi dopo oltre 50 ore di gioco non mi viene proprio voglia di ricominciare dall'inizio. Eh, sono vecchio, sento la vita scivolare via.... :'-(



Un altro problema legato al gran numero di personaggi utilizzabili è che la maggior parte di loro sono caratterizzati poco o per niente. E, ovviamente, per far partire le linee di dialogo che riguardano i personaggi specifici bisogna averli nel party, e senza guida non saprete mai quando è il momento di inserirli.

Il sistema con cui si può saltare avanti e indietro tra i due mondi paralleli, necessario quando per avanzare da una parte serve qualcosa che si trova solo nell'altra, sembra l'antenato diretto di quello che è stato sviluppato e approfondito in Radiant Historia per Nintendo DS, che ho recensito qui.

L'arcipelago di El Nido.

Il sistema di combattimento è originale ma forse all'inizio un po' troppo complicato, tanto che senza consultare una delle guide reperibili in rete è difficile capire esattamente come si combatte. Non mi metto a farlo qui perché mi servirebbero più parole di quelle che ho scritto fino adesso, comunque una volta che si è imparato si va come delle spie.
Il problema vero è che i combattimenti sono troppo facili. Non è un problema del sistema di combattimento, è proprio che i nemici vanno giù come niente rendendo raramente necessario utilizzare magie curative, calcolando anche che alla fine di ogni combattimento l'energia persa sarà recuperata quasi completamente senza nessun costo (cosa permessa appunto dal particolare sistema di combattimento). Per fortuna nella seconda metà del gioco diventerà un po' più difficile, ma comunque saranno davvero pochi i mostri in grado di darci del filo da torcere.


Risultato, un ottimo gioco, tranquillamente in grado di competere con i massimi esponenti del genere. Alcuni difetti però gli impediscono sia di insidiare il trono dei migliori Final Fantasy, sia di superare il suo predecessore Chrono Trigger.

Darei un'altra nota di merito per le ottime musiche, se non fosse che i jrpg per PS1 avevano tutti delle ottime musiche!

Il Moro



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