Cristalli sognanti, di Theodore Sturgeon - Recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Allora, adesso ditemi perché non mi avete mai parlato di Theodore Sturgeon. Forza, ditemi un po'.
Ma vi sembra una bella cosa tenermi nascosto un autore del genere?

Sapevo della sua esistenza e che viene considerato un autore importante, ma non avevo mai letto niente di suo. E questo Cristalli sognanti è stato davvero una bella sorpresa.

E' la storia di un ragazzino vessato da un genitore che l'ha adottato solo per farsi bello durante la campagna elettorale. Dopo l'ultimo sopruso, durante il quale si è fatto anche parecchio male, scappa finalmente di casa, trovando rifugio in un circo di freak.
Qui, una nana lo prende sotto la sua ala protrettrice, ma gli intima di non rivelare la sua vera identità al Cannibale, terribile padrone del circo, con un passato da scienziato.


Il giovane si finge allora un nano e imbastisce un numero musicale con la sua nuova amica...
Ma come mai, dopo aver deciso di fingersi un nano, ha smesso di crescere? Perché il pupazzo che si porta sempre dietro è così importante per lui, al punto da soffrire se gli viene portato via? E quali, terribili segreti nasconde il Cannibale e la sua carovana?

Cristalli sognanti (The dreaming Jewels) è stato scritto nel 1950 ed è ancora validissimo. Lo scrittore si pone al punto opposto di una delle correnti fantascientifiche dell'epoca, dicendoci che sì, "vivono tra noi", ma anche che potrebbero essere più umani degli umani stessi.
In poche pagine, Sturgeon ci pone interrogativi filosofici come la diversità e l'accettazione di sè, e lo fa tramite una vicenda avvincente e con uno stile e una grazia impareggiabili.

Vista la relativa brevità del romanzo, non posso scendere più nel dettaglio senza spoilerare. Ma posso dirvi questo: mettetelo senza indugiare un istante di più nella lista delle cose da cercare in biblioteca o nelle bancarelle. Se trovate la versione Urania con uno o due euro ve la cavate.

Il Moro