venerdì 22 aprile 2016

Il libro della giungla, recensione

recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Il libro della giungla, remake del classico Disney del 1967 (e non nuovo film tratto dal romanzo di Rudyard Kipling del 1894, come dimostra ad esempio il personaggio di Kaa, che nei racconti è una figura positiva).
Un altro, l'ennesimo remake di vecchi film da questa Hollywood in crisi che non ha i soldi per pubblicizzare i suoi prodotti, e allora preferisce produrre solo film che siano di richiamo solo grazie al nome. Così sì che si risparmia!

Questa volta in effetti l'operazione remake ha quasi un senso: grazie alla tecnologia moderna, in questa trasposizione live action (per quanto si possa parlare di "live action" per un film che ha un attore solo circondato da creature in CGI) gli animali parlanti che popolano la giungla sembrano "veri" come in nessun'altra pellicola tratta da questo libro.



Basta questo a dire: finalmente un remake di cui si sentiva il bisogno? Ovviamente no, perché per quanto mi sforzi i film che meriterebbero un remake li conto sulle dita di una mano, e non sono sicuro nemmeno di quelli.

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La storia più o meno la sapete, e non è il caso di riportarla. Ovviamente c'è qualche differenza, ad esempio il già citato Kaa qui è una femmina e ha una parte del tutto marginale, mentre se non ricordo male è stata data più importanza ai lupi. In generale, il tutto è un po' più cupo e spaventoso rispetto al cartone del '67.

Volendo trarre una conclusione: un film carino, che non aggiunge nulla di nuovo all'originale ma che è comunque piacevole da guardare, con una grafica eccezzionale e una regia in grado di mantenere desto l'interesse fino alla fine.

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Il 3D.
Partiamo dal presupposto che il 3D è una tecnologia di merda.
In questo film, a differenza che in mooOOoolti altri, almeno è sfruttato in più o meno tutte le inquadrature. Però come sempre non è come vedere davvero in 3D, semplicemente alcuni elementi 2D sembrano più vicini degli altri. 'spe, forse non mi sono spiegato. I vari rami degli alberi in primo piano sono "piatti", bidimensionali. Lo stesso vale per qualsiasi altro elemento sullo schermo, più indietro. Come se avessimo delle sagome ritagliate in carta più vicine e altre più lontane, ma comunque piatte. E questo vale per tutti i film 3D che ho visto. In qualcuno erano riusciti a smussare questo effetto, ma un po' c'è sempre. Fin'ora, gli unici due film che valeva la pena vedere in 3D sono stati Avatar e Gravity, e nel caso di quest'ultimo il 3D diveniva anche mezzo narrativo.
Il libro della giungla non fa eccezione: il 3D è sfruttato più della media, ma è comunque un mero orpello grafico del quale si può fare tranquillamente a meno.
Da vedere almeno una volta, ma se optate per l'home video invece del cinema va bene lo stesso.

Il Moro

4 commenti:

  1. Di tutti i live action Disney, questo è l'unico che live action che m'interessa concretamente vedere. Me lo evito in 3D, che non mi prende troppo.

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  2. Si, come hai detto tu un film carino ma che non aggiunge niente di nuovo.
    P.s
    Per la cronaca, sarò un passatista ma continuo a preferire la versione Disney del 1967.

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