venerdì 6 febbraio 2015

Upside Down

fantasy
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Upside down è un film del 2012. Passa spesso come fantascienza, visto che è ambientato su un altro pianeta, ma diciamo subito che fantascienza non è: siamo più dalle parti del fantasy/favolistico.

Ci sono due mondi vicinissimi l'uno all'altro, la forza di gravità di ognuno dei quali agisce solo sulla sua materia. Uno dei due mondi è ricco e fiorente mentre l'altro è povero e sfruttato dal precedente. Ovviamente, abbiamo un lui nel mondo sfigato e una lei nel mondo dei ricconi (ma perché non è mai il contrario? Avanti, fatemi un esempio! E già che ci siete ditemi anche come mai lei è sempre bionda!).
Le leggi di questo sistema binario (lo so, il sistema binario è un'altra cosa, volevo evitare di usare continuamente la parola "mondo"...)vietano il contatto tra gli abitanti dei due mondi (appunto), se non per esigenze lavorative.
Inseguendo delle api, che usando il polline dei due pianeti producono un miele in grado di levitare, il protagonista Adam si inerpica su una montagna che ha una simile nel mondo speculare. Le vette delle due montagne arrivano quasi a toccarsi, e lì Adam conosce Eden. I due si innamorano, ma il loro amore è osteggiato dalla società e dovrà passare attraverso mille difficoltà (tra cui anche quella "tecnica" di essere a testa in giù l'uno rispetto all'altro, ma questo non sembra preoccupare granché i protagonisti. Ah, l'Ammore...).




Non è proprio fantascienza, perché questi pianeti sfidano qualsiasi legge fisica. Ma proprio qualsiasi, eh.
Se invece consideriamo l'ambientazione di tipo favolistico, allora possiamo concederci più libertà. Peccato che alcuni errori permangano: se ti inventi un'ambientazione surreale, poi devi rispettarla, non piegarla tutto come ti pare perché "tanto è fantasy". Ad esempio, all'inizio ci viene mostrato uno schema di due pianeti sferici, mentre più avanti si evince chiaramente che i due mondi sono piatti. E com'è possibile che il protagonista cammini tutto questo tempo a testa in giù e non gli venga nemmeno un po' di mal di testa? E come fanno, al bar, a bere drink del pianeta opposto? Non dovrebbero uscirgli dal naso?

Eh!

Un altro difetto che ho trovato nella sceneggiatura è il voler mettere troppa carne al fuoco. Abbiamo già un'ambientazione strampalata, a cui aggiungiamo anche uno stato di polizia in odore di nazionalsocialismo con evidenti riferimenti al muro di Berlino, dobbiamo proprio metterci anche


Ora, cerchiamo però di mettere le cose nella giusta prospettiva. Quando mi chiedono di citare i miei film preferiti, a me vengono in mente cose come Dal tramonto all'alba e L'armata delle tenebre. E' ovvio che una storia prettamente romantica ha su di me poca presa, così che mentre la guardo scorrere mi accorgo di tutte le imperfezioni della scenaggiatura. Qualcun altro, con un cuore meno di pietra, avrà sicuramente più facilità ad appassionarsi alla vicenda di questi due innamorati che lottano per ritrovarsi nonostante gli anni che sono passati e nonostante abbiano contro le società e le regole di addirittura due pianeti.



Questo film, inoltre, gode di scenografie assolutamente splendide. Perfette come quadri, paesaggi surreali illuminati da colori magnifici, squallidi e tristi nel mondo di sotto, asettici negli uffici della Transworld, ricchi e luminosi nel mondo di sopra. Tutti i dettagli delle scenografie sono curati allo spasimo e con grande gusto artistico, rendendo questo film una gioia per gli occhi.



Estetica grandiosa condita da pesanti difetti di sceneggiatura, come già detto, ma c'è qualcosa che non posso assolutamente tollerare: il finale. Il finale fa schifo.
Non perché non mi sia piaciuto: è proprio fatto male. Raffazzonato all'ultimo secondo, non è semplicemente insulso e melenso, è anche troppo, troppo sbrigativo. Tutto viene risolto con due spiegazioni risicate, una "chiusa" che durerà sì e no 30 secondi nella quale come se niente fosse va tutto a posto, così. Si ha quasi l'impressione che il regista sia arrivato a girare un'ora e tre quarti di film e gli abbiano detto solo all'ultimo che non gli concedevano altri cinque minuti per il finale.



Nonostante tutto, mi sento lo stesso di consigliare la visione, soprattutto se avete un animo più "romantico" del mio. Le visioni dei due mondi sovrapposti meritano. Ma giuro, gli ultimi due minuti sono una delle cose peggiori mai viste (a parte forse quelli di Edge of Tomorrow).

Il Moro

6 commenti:

  1. Nonostante la bella idea, il finale mi parve troppo una "cazzata"... Non male, ma c'è di meglio del genere.

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    1. Cazzata è il termine tecnico che meglio lo descrive.
      Il Moro

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  2. Descrizione geniale, mi ritrovo in tutto. Io ho un cuore "meno di pietra", ma diciamolo: la storia d'amore forse era troppo melensa. Però è un film, ci sta.
    La scenografia è la cosa che amo di più di questo film, la amo così tanto che mi spinge a guardare questo film più volte anche se il resto non mi piace. I paesaggi sono quasi struggenti, lasciano senza fiato, di una bellezza estetica meravigliosa, e meritano davvero.
    Per il finale.... che dire? Non ci spenderei parole, hai già detto tutto tu. Raffazzonato è il termine adatto. Non so cosa sia successo, forse hanno dovuto tagliare delle scene per stare nei tempi, forse hanno avuto problemi sul set, forse anche il regista si era stufato della storia d'amore melensa... Però fa veramente schifo e ti lascia come se ci fosse qualcosa di incredibilmente sbagliato, che non è andato come avrebbe dovuto.
    Però lo consiglio lo stesso a chi ha un occhio estetico molto sviluppato: le sceneggiature, ragazzi, le sceneggiature °-°

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    1. Bisogna ricordarsi di pagarli tutti, gli artisti... XD

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  3. Ho trovato un esempio di lei nel mondo sfigato e lui in quello dei ricconi: Pretty Woman!

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    1. beh, basta dire "principe azzurro" ed esempi se ne trovano di ben più antichi...

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