Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!
Serbuan Maut 2: Berandal (irruzione mortale: teppisti), distribuito all'estero come The raid 2: Retaliation (rappresaglia), del 2014, è ovviamente il seguito di The raid: redemption, di cui avevamo parlato qui.
Il primo The Raid era un film di botte. Niente di più, niente di meno. Ma si rivelava essere il nuovo termine di paragone per tutti i film "di menare" da allora in avanti. Mai si erano viste botte così crude e violente, cento minuti di manate adrenaliniche senza altra pretesa che intrattenere lo spettatore e mandare in ospedale un po' di stuntmen sottopagati.
Oltre ad essere l'unico film indonesiano di cui abbia mai sentito parlare.
In questo sequel il protagonista, il poliziotto Rama, viene incaricato di infiltrarsi all'interno di una banda mafiosa che ha il controllo di buona parte della città. Per farlo si farà arrestare per diventare amico del figlio del capo della banda, e in seguito verrà coinvolto nella lotta tra la banda in cui è infiltrato e un'altra organizzazione mafiosa, di origine giapponese, che gli contende il territorio. Ma i dissidi sono anche interni, e il figlio del capobanda mal digerisce l'arrendevolezza del padre...
Notato niente? Esatto: la trama, oltre ad essere già vista e stravista e rivista altre due o tre volte, ha un grosso difetto: c'è.
La quasi assenza di una trama degna di tal nome nel primo The raid, l'unica location che aveva un che di surreale, la gestione del tempo per cui tutto il film era ambientato in un pomeriggio o giù di lì, erano parte integrante del fascino del prodotto. Un film piccolo che per la follia e la violenza delle scene di menare diventava grande.
The Raid 2, invece, è il più classico dei film polizieschi. Certo, ci sono un mucchio di scene di menare realizzate con la stessa violenza e crudezza del precedente, e l'aumento del budget consente non solo di utilizzare molte diverse location ma permette addirittura un bell'inseguimento in auto, eppure qualcosa è sparito. Quell'alchimia da film destinato a diventare "cult", così particolare e figlia anche dello scarso budget, è sparita, e abbiamo un "semplice" poliziesco dove si usano le mani al posto delle pistole.
Ed è troppo lungo. Due ore e mezza per un film così, non sostenuto da una trama interessante o da attori bravi anche a recitare oltre che a menare sono troppe.
Insomma, The Raid 2, nonostante il budget superiore o forse solo per quello, non riesce a replicare il fascino del suo successore, andando a inserirsi nella massa dei polizieschi d'azione. Spiccherebbe per qualche scena di menare, se la trama vecchia come il mondo non lo tirasse di nuovo giù.
Il Moro
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Sono un fan del primo minuto di "The Raid", adoro Iko Uwais diretto da Gareth Evans sin dai tempi di "Merantau" (2009), e condivido a pieno la tua analisi. Sebbene rimanga un prodotto di gran lunga superiore alla media, il voler diventare "di lusso" lo ha reso meno "di menare". Nel primo si aveva la forte impressione che i protagonisti si stessero massacrando sul serio, era "close combat" sporco e infame, stunt da capogiro e un clima "da assedio" che moltiplicava per mille le emozioni. Nel secondo si fa un passo indietro, si torna agli stunt rozzi di "Merantau" (dove cavi e accorgimenti di sicurezza vistosi rovinano l'atmosfera di massacro) e si cercano atmosfere noir che, per carità, sono belle ma viste in mille altri film. Spero che Uwais e Evans tornino alla rozzezza...
RispondiEliminaNon riesce più ad essere "cult".
EliminaIl primo ricordo che lo vidi qualche mese fa, aveva il suo perchè.
RispondiEliminaDa quello che leggo, Raid 2 non vale la pena di vederlo..
Non è brutto, assolutamente, ma il primo è meglio.
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