martedì 6 dicembre 2022

Reborn, l'aldilà secondo Mark Millar

Reborn, l'aldilà secondo Mark Millar, recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Mark Millar ha scritto dei grandi fumetti, quindi una possibilità gliela do sempre. Ma è anche un autore incostante, che viaggia spesso tra i diamanti e la cacca, quindi capita che molti suoi nuovi fumetti siano delle delusioni.
In questo caso non possiamo parlare proprio di cacca, ma di certo siamo lontani dai diamanti.
La tematica è: la vita dopo la morte.
In questo caso proprio di "vita" bisogna parlare, perché secondo Millar dopo la morte si finisce in un mondo fantasy reale quanto questo, in cui si può nuovamente invecchiare e morire.
Attenzione: per fare delle critiche puntuali a Reborn ho dovuto disseminare il testo che segue di SPOILER. Non è un fumetto di cui consiglio la lettura, ma se volete comunque leggerlo ripassate dopo che l'avete fatto.

Chi è stato "buono" in vita nel nuovo mondo si ritrova ad apparire con un'età diversa da quella in cui è morto, di solito più giovane ma non ci sono regole precise, e a volte con poteri magici. Chi è stato cattivo invece si ritrova in un corpo mostruoso, e a volte poteri magici anche lì.

C'è quindi questa eterna guerra tra il bene e il male, e la protagonista, morta da anziana, si ritrova nel suo corpo di vent'anni investita di un destino legato a una profezia, secondo la quale dovrà fermare i piani del cattivo cattivissimo di turno.

Reborn, l'aldilà secondo Mark Millar, recensione


Il problema di questo fumetto è che lo spunto iniziale della vita dopo la morte poteva essere sfruttato meglio.
Arrivano in un mondo fantasy, che oltretutto ha strani inserti come armi da fuoco e smartphone che non vengono spiegati, ma è "solo" un mondo fantasy, non ha nulla che faccia pensare a un "aldilà" di qualsiasi tipo. L'unica è che spesso si portano dietro amori o rancori dalla prima vita, ma la cosa finisce lì.
E sarebbe stato interessante anche indagare un po' di più su quella che è quindi la struttura del creato. Quando si muore in questo nuovo mondo cosa succede? C'è un livello successivo? Una serie di "vite" da superare? C'è un ciclo di incarnazioni in mondi sempre più fantastici? Nessuno si pone la domanda.

Molte cose che succedono, poi, sembrano essere figlie di quell'atteggiamento da "tanto è fantasy" che spesso prende gli scrittori neofiti alle prese con il loro primo romanzo o gli sceneggiatori cinematografici svogliati, cosa che Mark Millar sicuramente non è. Niente viene spiegato, la protagonista è prescelta perché sì, per via di una profezia fatta da non si sa chi, e il suo "potere speciale" è essere una assassina invincibile (che è un po' in contrasto con la storia che dovrebbe essere una di quelli che sono stati "buoni", no?).
Tutto appare un po' banalotto rispetto all'idea di base. A ciò aggiungiamo dei personaggi poco interessanti o addirittura abbastanza stupidi (vedi il gatto) o comunque mal sfruttati (vedi sempre il gatto), e la sensazione che questo mondo dopo la morte sia piuttosto provinciale: com'è che in qualche modo tutti i personaggi che la protagonista incontra sono coinvolti con la sua vita precedente?

Reborn, l'aldilà secondo Mark Millar, recensione

Da un mondo in cui si ritrovano tutte le persone morte in questo, ci si aspetterebbe poi l'utilizzo di qualche personaggio reale (cosa successa più volte, vedi ad esempio il ciclo del mondo del fiume di Philip Josè Farmer o quello dell'Alba della Notte di Peter Hamilton), anche perché una delle regole è che più sei stato cattivo o buono in vita più grande sarà il potere che ne riceverai.
Mettiamo anche che non vuoi andare a scomodare personaggi storici, perché se il tempo lì scorre come qui a quest'ora saranno tutti ri-morti. Ma vuoi venirmi a dire che il più spaventoso cattivo del mondo dei tempi moderni è un serial killer che ha ucciso 27 persone? Ma veramente? Posso capire che non vuoi usare nomi veri di persone morte da poco, ma invece di un serial killer, quindi oltretutto con l'attenuante della pazzia, non sarebbe stato meglio un qualche affarista speculatore che ha causato la morte di migliaia di indios in Amazzonia o qualcosa del genere?
Posso provare a immaginare che il cattivo sia quello perché è costruito su misura per lei, perché lei è la prescelta e il cattivo è quello che ha ucciso i suoi cari nella prima vita, ma questa è solo una mia ipotesi che nulla nel fumetto sembra suffragare. Se fosse così, comunque, sia il problema che la soluzione sarebbero parte dello stesso ciclo di predestinazione predetto dalla profezia, il che mi sembra avere poco senso.

Il fumetto viene salvato da una qualità della prosa comunque valida, e dagli splendidi disegni di Greg Capullo, qui davvero in gran forma.

Il Moro

Altri fumetti di Mark Millar di cui si è parlato in questo blog:

6 commenti:

  1. Mi attirava più per i disegni perché sentivo quell'odorino, tipico di tanti fumetti di Millar e no, non l'odore di diamanti. Mi fa piacere che non sia proprio orrido, magari lo leggerò più avanti, grazie per il post e l'avanscoperta ;-) Cheers

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    1. Diciamo che Millar ha fatto molto di meglio. Ma anche di peggio.

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  2. Ti ho letto con piacere e tanto mi basta: non credo che lo leggerò :-P

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    1. Ti ho evitato il problema, questo è un blog di servizio!

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  3. La morte dopo la morte resta un mistero.
    Peccato perché l'idea non è male. Il compianto Federico Memola aveva fatto qualcosa di simile con Jonathan Steele, solo che il mondo fantasy si rivelava nei sogni e non dopo la morte. Quella di far affrontare alla protagonista persone legate alla sua precedente vita ha un senso ma resta comunque forzata e banale.
    Capullo bravissimo come sempre, da quel che vedo dalle tavole che hai riportato.

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    1. ài diisegni di capullo sono ll'unica vera ragione d'interesse di questo fumetto, altrimenti solo un'idea interessante sviluppata male.

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