venerdì 24 aprile 2015

Black Mirror, prima stagione. Recensione.

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Black Mirror è una serie televisiva inglese del 2011.
Sì, arrivo pateticamente in ritardo, visto che ormai ne hanno già parlato tutti.
Si tratta di tre soli episodi, autoconclusivi, con personaggi e ambientazioni completamente diverse, di tipo fantascientifico-distopico. Possiamo paragonarla a Ai confini della realtà, o al più recente Masters of science fiction.



Nel primo episodio una duchessa inglese molto amata dal popolo viene rapita. Per rilasciarla, invece di un riscatto, il sequestratore chiede che il primo ministro faccia sesso con un maiale in diretta televisiva.

Il secondo episodo è ambientato in un futuro distopico dove gli uomini pedalano su cyclette per produrre energia elettrica, usando i chilometri accumulato come denaro. L'unico modo per sfuggire a una vita grigia e monotona è partecipare a un gioco identico a Britain's got talent

Il terzo episodio narra una storia di gelosia e sospetti in un mondo dove un microchip sottocutaneo permette di registrare i ricordi per rivederli a piacere in TV.


Il tema centrale di tutti e tre gli episodi è la comunicazione, e si mostra l'esasperazione dell'uso che ne viene fatto nel mondo moderno.

Nel primo, si vede come, invece di partecipare alla pena dell'uomo costretto a un gesto che va contro la sua natura e che segnerà quasi sicuramente la fine della sua carriera, gli spettatori, attraverso il filtro dello schermo, ne fanno semplicemente un oggetto di derisione.

Il secondo pone l'accento sui reality e sui talent show, mostrandoci un mondo dove questi sono davvero l'unico modo per emergere dalla massa e affrancarsi da una vita mai così grigia e monotona. Ma le chiavi di lettura di questo episodio, il mio preferito, sono veramente moltissime, e ve le lascio scoprire.

Nel terzo la "narrazione" di un episodio di vita a un amico cambia compleamente di senso, quando basta accendere il televisore e mostrarglielo. Un mondo dove non si può mentire sperando in un ricordo annebbiato, e non può sfuggire a un ricordo tragico semplicemente "bevendo per dimenticare". Un po' lento, ma l'attore protagonista Toby Kebbell è un grande.



Insomma, è una serie assolutamente da vedere, visto anche che è composta di soli 3 episodi. Nel fratempo è uscita la seconda stagione, e non vedo l'ora di vederla!

-EDIT-
Questo post latita da talmente tanto tempo tra le bozze che ho visto tutta la seconda stagione prima di far uscire la recensione della prima. Beh, al prossimo appuntamento parliamo quindi delle nuove puntate!

Il Moro

2 commenti:

  1. Oddio, ma l'argomento "le nostre vite sono ridotte come un reality show" per quanto ancora di grande successo, non ha già un pochino rotto le palle? Chiedo così per curiosità, per sapere cosa ne pensano gli altri...

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    1. L'argomento nel tempo sta perdendo di originalità, ma è ancche vero che si continuano a fare sempre più di questi reality e sempre più demenziali e ummilianti, e sempre più visti come un "punto d'arrivo" da molti, quindi continuare a denunciare la cosa secondo me non fa male...
      Il Moro

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