tag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post7211994921054793611..comments2024-03-28T08:15:37.851+01:00Comments on Storie Da Birreria: I have no mouth and i must scream, un gioco per stomaci forti.Il Morohttp://www.blogger.com/profile/12097315671491655802noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-4015466202771846782021-07-12T08:06:47.688+02:002021-07-12T08:06:47.688+02:00Sì, questo è decisamente un gioco "per adulti...Sì, questo è decisamente un gioco "per adulti". Oggi i videogiochi mainstream "per adulti" al massimo hanno un sacco di sangue, per trovare giochi adulti nelle trame e nei temi trattati biosogna il più delle volte rivolgersi ai giochi indipendenti o comunque non alle grandi produzioni.Il Morohttps://www.blogger.com/profile/12097315671491655802noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-6402718098493092072021-07-09T04:19:04.846+02:002021-07-09T04:19:04.846+02:00L'avevo giocato all'epoca, quando ancora l...L'avevo giocato all'epoca, quando ancora la mia passione per le avventure punta e clicca era all'apice, e mi era piaciuto tantissimo per i temi adulti trattati, difficilmente rintracciabili in tanti videogiochi dell'epoca, compresi alcuni celebrati RPG (un esempio a caso, la saga di Final Fantasy...)Giampiero Spacebloghttps://www.blogger.com/profile/07942114658675127489noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-56464206640289637272021-06-29T08:23:17.644+02:002021-06-29T08:23:17.644+02:00Calcoliamo poi che al giorno d'oggi chiamare a...Calcoliamo poi che al giorno d'oggi chiamare alla scrittura un autore famoso, pagandolo quindi quello che bisogna pagarlo, non garantirebbe un ritorno, visto che proprio perché arriva da un media diverso non è affatto detto che sia conosciuto nell'ambiente dei videogiocatori. Mi viene in mente Tom Clancy, ma sono pronto a scommettere che la grande maggioranza dei giocatori dei suoi videogiochi non hanno mai aperto un suo libro. E lo stesso vale per i libri da cui sono state tratte le saghe videoludiche di Metro 2033 e The Witcher, per i quali sono stati proprio i videogiochi a estendere la popolarità dei libri al di fuori del paese d'origine.Il Morohttps://www.blogger.com/profile/12097315671491655802noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-83316617791113897662021-06-28T10:42:36.533+02:002021-06-28T10:42:36.533+02:00E' un tema molto interessante quello che focal...E' un tema molto interessante quello che focalizzi. Per esempio quando mi capita di parlare di videogiochi dall'universo di Aliens mi sento sempre rispondere che il marchio costa così tanto che una volta comprato poi la casa non ha molto da investire nel reparto sceneggiature, anche se onestamente la storie di molti storici giochi alieni le trovo davvero ben concepite e studiate.<br />Ecco che quindi partire da zero, senza usare un marchio per cui bisognerebbe pagare tanto, garantirebbe a un gioco una maggiore attenzione alla propria struttura narrativa, ma è anche vero che il marchio costa tanto perché ci sono milioni di fan nel mondo pronti a comprare qualsiasi cosa porti sopra quel marchio, fenomeno non garantito da un gioco "anonimo." Insomma, è un circolo vizioso da cui non se ne esce che in pochi casi...Lucius Etruscushttps://www.blogger.com/profile/17052303211504311655noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-41293714146098905162021-06-28T08:16:37.650+02:002021-06-28T08:16:37.650+02:00Si sognava ancora una fusione tra i vari media, ch...Si sognava ancora una fusione tra i vari media, che purtoppo si è persa o sviluppata in modo errato. Abbiamo sterili tie-in dall'una o dall'altra parte oppure storie suddivise in talmente tanti media diversi che diventa impossibile seguire tutto, cosa che avviene spesso con le opere giapponesi di successo.<br />All'epoca in cui un videogioco di fantascienza la cosa più importante era la storia (per limiti tecnici), ecco che allora aveva senso chiamare a scriverla grandi nomi del genere. Ora, nel videogioco mainstream l'unica cosa che interessa è fare il gioco con la grafica più bella o l'area più grande da esplorare. Non è un caso se le storie più interessanti vengono raccontate nei videogiochi indipendenti, che però proprio perché sono indipendenti non possono permettersi di assoldare nomi noti alla scrittura (riuscendo comunque a creare cose bellissime in alcuni casi). Le poche eccezioni, come i giochi a cui mette mano Hideo Kojima, non fanno che confermare la regola.Il Morohttps://www.blogger.com/profile/12097315671491655802noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-74718441873058391462021-06-25T15:16:26.082+02:002021-06-25T15:16:26.082+02:00Nel mio lungo viaggio nella transmedialità ho inco...Nel mio lungo viaggio nella <a href="https://ilzinefilo.wordpress.com/2019/10/07/doom-2-la-transmedialita/" rel="nofollow">transmedialità</a> ho incontrato Ellison e questo gioco, perché in quel glorioso 1992 siamo all'apice di quel fenomeno nato nel 1984: la fusione di narrativa e videogioco.<br /><br />«Ci sono già stati altri miei racconti che sono stati presi illegalmente e trasformati in giochi, a volte sotto altri nomi. Non ho mai fatto causa a nessuno, sebbene un paio di volte ne sia stato tentato. Questa è la prima volta dunque che acconsento a mettere il mio nome su un gioco elettronico.»<br /><br />Così parla Ellison, in una pausa tra una causa di plagio a Terminator e l'altra :-D<br /><br />«Quando prendo una mia storia e la adatto per la TV, o per il cinema o per i fumetti, capisco che è un medium differente. Non puoi pensare in schemi rigidi. Quindi se mi chiedi se mi secca che per il gioco cambieranno la storia... diavolo, no, ne sono deliziato.»<br /><br />L'esperimento non è andato bene, un decennio di grandi nomi della fantascienza che lavoravano attivamente al fianco dei creatori di videogiochi e avventure testuali non sembra aver dato i frutti sperati, l'entusiasmo che Douglas Adams e Arthur C. Clarke dimostravano nella metà degli Ottanta - sognando un futuro di romanzi interattivi che i lettori potessero "vivere" - è decisamente calato nel 1992, per poi scomparire in seguito, ma gli esperimenti fatti sono stati grandiosi. Come il gesto folle per eccellenza, un romanzo tratto da un videogioco, che solo Alan Dean Foster poteva tentare nel 1984, e solo dieci anni dopo arriveranno "Mortal Kombat" e "Doom", romanzi che ampliavano i relativi videogiochi ma non si fondevano nella transmedialità che si era sognata negli anni Ottanta, dove Clarke si metteva a riscrivere il finale di <i>Rendezvous with Rama</i> per la sua versione videoludica.Lucius Etruscushttps://www.blogger.com/profile/17052303211504311655noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-57617757933998691542021-06-24T12:03:25.442+02:002021-06-24T12:03:25.442+02:00Sì, ci vuole già un po' di pelo.Sì, ci vuole già un po' di pelo.Il Morohttps://www.blogger.com/profile/12097315671491655802noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5572164812125376549.post-48613282282230097482021-06-24T11:59:45.034+02:002021-06-24T11:59:45.034+02:00Tremendo se l'avessi giocato all'epoca, no...Tremendo se l'avessi giocato all'epoca, non l'avrei più dimenticato, ora posso dire di aver visto quasi di peggio e che potrei giocarci se voglio, però sì, non per tutti.Pietro Sabatellihttps://www.blogger.com/profile/13962120375091528554noreply@blogger.com